[Camponotus (Myrmosericus) cruentatus (Latreille, 1802)
] identificazione gigante
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Re: identificazione gigante
a livello fotografico i colori appaiono diversamente all'occhio dell'obiettivo a seconda della temperatura colore che si misura in gradi kelvin, essa cambia continuamente in base all'orario del giorno, alle stagioni, al tempo atmosferico e anche al paese in cui ci si trova. Però se si sa utilizzare adeguatamente un programma come photoshop per la postproduzione si può compensare a questo problema per rendere i colori naturali, mentre se non si esegue una postproduzione dell'immagine i colori saranno sempre come vengono in base ai fattori che ho detto prima. Per la variazione del colore nelle formiche passo la parola ai più esperti nel settore xD
Una delle cose che mi ha fatto appassionare alla mirmecofilia è il film "Alien" :_:
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Alex Alex - Messaggi: 983
- Iscritto il: 23 mag '14
Re: identificazione gigante
Quello che dici, quercia, sulla variabilità intraspecifica o addirittura intracoloniale della livrea di un'operaia è parimenti vero.
Tuttavia lo stesso vale anche per i particolari anatomici che variano fra operaie della stessa specie o che possono somigliare in altre prossime quando invece ci sono altri dettagli anatomici che restano costanti sempre e comunque all'interno di una precisa specie e che costituiscono chiave tassonomica utile a definire la specie stessa.
Quindi anche nella livrea o, in senso lato, nelle caratteristiche visive macroscopiche possono esserci delle costanti utili a restringere il campo identificativo o addirittura a chiarire una specie in un confronto ad altre. Il problema è che qualche anno fa certe cose non le conoscevamo con certezza e adesso negli anni documentandoci piano piano cominciamo a definire e comprendere alcune di queste chiavi. Una guida dicotomica delle formiche italiane non esiste, ma ci sono le informazioni descrittive delle specie dei vari naturalisti da Linneo in poi e confrontando i lavori e facendo attenzione che aggiornamenti successivi non contestino affermazioni precedenti, piano piano ci stiamo chiarendo le idee.
Premesso comunque che qui sul forum ci limitiamo a confrontare specie limitate all'areale italiano (sapere la distribuzione aiuta moltissimo a restringere il campo).
Tornando al caso specifico mi permetto di citare qualche immagine dal bel forum di naturamediterrano per spiegare a cosa mi riferivo.
Faccio l'esempio con due formiche che oggettivamente e con costanza degli specimen (tendenzialmente) si possono dire avere operaie di colore nero.


