- Informazioni generali sul mantenimento di una colonia
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- Formicaio artificiale a lastre affiancate
- Scheda: Messor capitatus
- Formicaio artificiale in gasbeton (ytong)
- Lista specie italiane
- Costruire un formicaio in gesso (variante 2)
- Scheda: Crematogaster scutellaris
- Costruire un formicaio di gesso (variante 1)
- Scheda: Lasius niger
- Scheda: Camponotus vagus
- Nidi di legno per formiche carpentiere
- La dieta Bhatkar
- L' antifuga e l'arena esterna
- Formicaio "ibrido" - (variante 3)
Scheda: Lasius fuliginosus
Nome scientifico: Lasius (Dendrolasius) fuliginosus
Famiglia: Formicidae
Sottofamiglia: Formicinae
Genere: Lasius
Sottogenere: Dendrolasius
Ginia: Monoginica.
Regina: dimensioni 5 - 6 mm; colore nero lucente.
Operaie: nero lucido, dimensioni 3-6 mm, con caratteristico capo a forma di cuore; non presenta caste distinte.
Areale di distribuzione: Diffusa in tutta Italia in ambienti diversi, dalla pianura dove è meno comune, ai 900-1000 m, anche sopra i 1500 metri nelle regioni più a sud. La sua presenza è dubbia in Sicilia.
Alimentazione naturale: Melata e piccoli artropodi.
Alimentazione artificiale: Miele o zucchero diluiti, insetti (vivi e morti) preferibilmente piccoli e medi, meglio di tipo "morbido”, frutta dolce; sperimentato anche paté per gatti.
Umidità: Fornire un gradiente con parte asciutta e parte umida
Temperatura ideale di sviluppo: 20-27°C
Ibernazione: Obbligatoria.
Formicai in natura: Nidifica preferibilmente negli alberi sia morti che vivi; occasionalmente è stata rinvenuta anche nel terreno, o nelle fessure di muri, probabilmente non per scelta ma per la difficoltà di trovare un ambiente a lei idoneo, dimostrando adattabilità; non è dato però sapere se in questi casi ha edificato i classici padiglioni di cartone masticato per cui è nota. Questa formica infatti predilige le parti interne degli alberi, costruendo nel tronco particolari strutture di legno masticato e mescolato con la sua saliva, che si sviluppano in un materiale “vivo” in quanto costituito in parte da un micelio simbionte, il Cladosporium myrmecophilum, che dà stabilità alla struttura e le cui spore vengono trasportate dalla regina fondatrice nella sacca infrabuccale, dalla quale un organo a filtro impedisce l'ingestione delle spore stesse”.
Formicai artificiali: Per questa specie il nido ideale è nel legno, quindi meglio dopo la fase di fondazione tentare di alloggiarla nel suo materiale preferito. Sarebbe interessante cercare di sviluppare un modello che permetta di osservare lo sviluppo del micelio e la tecnica di costruzione adoperata. Attualmente non si trovano informazioni in rete di allevatori che siano riusciti a far sviluppare la colonia come in natura!
In alternativa può essere mantenuta in nidi di gesso, gasbeton, sabbia e terra.
Difficoltà: Delicata in fase di fondazione, non indicata ai principianti.
Indole: Formica molto laboriosa, organizzatissima, prolifica e abbastanza combattiva.
Periodo di sciamatura: distribuito da maggio a Settembre, maggior concentrazione nei mesi più caldi.
Tipo di fondazione: Parassitaria. La specie preferita è Lasius (chthonolasius) umbratus, ma può fondare anche con tutti i Lasius (Chthonolasius) spp. Più regine possono fondare nella stessa colonia (pleometrosi), con possibili casi di poliginicità, anche se in cattività sopravvive solo una regina dopo che si è raggiunto un certo numero di operaie. Sono le stesse operaie di L. fuliginosus che le eliminano.
Sono state sperimentate anche altre specie ausiliarie (addirittura con Formica cunicularia), ma per ora i risultati non si sono dimostrati sempre positivi. La regina viene adottata, ma sembra che non ci sia un seguito alla crescita della colonia.
Se si utilizza come ausiliaria Lasius umbratus, la fondazione potrebbe aver difficoltà a causa del fatto che le operaie sono un pò delicate nelle prime fasi, essendo ipogee e nutrendosi soprattutto della melata di afidi radicicoli. Questo crea dei problemi, perché scegliendo Lasius umbratus si rischia di ritrovarsi in breve con una popolazione morente o fortemente debilitata.
