Identificazione sottofamiglie italiane

Sezione dedicata allo studio scientifico delle formiche.

Identificazione sottofamiglie italiane

Messaggioda Fiabo » 26/05/2015, 13:25

Da quando ho scoperto i mirmequiz, che ho letto e riletto, ho fatto enormi passi avanti nel riconoscimento delle formiche (pur rimanendo al livello beginner..). Li ho trovati uno dei contenuti più interessanti del forum, le risposte di Lucile sono veramente chiare ed esaurienti, niente di più istruttivo per chi è nuovo dell'ambito (ma immagino anche per chi non lo è).
Bene, detto questo sto cercando di fare chiarezza passo dopo passo per lo meno sull'argomento formiche italiane, documentandomi per lo più su internet, dato che non posseggo testi di tassonomia; magari il mio metodo di ricerca lascia un po' a desiderare (possibilissimo) ma non riesco a trovare quella chiarezza che ho invece trovato nelle risposte di Lucile.

Chiedo a qualche utente competente nell'ambito della tassonomia di rispondere intanto a questa domanda: Quali sono le caratteristiche necessarie e sufficienti per riconoscere ciascuna delle sette sottofamiglie presenti in italia?

Secondo la lista di F. Rigato del 2013 le sottofamiglie sono:
Amblyoponinae
Dolichoderinae
Formicinae
Leptanillinae
Myrmicinae
Ponerinae
Proceratiinae


Correggetemi se sbaglio o se ometto informazioni non rendendo univoca l'identificazione della sottofamiglia:
Formicinae: Peziolo singolo, ben visibile, conico. Addome suddiviso in 5 parti.
Myrmicinae: Peziolo doppio (peziolo e postpeziolo). (leggevo su un sito che il pungiglione è una caratteristica di tutta la sottofamiglia, non l'avrei detto, voi confermate?)
Dolichoderinae: Peziolo singolo. Addome diviso in 4 parti. (unica differenza con Formicinae?)
Ponerinae: Peziolo singolo. Addome con scanalatura evidente. Pungiglione.
Leptanillinae, Amblyoponinae e Proceratiinae: non so niente...

Sarebbe bello se qualcuno di voi avesse voglia di dare le risposte, magari associate a fotografie, alla fine si tratta solo di 7 sottofamiglie. Se venisse una bella scheda sarebbe un contenuto, secondo me, molto importante per il forum, almeno la distinzione tra le sottofamiglie presenti in italia potrebbe essere chiara a tutti, neofiti compresi.

Poi chissà, magari un po' alla volta, in futuri post, si potrebbe anche entrare nel merito delle sottofamiglie affrontando la distinzione tra i generi (sempre presenti in italia).. Dico così per dire, se avete tempo e voglia ovviamente.. se ne sapessi, lo farei io.. :yellow:

In realtà è esattamente il tipo di contenuto nel quale spero di imbattermi nelle mie ricerche.
Se invece non avete voglia di darmi la risposta articolata potete sempre passarmi un link dove posso reperire informazioni.

Grazie mille in anticipo!!
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Re: Identificazione sottofamiglie italiane

Messaggioda entoK » 26/05/2015, 14:24

Lucile aveva l'immensa fortuna di poter comunicare direttamente con chi era nell'ambito tassonomico e le sue spiegazioni ci erano state molto utili, purtroppo non sempre abbiamo avuto questa fortuna e molte cose le dobbiamo imparare cercando qua e là in letteratura (Antweb, Antwiki e progetti simili sono spesso un buon punto da cui partire a reperire risorse). Per questa ragione non ci siamo ancora bene arrischiati a fare quello che chiedi anche se un progetto simile riguardante il chiarimento delle chiavi da utilizzare come guida identificativa sul campo era stato in passato tentato.

Sì ti confermo quanto hai scritto e tutte le Myrmicinae hanno pungiglione, così come tutte le Dolichoderinae hanno la fessura anale, mentre le Formicinae l'acidoporo da cui spruzzano acido formico. La differenza principale fra il peziolo singolo delle Formicinae è che ha più o meno costantemente quella forma, rispetto al caso delle Dolichoderinae che invece è più variabile come forma e talvolta più nascosto (appiattito: in molte specie nostrane praticamente non si vede).
Si può aggiungere che Formicinae dovrebbero generalmente contraddistinguersi pure perché le pupe si imbozzolano. Queste e le Myrmicinae sono le sottofamiglie più diversificate: la seconda per la precisione è quella che consta il maggior numero di specie al mondo.