Altrettanto chiaramente, però, puoi notare che il primo nero è ben diverso dal secondo!
Detto terra terra a prima vista da lontano la prima operaia la noteresti per avere un bel nero lucido e brillante, mentre la seconda la vedresti di un nero più opaco e spento, quasi grigiastro. Questo è dovuto al fatto che la seconda è un appartenente al sottogenere Myrmosericus che appunto come accennavo è contraddistinto da quella fine peluria che dà la parvenza sericea e questo carattere è chiave tassonomica che definisce appunto quel sottogere e contraddistingue tutte le specie che vi appartengono.
Lo stesso si può dire per la colorazione arancione che hanno alcuni Camponotus, per quanto sia verissimo che l'intensità di colorazione varia e si distribuisce diversamente anche per operaie di una stessa specie. Resta altresì costante che la colorazione aranciata che dal torace (più o meno colorato) si estende al primo tergite del gastro, è chiave distintiva di Camponotus ligniperda. Ne permette la distinzione dalla affine e altrimenti confondibile Camponotus herculeanus, la cui colorazione aranciata può essere, ancora una volta, più o meno variabile (dal torace quasi rosso alla appena percettibile nota bordaux sui femori e propodeo), ma mai si estende al primo tergite addominale. Ovvio che comunque possono esserci esemplari dubbi in cui la chiave non è perfettamente chiara, ma dato che la chiave è tendenzialmente quella, quando trovi diverse operaie che nonostante la variabilità presentano quella chiave sei abbastanza confidente sulla specie di appartenenza fra qulle due. Detto in parole povere esemplari singoli di queste due specie possono essere fra loro confusi, tuttavia hai anche altre ragioni ambientali che possono essere utili a dirimere la questione oltre che la buona regola di osservare più esemplari per capire la "tendenza" che le accomuna.
Per questo spesso i mirmecologi nella descrizione di una specie cercano di definire non una ma più chiavi e cercare particolari anatomici definiti (va detto che questo non sempre è possibile con una "buona tendenza", ho già citato in passato casi di specie distinte in cui i casi spuri a causa della variabilità rendono praticamente impossibile la distinzione usando caratteri morfologici).
Ovviamente anche Camponotus cruentatus ha una livrea parzialmente aranciata, ma in questo caso come già detto noti subito la differente profondità del nero che non è lucido come nelle altre due specie del sottogenere Camponotus che come spiegato è chiave distintiva del sottogenere a cui appartiene. Questa è la stessa ragione per cui se vedi diverse operaie con qualche zona arancione piccole e slanciate sai a prima vista che per queste e altre caratteristiche visive e dimensionali sono Camponotus lateralis, perciò non ti poni il problema che possa essere un'altra specie. Questo a prescindere dal fatto che pure in questa specie la colorazione sicuramente varia: a volte comprende solo capo e pronoto mentre a volte copre tutto il torace, perché ovviamente hai diversi elementi caratteristici che nel complesso ti permettono di dire chiaramente che è quella specie, nonostante la variabilità degli esemplari singoli.
Ora vediamo se è chiaro: chi è chi fra queste?
P.S. non ho ancora trovato il tempo di graficare i tuoi dati che mi avevi mandato..
Tuttavia lo stesso vale anche per i particolari anatomici che variano fra operaie della stessa specie o che possono somigliare in altre prossime quando invece ci sono altri dettagli anatomici che restano costanti sempre e comunque all'interno di una precisa specie e che costituiscono chiave tassonomica utile a definire la specie stessa.
Quindi anche nella livrea o, in senso lato, nelle caratteristiche visive macroscopiche possono esserci delle costanti utili a restringere il campo identificativo o addirittura a chiarire una specie in un confronto ad altre. Il problema è che qualche anno fa certe cose non le conoscevamo con certezza e adesso negli anni documentandoci piano piano cominciamo a definire e comprendere alcune di queste chiavi. Una guida dicotomica delle formiche italiane non esiste, ma ci sono le informazioni descrittive delle specie dei vari naturalisti da Linneo in poi e confrontando i lavori e facendo attenzione che aggiornamenti successivi non contestino affermazioni precedenti, piano piano ci stiamo chiarendo le idee.
Premesso comunque che qui sul forum ci limitiamo a confrontare specie limitate all'areale italiano (sapere la distribuzione aiuta moltissimo a restringere il campo).

Tornando al caso specifico mi permetto di citare qualche immagine dal bel forum di naturamediterrano per spiegare a cosa mi riferivo.
Faccio l'esempio con due formiche che oggettivamente e con costanza degli specimen (tendenzialmente) si possono dire avere operaie di colore nero.


Altrettanto chiaramente, però, puoi notare che il primo nero è ben diverso dal secondo!

