Classificazione tassonomica

Sezione dedicata allo studio scientifico delle formiche.

Classificazione tassonomica

Messaggioda tulindo » 05/05/2013, 16:24

Ciao a tutti!
Una premessa...
Come sappiamo ogni essere vivente è classificato dalla scienza della tassonomia. Questo forum è noto si occupa prevalentemente di un pezzettino dell'albero della tassonomia, in particolare della famiglia Formicidae (ovvero le nostre amate formiche).
Come spesso viene ricordato, nella parte più capillare dell'albero tassonomico (non so se questo sia il termine corretto) le formiche vengono classificate come genere (ex Camponotus, Lasius, Formica, ecc ecc) e più sotto ancora la specie (ex niger, flavus e altri per il genere Lasius. vagus, ligniperda e molti altri per Camponotus, ecc ecc).
Come insegnano i vari post di identificazione già la differenza tra generi richiede un occhio allenato...invece l'identificazione della specie corretta richiede molto spesso il parere di un esperto tassonomo e molte volte serve addirittura il microscopio.

Ieri, con dorylus e angelo.cardillo ho fatto una uscita sul monte cornizzolo e, parlando, tra le altre cose delle diverse specie di formiche trovate in giro, mi è venuta spontanea una battuta: "Ma chi riuscirebbe a convincere un alieno che io e george clooney (o brad pitt o altri fate voi) apparteniamo alla stessa specie?"

Tutti noi (l'essere umano) siamo classificati dalla tassonomia come Genere Homo, specie "homo sapiens" sottospecie "homo sapiens sapiens".
La domanda che mi pongo è la seguente: perchè la tassonomia va a contare addirittura i peli per differenziare (ad esempio) specie di formiche estreamente simili tra di loro (Formica picea e Formica lemani si distinguono per il numero di peli nel propodeo, Lasius platythorax e Lasius niger sono forse ancora più simili) e invece per quel che riguarda il genere umano si accontente di mettere in un unico calderone una grnde diversità di caratteristiche fisiche e temporali (la specie Homo sapiens è comparsa 200000 anni fa in africa e da li si è sparsa in tutti i continenti).

A me sembra che ci sia una disparità di trattamento... qual è il fondamento scientifico secondo cui una Lasius niger e una Lasius platythorax o Lasius emarginatus sono più diverse tra di loro rispetto a quanto non siamo diversi io ed un pigmeo o un cinese o uno sherpa o un africano.

La scienza in quanto tale dovrebbe essere universale... ma siamo poi sicuri che un tassonomo marziano vedrebbe il genere umano come una singola specie (anzi... sottospecie)? Io ho i miei dubbi.
Che ne pensate?
tulindo
PS: Mentre scrivevo questo post, mi è venuto un flash sulle citazioni bibliche del buon zambon e mi è venuta in mente la seguente:
Luca 6,41: Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?
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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda Bremen » 05/05/2013, 16:37

Non ho studiato tassonomia ne altre cose simili...ma mi viene in mente una cosa...se prendi una Lasius niger a Roma e ne prendi una a Londra avranno tutte e due i peli fatti in quel modo, lo scalpo in quella posizione ecc ecc...
Prendi un uomo...nessuno ha le orecchie davanti...naso che parte dall'attaccatura dei capelli o altro.Le Zebre hanno ognuna le righe in modo diverso, forse per questo ogni zebra dovrebbe essere una specie a se? Anche le formiche hanno tra loro microscopiche differenze che noi non possiamo apprezzare, negli uomini le vediamo perchè gli uomini li appartenendo alla stessa specie hanno possibilità di confrontarsi in maniera diversa...
Un amante dei cani riconoscerebbe il suo chiwawa tra tanti altri...che per lui sono tutti diversi, secondo me non è "discriminazione" ma visualizzazione...
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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda Quaxo76 » 05/05/2013, 16:41

Da quello che so io, a grandi linee, si parla di "specie" diverse quando non c'è la possibilità di accoppiamento, o quando, nel caso l'accoppiamento ci sia, la prole generata sia sterile (come nel caso del mulo).
Ora, all'interno di Homo sapiens, l'accoppiamento e la procreazione sono sempre possibili - George Clooney potrebbe, se volesse, produrre un figlio con una qualsiasi donna fertile del mondo. Ecco perché siamo tutti una sola specie.
Invece ad esempio una regina vergine di Lasius emarginatus non può venir fecondata da un maschio di L. niger, quindi si descrivono come specie diverse.
La differenza è che in Homo sapiens la variabilità di forme è piuttosto elevata, mentre nelle formiche, no - all'interno di una specie non cambia neanche il numero di peli. :)

Edit: ovviamente non è solo l'uomo ad avere questa variabilità. Anche gli altri mammiferi la hanno, basta vedere l'esempio dei cani e dei gatti - hanno moltissime *razze* ma sono una sola *specie*.