Per le altre sottofamiglie hanno alcuni tratti in comune perché evolutivamente si suppongono più arcaiche, per intenderci:
Immagine

Almeno per i casi italiani sono specie piccole e quasi tutte specie ipogee con occhi ridotti o assenti, che molto difficilmente avrai l'occasione di incontrare. Ti metto qualche nota lasciata da parte per un certo progetto, anche se alcune di queste informazioni andrebbero verificate ed essere poco generali (cioè legate a specie nostrane), almeno ti fai un'idea.

Spoiler: mostra
Ponerinae sono caratterizzate: dalla presenza di un singolo peziolo, da un addome diviso in due sezioni da una spessa banda circolare posta fra la sua parte anteriore e quella mediana e da un clipeo biforcato in due lobi, che scendono fino all'apparato boccale. La prima sezione dell'addome viene considerata facente parte del post-peziolo. Tutte le specie di ponerine presentano inoltre il pungiglione. Sono solitamente predatori specializzati in artopodi presenti al suolo.
Leptanillinae si ritiene, su basi genetiche, sia stata una fra le prime a differenziarsi dal resto delle Formicidae. Presentano perciò caratteri molto arcaici: sono formiche prive di occhi, pallide e minute. Il corpo affusolato è adattato a insinuarsi nei pertugi del sottosuolo, dove trascorrono l'esistenza. Particolarità di tutti i Leptanillini è il fatto che la regina non è nutrita mediante trofallassi, ma grazie all'emolinfa delle larve.
Proceratiinae hanno operaie simili alle Ponerinae si caratterizzano per gli occhi piccoli, il peziolo singolo, ma soprattutto per il secondo tergite dell'addome arcuato e molto sviluppato a scapito dello sternite, in maniera così insolita che si ritiene sia correlato alla loro particolare dieta. Risultano per lo più inosservate in quanto hanno abitudini ipogee e si nutrono in maniera molto specializzata di uova degli artropodi terricoli.
Amblyoponinae hanno adulti incapaci di nutrirsi direttamente o per trofallassi, al contrario sfruttano la particolarità di pungere le proprie larve e succhiarne l'emolinfa senza arrecar loro danni. Le operaie si caratterizzano per gli occhi piccoli o del tutto assenti, il margine anteriore del clipeo con setae dentiformi, il peziolo ampiamente fuso con il successivo segmento addominale, il postpeziolo assente e il pungiglione ben sviluppato. Risultano solitamente inosservate in quanto tendono a non salire in superficie: nutrono le larve con artropodi terricoli.
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Re: Identificazione sottofamiglie italiane

Messaggioda Fiabo » 27/05/2015, 10:58

Grazie mille per le informazioni! Ma Lucile non frequenta più il forum?

Ma quindi per esempio le Messor che sono Myrmicinae hanno il pungiglione! Non credevo, ma lo usano?

L'acido formico, quindi è una caratteristica delle sole Formicinae?

Entok ha scritto:Si può aggiungere che Formicinae dovrebbero generalmente contraddistinguersi pure perché le pupe si imbozzolano.


Su questo devo dire che per esempio le Camponotus truncatus che sono Formicinae Camponotus Colobopsis truncatus non si imbozzolano, se non sbaglio tempo fa ho letto qui su formicarium che si tratta di una caratteristica comune a tutte le Colobopsis, ma correggetemi se sbaglio.
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Re: Identificazione sottofamiglie italiane

Messaggioda winny88 » 27/05/2015, 12:04

Sì, tutte le Myrmicinae hanno il pungiglione, anche i Messor. Molte specie però non lo adoperano praticamente mai o per ragioni etologiche (come appunto i Messor) o per ragioni anatomiche (pungiglione non più adatto a pungere, come per esempio in Crematogaster in cui non è più un ago ipodermico, ma è "aperto" a spatola).

Sì, solo le Formicinae producono acido formico.

Ci sono varie Formicinae che non producono il bozzolo oltre i Colobopsis. In particolare si tratta di alcuni Plagiolepidini come Prenolepis, Nylanderia, Paratrechina, Euprenolepis ecc.. In questi casi la mancanza del bozzolo è un "carattere nuovo" dovuto all'inattivazione, durante la filogenesi, del gene che produce la seta.

Inoltre ci sono alcuni casi di specie isolate all'interno di generi che normalmente ne producono, come in alcuni Polyrhachis e in alcune Formica. Qui però evidentemente la causa non è la perdita del gene della seta perché capita che in queste stesse specie le pupe dei sessuati siano invece imbozzolate. Quindi direi che si tratta di una "scelta" evolutiva.

Va ricordato inoltre il caso di Oecophylla in cui le pupe sono quasi sempre nude, ma non perché le larve non producano seta, anzi... Il motivo è che la seta che producono viene usata per un altro scopo e quindi le pupe vengono, in un certo senso, deprivate dell'opportunità di avere un bozzolo.
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