Il metodo per ora migliore per creare una nuova colonia è quello di far adottare la regina da un piccolo manipolo di operaie con almeno una trentina di pupe, meglio un centinaio. Si può tentare anche con le stesse operaie di Lasius fuliginosus ma è meglio che provengano con certezza da un nido estraneo. Meglio ancora se accompagnate da pupe o larve.
Le operaie di Lasius, meglio se giovanissime, vanno tenute per qualche tempo in una provetta con tutte le pupe disponibili (altre pupe possono essere aggiunte anche in un secondo momento) in modo che si tranquillizzino e si sentano al sicuro rivolgendo tutta l'attenzione alla prole. Introdurre la regina quando è tranquilla, accoppiando le due provette.
In caso di abbinamento con operaie adulte è meglio immettere, tramite un tubetto chiudibile, una operaia per volta, quando non si verificano più atteggiamenti aggressivi aggiungere le altre.
La regina normalmente si nutre anche da sola, ma se le vengono fornite larve, potrebbe cercare di nutrirle e quindi affamarsi per cui conviene fornire pupe il più possibile pronte a schiudersi (leggi bozzoli). La regina stessa parteciperà attivamente all'apertura dei bozzoli. Se la provetta è abbastanza stretta, presto verrà accettata dalle operaie.
Dopo qualche giorno, aprire la provetta in arena e fornire zucchero di canna inumidito e acqua.
Se è regolarmente nutrita, quando verranno raggiunte almeno 30 operaie, inizierà a deporre. A quel punto lo farà in modo massiccio e quindi bisognerà cominciare a fornire anche proteine, meglio se sotto forma di insetti morbidi.
Questo dovrebbe accadere dopo 15/20 giorni. In questa fase è importante continuare a fornire una grande quantità di cibo proteico in modo da permettere un rapido sviluppo delle larve.
Verso ottobre la colonia va messa in un luogo freddo per affrontare l'inverno. Porre attenzione all'umidificazione che non deve essere eccessiva.
Al risveglio in primavera le attività diverranno frenetiche portando allo sviluppo contemporaneo delle larve in pupe e infine alle prime nascite.
Riprenderanno le deposizioni. Dopo qualche tempo nasceranno le prime operaie che verranno regolarmente bloccate e disturbate delle operaie di Lasius. Il fatto però di avere un gran numero di larvette che richiedono attenzioni, porta a distrarre molto le ausiliarie che permetteranno alla maggior parte di nuove nate di sopravvivere. Le nuove nate non si vedranno mai in arena per almeno i primi 10 giorni. Dopo di che inizieranno ad avventurarsi fuori in cerca di cibo spinte dalle necessità della colonia.
Se sono state fornite più di 100 operaie, alla fine del secondo anno la colonia sarà popolosissima; dal terzo anno si potrebbero avere già degli alati.
In cattività possono vivere in quasi tutti i materiali, ma si tratta di una specie piuttosto determinata, se decide di scavare c'è poco da fare; prevedere quindi sistemi di antifuga e contenimento. La soluzione migliore dovrebbe essere gasbeton con nido orizzontale e possibilmente colorato di chiaro per migliorare l'osservazione.
Nella seguente immagine si può notare che l'organizzazione di queste formiche è ammirevole: esse dividono rigidamente i vari stadi di sviluppo della covata per età: uova, larve schiuse, larve in sviluppo, poi più grandi e infine la stanza di filatura dei bozzoli e quella di maturazione...
Questa scheda è stata compilata raccogliendo le informazioni di chi per primo ha sperimentato con maggiore successo l’allevamento di Lasius fuliginosus, Angelo Cardillo, Luca Bertoni e Luca Bosetti. Inizialmente solo Angelo Cardillo era riuscito a sviluppare colonie per più anni con popolazioni stabili di sole operaie fuliginosus, ora che il sistema di fondazione è stato risolto con tecniche diverse di adozione, questa specie presenta incognite solo nella fase di sviluppo avanzata, in quanto le colonie più numerose andrebbero indotte a spostarsi in nidi misti con un nucleo in legno, in modo da sperimentare il "lato oscuro” di questa interessante formica.
Tutti sono invitati a partecipare al perfezionamento delle schede con le proprie esperienze. Scrivete a me (Giannibert) o ad altri moderatori se avete riscontrato imperfezioni o se avete la vostra esperienza da comunicare.
Due immagini della notevole estroflessione del gastro della regina: le operaie la seguono assiduamente, circondandola di attenzioni. Nonostante l'addome pesante, la regina gode di una buona mobilità.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 20 Aprile 2018 18:49)