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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda asiletto » 05/05/2013, 16:43

Ci sono molte definizioni di specie.

Una buona definizione di specie mi sembra "individui che incrociati tra loro generano una prole feconda".

Non sempre la classificazione delle specie animali fatta dall'uomo e' corretta, vengono fatte spesso revisioni, le stesse specie si evolvono nel tempo.

Alcune specie considerate dall'uomo come distinte (tra cui tantissimi vegetali) si possono incrociare e produrre una prole in grado di riprodursi.
Vediamo che dicono anche gli altri

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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda winny88 » 05/05/2013, 16:58

In realtà il concetto di accoppiamento con produzione di prole fertile non è esaustivo. Accoppiamenti di specie diverse possono dare anche prole fertile, talvolta solo in un sesso, ma comunque fertile. Nel caso delle formiche comunque sembrerebbe esserci una strettissima selettività specie-specifica in accoppiamento e i casi documentati di accoppiamenti interspecie riguardano davvero pochissimi casi (sul forum mi pare si sia parlato solo del caso Messor minor X Messor wasmanni). Quindi la suddivisione in specie diverse in formiche anche quasi identiche in questo caso potrebbe essere giustificata anche solo dall'impossibilità di accoppiamenti fra loro (Lasius niger non si accoppia con Lasius alienus). Poi neanche io ho studiato per fare il tassonomo, ma credo che per validare una specie oggi ci sia bisogno di riscontrare una certa differenza all'interno del genoma rispetto alle specie simili. Non so quante debbano essere numericamente queste differenze ma ho il sospetto che confrontando genomi di Lasius niger e Lasius alienus se ne riscontrino (almeno in proporzione con la lunghezza del genoma stesso) molte di più che se si confrontano invece i genomi di un uomo di razza nera ed uno di razza asiatica :)
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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda tulindo » 05/05/2013, 17:17

Quaxo76 ha scritto:Ora, all'interno di Homo sapiens[/], l'accoppiamento e la procreazione sono sempre possibili - George Clooney potrebbe, se volesse, produrre un figlio con una qualsiasi donna fertile del mondo. Ecco perché siamo tutti una sola specie.Invece ad esempio una regina vergine di [i]Lasius emarginatus non può venir fecondata da un maschio di L. niger, quindi si descrivono come specie diverse.

Interessante... Questa tua affermazione è provata (non quella su G. Clooney ;) ma quella su maschi e regine) o è solo una tua supposizione?

winny88 ha scritto:Poi neanche io ho studiato per fare il tassonomo, ma credo che per validare una specie oggi ci sia bisogno di riscontrare una certa differenza all'interno del genoma rispetto alle specie simili. Non so quante debbano essere numericamente queste differenze ma ho il sospetto che confrontando genomi di Lasius niger e Lasius alienus se ne riscontrino (almeno in proporzione con la lunghezza del genoma stesso) molte di più che se si confrontano invece i genomi di un uomo di razza nera ed uno di razza asiatica :)

Anche questo è un ottimo punto... sarebbe interessante capire la differenza di genoma (che suppongo vada valutata in termine percentuale).
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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda Quaxo76 » 05/05/2013, 18:00

tulindo ha scritto:
Quaxo76 ha scritto:Ora, all'interno di Homo sapiens[/], l'accoppiamento e la procreazione sono sempre possibili - George Clooney potrebbe, se volesse, produrre un figlio con una qualsiasi donna fertile del mondo. Ecco perché siamo tutti una sola specie.Invece ad esempio una regina vergine di [i]Lasius emarginatus non può venir fecondata da un maschio di L. niger, quindi si descrivono come specie diverse.