Detto terra terra a prima vista da lontano la prima operaia la noteresti per avere un bel nero lucido e brillante, mentre la seconda la vedresti di un nero più opaco e spento, quasi grigiastro. Questo è dovuto al fatto che la seconda è un appartenente al sottogenere Myrmosericus che appunto come accennavo è contraddistinto da quella fine peluria che dà la parvenza sericea e questo carattere è chiave tassonomica che definisce appunto quel sottogere e contraddistingue tutte le specie che vi appartengono.
Lo stesso si può dire per la colorazione arancione che hanno alcuni Camponotus, per quanto sia verissimo che l'intensità di colorazione varia e si distribuisce diversamente anche per operaie di una stessa specie. Resta altresì costante che la colorazione aranciata che dal torace (più o meno colorato) si estende al primo tergite del gastro, è chiave distintiva di Camponotus ligniperda. Ne permette la distinzione dalla affine e altrimenti confondibile Camponotus herculeanus, la cui colorazione aranciata può essere, ancora una volta, più o meno variabile (dal torace quasi rosso alla appena percettibile nota bordaux sui femori e propodeo), ma mai si estende al primo tergite addominale. Ovvio che comunque possono esserci esemplari dubbi in cui la chiave non è perfettamente chiara, ma dato che la chiave è tendenzialmente quella, quando trovi diverse operaie che nonostante la variabilità presentano quella chiave sei abbastanza confidente sulla specie di appartenenza fra qulle due. Detto in parole povere esemplari singoli di queste due specie possono essere fra loro confusi, tuttavia hai anche altre ragioni ambientali che possono essere utili a dirimere la questione oltre che la buona regola di osservare più esemplari per capire la "tendenza" che le accomuna.
Per questo spesso i mirmecologi nella descrizione di una specie cercano di definire non una ma più chiavi e cercare particolari anatomici definiti (va detto che questo non sempre è possibile con una "buona tendenza", ho già citato in passato casi di specie distinte in cui i casi spuri a causa della variabilità rendono praticamente impossibile la distinzione usando caratteri morfologici).
Ovviamente anche Camponotus cruentatus ha una livrea parzialmente aranciata, ma in questo caso come già detto noti subito la differente profondità del nero che non è lucido come nelle altre due specie del sottogenere Camponotus che come spiegato è chiave distintiva del sottogenere a cui appartiene. Questa è la stessa ragione per cui se vedi diverse operaie con qualche zona arancione piccole e slanciate sai a prima vista che per queste e altre caratteristiche visive e dimensionali sono Camponotus lateralis, perciò non ti poni il problema che possa essere un'altra specie. Questo a prescindere dal fatto che pure in questa specie la colorazione sicuramente varia: a volte comprende solo capo e pronoto mentre a volte copre tutto il torace, perché ovviamente hai diversi elementi caratteristici che nel complesso ti permettono di dire chiaramente che è quella specie, nonostante la variabilità degli esemplari singoli.
Ora vediamo se è chiaro: chi è chi fra queste?
P.S. non ho ancora trovato il tempo di graficare i tuoi dati che mi avevi mandato..

Demografia delle colonie - Temnothorax nylanderi (uova di operaie) - T. affinis - Tetramorium caespitum - Lasius emarginatus - L. platythorax - L. paralienus - Camponotus lateralis - Pheidole pallidula - Allevare Formicaleoni! 
Camponotus aethiops - C. ligniperda - C. vagus - Crematogaster scutellaris - Temnothorax sp. - Myrmica sp. - Messor capitatus

Camponotus aethiops - C. ligniperda - C. vagus - Crematogaster scutellaris - Temnothorax sp. - Myrmica sp. - Messor capitatus
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entoK - Messaggi: 2109
- Iscritto il: 26 set '11
- Località: Val Parma - Emilia
Re: identificazione gigante
io direi, in ordine dall'alto verso il basso:
Camponotus cruentatus, Camponotus ligniperda e Camponotus herculeanus ?
Camponotus cruentatus, Camponotus ligniperda e Camponotus herculeanus ?
Una delle cose che mi ha fatto appassionare alla mirmecofilia è il film "Alien" :_:
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Alex Alex - Messaggi: 983
- Iscritto il: 23 mag '14
Re: identificazione gigante
Belle! Che zampe lunghissime 

„L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.“ _Charles Darwin.
http://pikaia.eu/
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Sara75 - Messaggi: 2218
- Iscritto il: 12 ott '13
- Località: Genova
Re: identificazione gigante
Sarei proprio curiosa di vedere se sono in grado come Cataglyphis di correre sui terreni che scottano, con quelle zampe!
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dada - Messaggi: 2575
- Iscritto il: 24 feb '11
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