[Camponotus (Tanaemyrmex) nylanderi Emery, 1921
] Identificazione operaie minor e major
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Identificazione operaie minor e major
So che solitamente si va di foto... ma avevo solo il telefono e con i video se la cava meglio, trovate sempre nella stessa mia zona a 600m s.l.m.
Le minor sono lunghe circa 6mm mentre le major sono fra i 9 e i 10mm.
Non ho trovato il nido ma dovrebbe essere molto vicino, le ho trovate ai piedi di un cipresso.
Il video l'ho chiamato Camponotus nylanderi perché sono quelle su cui ho più sospetti anche se il capo lo vedo troppo grosso.
https://youtu.be/7CS85MS2AHc
Le minor sono lunghe circa 6mm mentre le major sono fra i 9 e i 10mm.
Non ho trovato il nido ma dovrebbe essere molto vicino, le ho trovate ai piedi di un cipresso.
Il video l'ho chiamato Camponotus nylanderi perché sono quelle su cui ho più sospetti anche se il capo lo vedo troppo grosso.
https://youtu.be/7CS85MS2AHc
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GiuseppeA - Messaggi: 411
- Iscritto il: 9 apr '14
Re: Identificazione operaie minor e major
Bud Spencer direbbe: " La supposta è giusta!"
Lo scrivi male però, la prima "i" è una "Y" e l'ultima è una "i".
Di solito l'ultima è quasi sempre una "i" se il nome del gruppo specie è un patronimico, cioè riferito ad un nome moderno di persona (maschio, singolare, non latinizzato) dato che è un genitivo latino di seconda declinazione.
Se è un nome singolare moderno non latinizzato di donna si aggiunge "ae".
Se il nome (sempre non latinizzato) è plurale, cioè riferito a più persone recanti lo stesso nome proprio (ma anche comune nel caso di un'apposizione) si aggiunge "arum" se sono tutte donne, "orum" se c'è almeno un uomo.
Se l'autore sceglie di latinizzare il nome moderno (o è già un nome latino), per fare il genitivo si usano le regole della grammatica latina, quindi è possibile l'uscita del genitivo (singolare o plurale) di tutte e cinque le declinazioni.
L'autore può anche scegliere (ma non si fa quasi mai) di lasciare il nome (come apposizione) al nominativo, cioè invariato se non lo latinizza, con uscita del nominativo della relativa declinazione se lo latinizza.
Nulla toglie però che la scrittura valida del nome è sempre quella usata dall'autore nel lavoro di descrizione, anche se ha fatto un pastrocchio. Insomma: gli errori grossolani, in questo caso, se non corretti poi dall'autore stesso in lavori successivi diventano delle "figure di me**a" immortali nel tempo. Ecco per esempio come è che abbiamo il nome valido Monomorium viridum che, purtroppo, resterà così per sempre.
In questo nostro caso l'autore (Emery) ha dedicato la specie ad un altro mirmecologo (maschio): Nylander. Quindi ha usato il genitivo aggiungendo la "i" finale. Non ci interessa se lo ha latinizzato o no perché anche latinizzato sarebbe rimasto uguale e quindi sarebbe stato trattato come un nome di seconda declinazione terminante in "-er", che comunque fa il genitivo aggiungendo la "i".
Dato che ti eri autoidentificato la bestia e mi scocciavo stanotte ne ho approfittato per una piccola delucidazione sulle regole di nomenclatura. Pardon, ma il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica è un casino di pazzi, non è colpa mia!
Lo scrivi male però, la prima "i" è una "Y" e l'ultima è una "i".
Di solito l'ultima è quasi sempre una "i" se il nome del gruppo specie è un patronimico, cioè riferito ad un nome moderno di persona (maschio, singolare, non latinizzato) dato che è un genitivo latino di seconda declinazione.
Se è un nome singolare moderno non latinizzato di donna si aggiunge "ae".
Se il nome (sempre non latinizzato) è plurale, cioè riferito a più persone recanti lo stesso nome proprio (ma anche comune nel caso di un'apposizione) si aggiunge "arum" se sono tutte donne, "orum" se c'è almeno un uomo.
Se l'autore sceglie di latinizzare il nome moderno (o è già un nome latino), per fare il genitivo si usano le regole della grammatica latina, quindi è possibile l'uscita del genitivo (singolare o plurale) di tutte e cinque le declinazioni.
L'autore può anche scegliere (ma non si fa quasi mai) di lasciare il nome (come apposizione) al nominativo, cioè invariato se non lo latinizza, con uscita del nominativo della relativa declinazione se lo latinizza.
Nulla toglie però che la scrittura valida del nome è sempre quella usata dall'autore nel lavoro di descrizione, anche se ha fatto un pastrocchio. Insomma: gli errori grossolani, in questo caso, se non corretti poi dall'autore stesso in lavori successivi diventano delle "figure di me**a" immortali nel tempo. Ecco per esempio come è che abbiamo il nome valido Monomorium viridum che, purtroppo, resterà così per sempre.
In questo nostro caso l'autore (Emery) ha dedicato la specie ad un altro mirmecologo (maschio): Nylander. Quindi ha usato il genitivo aggiungendo la "i" finale. Non ci interessa se lo ha latinizzato o no perché anche latinizzato sarebbe rimasto uguale e quindi sarebbe stato trattato come un nome di seconda declinazione terminante in "-er", che comunque fa il genitivo aggiungendo la "i".
Dato che ti eri autoidentificato la bestia e mi scocciavo stanotte ne ho approfittato per una piccola delucidazione sulle regole di nomenclatura. Pardon, ma il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica è un casino di pazzi, non è colpa mia!

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winny88 - Messaggi: 9044
- Iscritto il: 23 giu '12
- Località: Napoli Vesuvio
Re: Identificazione operaie minor e major
Innanzitutto grazie per l'identificazione! Ora correggo il nome del video! Certo che per averlo scritto alle 2.23 ne avevi voglia di scrivere!!!! Comunque grazie
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GiuseppeA - Messaggi: 411
- Iscritto il: 9 apr '14
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