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Formicaio artificiale a lastre affiancate
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Il formicaio artificiale verticale a lastre è uno dei primi modelli usati per l’osservazione sistematica delle formiche, ed è ancora oggi scelto da alcuni allevatori per semplicità di costruzione e scarso ingombro, oltre che per essere l'unico sistema per “vedere scavare le formiche” in modo naturale.
La variante originale di questo modello è il nido di Lubbock, che consisteva in due lastre parallele, distanziate di circa 1 cm, fissate ad una cornice di legno. Nella cornice erano praticati dei fori in cui erano introdotti i tubi che servivano da passaggio verso l’esterno per le formiche.
Oggi come cornice per questo tipo di formicaio si usano materiali come plastica, metallo o plexiglas, che evitano il problema di scollamento o deformazione causate dall’umidità interna del terreno del nido.
Di questo modello esistono in commercio nidi di tutte le misure, l’unica difficoltà per costruirselo a casa è data dalla scelta dei materiali che costituiscono la cornice e dalla saldatura delle parti di contenimento in modo che sia più ermetico possibile. Se si usano materiali come il plexiglas, che necessitano colle al silicone, è necessario lasciar passare una decina di giorni dall’asciugatura perché le formiche non siano infastidite dalle esalazioni.
La distanza di 1 cm potrebbe non essere sufficiente a permettere una corretta visione dell’interno, in quanto formiche molto piccole, come Tetramorium, Lasius o Pheidole, hanno la possibilità di nascondersi facilmente in tale spazio; inoltre, avendone la possibilità, tutte le formiche che hanno a disposizione della terra tendono a mascherare l’interno delle gallerie e a schermare il vetro. Proprio per questo devo sottolineare che adottando questo modello è molto facile che si possa perdere la visione ottimale di quello che avviene nella colonia! Se lo scopo è di tenere in casa una colonia e vedere le formiche attraverso il vetro, che scavano i loro cunicoli, è necessario giocare con distanze minime fra le lastre, e questo già pregiudica lo spazio-arena superiore, dove comunque le operaie porteranno il materiale avanzato. L'accesso all'arena quindi si fa difficile, la pulizia quasi impossibile e non sempre il finale è esteticamente quello che vi aspettavate! Se invece lo scopo è di poter osservare agevolmente la vita di questi insetti (la parte interessante di avere un formicaio in casa), o lo studio scientifico, consiglio di ripiegare su altri modelli di formicaio artificiale. Forniamo comunque le indicazioni necessarie alla sua realizzazione.
Questo modello è utilizzabile per formiche terricole di taglia medio-grande, come Camponotus aetyops, C. cruentatus e C. piceus, le Formica, per il genere Myrmica e per Messor, anche se l'umidità del terreno, difficile da gestire, rischia di far germogliare i semi loro alimento, con conseguenze fastidiose. L'ideale sarebbe far condensare e compattare con l'umidità il terreno, poi lasciare che asciughi, in modo da avere un substrato ben coeso ed esente da crolli in caso di vibrazioni. tenete conto del fatto che il limite dello spazio circoscritto rende più difficile far asciugare il composto utilizzato. Sconsiglio il nido a lastre affiancate per formiche piccole come quelle del Genere Lasius, Tetramorium o Pheidole, che andrebbero a scomparire facilmente nel terreno.
Il materiale di base del nido scavabile è preferibilmente la sabbia argillosa a grana grossa, che è più compatta dell’humus e si presta meno a crolli. Si possono mescolare sabbie e humus, sabbia e argilla, miscelando anche ghiaia sottilissima con il materiale fine di base. Questo materiale deve assorbire bene l'acqua, senza però trattenerla troppo, per evitare il rischio di ristagni, la formazione di muffe e il marciume causato da prede portate nel nido. Alla base è consigliato mettere materiale grezzo assorbente come le palline di argilla espansa che si usano anche nei vasi di fiori per trattenere l'umidità. Qui servono a formare uno zoccolo che raccolga l'acqua sul lungo periodo, senza trasformarsi in fango liquido.
Lasciate sempre una certa distanza al di sopra del livello di terreno, che le formiche useranno per il riporto degli scavi; prevedete di conseguenza il punto ideale dove fare i fori di collegamento, che altrimenti verranno coperti dalle formiche e ignorati. Prestate attenzione particolare alle giunzioni della cornice di contenimento, come alla larghezza del piedistallo, che deve garantire l’equilibrio della struttura.
Si possono usare sia delle superfici larghe incollate, come 4 piedini angolari a “L”.
Il collegamento ad un’arena esterna è sempre raccomandabile tramite tubi flessibili abbastanza lunghi da permettere un’inclinazione ridotta, dato che l’altezza della struttura potrebbe rendere disagevole il rientro delle formiche attraverso un tubo troppo verticale, se il materiale è molto liscio.
Come abbiamo detto, la chiusura ermetica e la larghezza di questo nido rendono difficile accedere all’interno; possono esserci rischi di condensa eccessiva e prolungata se non si prevede la facilità di apertura della parte superiore, come la possibilità di poter umidificare il terreno quando troppo asciutto. Versare acqua dall'alto potrebbe causare crolli indesiderati, o allagare la covata, che in ambiente artificiale così castigato, non reagirebbe come in natura! Un tubo, o un foro apribile che permetta di umidificare la parte bassa del nido, dove avrete posato lo strato di argilla espansa, è consigliabile per ovviare questi problemi. E prima di mettere la vostra miscela di humus, sabbia, o argilla nel nido, fate una prova di come reagisce all'umido e all'asciutto! POI, ci metterete le formiche!
Ultimo aggiornamento (Lunedì 16 Aprile 2018 20:24)