Interessante... Questa tua affermazione è provata (non quella su G. Clooney ;) ma quella su maschi e regine) o è solo una tua supposizione?

Non è una mia supposizione, ma è quello che mi insegnarono (ai tempi) alle scuole e all'università. Ora però, come dice winny, la scienza è in costante evoluzione, quindi se ne conoscono delle eccezioni.
Come sempre però, la natura è molto più complessa e "liquida" del nostro linguaggio. Noi cerchiamo sempre di "inquadrare" tutto - dividere in specie e generi, in regni... A volte è difficile stabilire se un organismo è vivo o no, se è una pianta o un animale, figuriamoci se appartiene a una specie o ad un'altra. Noi vogliamo sempre schematizzare tutto, ma l'universo non sempre si lascia schematizzare...
(ecco, quest'ultima è una mia interpretazione personale! ;) )

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Re: Classificazione tassonomica

Messaggioda entoK » 05/05/2013, 18:23

Ovviamente è una opinione :mrblu: come potrà essere quella di chiunque altro, visto che la biologia non è il mio campo di studi e non ho un'approfondita conoscenza di genetica, ma personalmente trovo che il tuo sconcerto sia solo una questione di contesto e punto di vista antropocentrico.

In pratica "te vedi" molte più differenze fra i tuoi simili (anche se non sono così marcate) perché il tuo cervello è ovviamente plasmato per vivere fra i tuoi simili, in pratica penso che sia semplicemente "allenato" a distinguere bene le differenze fra "lineamenti" che hai visto fin dall'infanzia (e ci mancherebbe visto che sei un animale sociale e ne va della tua sopravvivenza).
:unsure:
In realtà per quel poco che ne so, gli esseri umani sono molto meno differenziati a livello genetico di quanto si pensa. Tanto che gli antropologi suppongono che ciò sia dovuto al fatto che per la gran parte parte della sua esistenza come specie, Homo sapiens costituisse sparute popolazioni molto spesso sull'orlo dell'estinzione! :shock: Una delle prove a sostegno di questa teoria, mi pare sia il fatto che la "Eva mitocondriale" sia databile al massimo a un periodo che è molto meno antico della prima comparsa come specie: ciò fa supporre che non si riesca ad andare oltre un "collo di bottiglia" di riduzione della variabilità intraspecifica. Sulla stessa falsariga, se ci fai caso, molte delle mutazioni abbastanza ovvie come fenotipi, come gli occhi azzurri (o verdi) o i capelli biondi (o rossi) sono del tutto assenti in alcune aree geografiche: a parte il continente di origine cioè l'Africa, hai mai visto orientali (o nativi amerindi) che non abbiano occhi e capelli scuri??! (a parte le ragazzine giapponesi che banalmente :lol: se li tingono) Se ci pensi è correlato al fatto che siano mutazioni relativamente recenti (non ricordo bene ma mi pare che per gli occhi azzurri si parli di comparsa negli ultimi 20'000 anni soltanto) e infatti sono comparse e propagate in un'area ristretta, proprio perché avvenute dopo ondate migratorie delle popolazioni relativamente recenti nella storia della specie.

Poi se ci pensi bene, per differenziare una specie a volte basta un particolare da poco ma che cambia tutto! :mrgreen: Mi viene in mente in ambito ornitologico che talvolta anche solo una pratica (o un periodo) di corteggiamento diverso, oppure una specializzazione nella dieta (pensa ai celebri fringuelli di Darwin) può bastare a selezionare e quindi col tempo a differenziare come specie, due popolazioni inizialmente molto simili. Tu magari non trovi che a prima vista dei peletti o delle spine in una formica significhino tanto, ma magari sono strutture essenziali nella loro vita sociale che fra di loro le portano subito a riconoscersi diverse: potrebbero servire a comunicare, a produrre certi odori o riconoscerli e chissà che altro che noi ignoriamo, in quanto abituati alla nostra fisiologia profondamente diversa! :shocked:

Alla fine, però, penso che noi siamo profondamente abituati a categorizzare che certe distinzioni e definizioni non sempre risultino forti alla stessa maniera: la natura talvolta è molto più graduale e complessa di quanto noi preferiamo per amor di preconcetto e ragione distinguere, ma questo è un problema epistemologico su cui si può sorvolare. :mror:
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