Allevamento in semi-cattività

Osservazioni sul comportamento delle formiche.

Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 21/08/2011, 11:03

Priscus ha scritto:Il tuo discorso è giusto, imparare dai propri errori è senzaltro comune a molte specie animali, anche insegnare ai propri figli o sorelle lo è, ma qui siamo ancora abbastanza indietro nella catena evolutiva o perlo meno siamo lontani dal ceppo di creature che si è evoluta per imparare.




Io non mostrerei tanta sicurezza...basta osservare ciò che accade ogni giorno nei nostri allevamenti. :winky:

Anzitutto l'apprendimento è nato forse prima ancora dell'istinto...poichè le specie che si trovavano ripetutamente a fronteggiare una data situazione, hanno poi iniziato (secondo meccanismi ancora non conosciuti) a tramandare tale comportamento acquisito dall'esperienza diretta da generazione a generazione...diventando poi una cosa istintiva.

Tu parli del coprire il miele o altre sostanze vischiose. Ma se osservi, solitamente almeno una operaia muore invischiata, prima che tale meccanismo si inneschi. Dopo non succede più e il comportamento permane nella colonia. Questo indica un apprendimento. La prima operaia che ha avuto contatto con il materiale vischioso, è morta (poichè non aveva un bagaglio conoscitivo del materiale nuovo)...le altre, capito il pericolo, hanno istintivamente reagito mediante un "modus operandi" classico del loro bagaglio istintivo...cioè usare terra per coprire i materiali vischiosi e pericolosi.

Questo è un chiaro esempio di come apprendimento ed istinto agiscano insieme. Prima si passa dall'esperienza diretta verso un nuovo stimolo (goccia di miele), quindi c'è l'apprendimento ( la goccia di miele è appiccicosa poichè l'operaia ci è morta dentro) e infine la reazione istintiva, dettata dalla natura primordiale delle formiche (prendere pezzi di terra per coprire il materiale pericoloso).

Un'altra facile osservazione è associata alla caccia. Se in una colonnia di 300 operaie poni un insettino vivo, ci impiegheranno un tot di minuti ad ucciderlo e portarlo nel formicaio (esempio, 10 minuti), con un dispendio di operaie di un certo numero.

Se prendi una colonnia cresciuta in natura, lo stesso insettino lo faranno fuori e porteranno nel formicaio in un quarto di tempo e con la metà delle operaie messe in gioco. Questo perchè la colonia domestica, non è abituata a cacciare (gli uccidiamo noi gli insetti). Istintivamente riconoscono la preda e la attaccano...ma la capacità di cooperazione e le tecniche per fronteggiarle sono evidentemente un insegnamento acquisito. Man mano che gli si da prede vive, la colonia migliora e diventa sempre più efficiente.

Queste sono tutte prove che dimostrano come l'esperienza porta all'apprendimento e, quest'ultimo, porta a comportamenti alla lunga stereotipati che infine vengono acquisiti dalla specie come istintivi (per poi essere tramandati alle generazioni successive).

Chiaramente questo è si un meccanismo che avviene in molto tempo e, soprattutto, avviene quando una certa esperienza viene vissuta in modo ripetuto e costante. :smile:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Ruben » 21/08/2011, 13:23

Luca mi hai fatto pensare alle batoste che ricevettero le mie Pheidole susannae dalle Lasius la prima volta che queste le hanno attaccate!(specie da loro mai viste)
battaglie furiose e disperate e rotte continue...
dopo il terzo trasferimento hanno capito, e adesso le respingono dal loro territorio.
poi io le ho respinte da casa,altrimenti mia moglie respingeva me :redface: :mrgreen:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 21/08/2011, 15:18

Ruben ha scritto:Luca mi hai fatto pensare alle batoste che ricevettero le mie Pheidole susannae dalle Lasius la prima volta che queste le hanno attaccate!(specie da loro mai viste)
battaglie furiose e disperate e rotte continue...
dopo il terzo trasferimento hanno capito, e adesso le respingono dal loro territorio.
poi io le ho respinte da casa,altrimenti mia moglie respingeva me :redface: :mrgreen:



Una buona parte della vita e dell'ecologia nasce proprio dall'apprendimento. :smile:

Vale per ogni essere vivente su questo mondo...dal più piccolo al più grande. :smile:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 21/08/2011, 20:32

Luca.B ha scritto:La prima operaia che ha avuto contatto con il materiale vischioso, è morta (poichè non aveva un bagaglio conoscitivo del materiale nuovo)...le altre, capito il pericolo, hanno istintivamente reagito mediante un "modus operandi" classico del loro bagaglio istintivo...cioè usare terra per coprire i materiali vischiosi e pericolosi.
Un'altra facile osservazione è associata alla caccia. Se in una colonnia di 300 operaie poni un insettino vivo, ci impiegheranno un tot di minuti ad ucciderlo e portarlo nel formicaio (esempio, 10 minuti), con un dispendio di operaie di un certo numero.


interessante e verosimile, ma la fonte di queste nozioni è la tua esperienza diretta o i libri di qualche studioso o ipotesi? Anche in molti animali più evoluti ultimamente stanno rivalutando la differenza-correlazione tra istinto e apprendimento, sembra effettivamente che le due cose convivano insieme in ogni cosa, quasi fondendosi. mah :unsure:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 22/08/2011, 0:29

Per ora sono semplici osservazioni e ipotesi e deduzioni nate da queste.

Tuttavia tali ipotesi nascono da meccanismi già ben noti agli etologi per altre questioni...come l'apprendimento di tecniche di apertura dei semi in molti uccelli, l'apprendimento di rotte migratorie, l'apprendimento di cibi buoni e cattivi, ecc... :smile:

Insomma, non mi sembra tanto strano che ci sia una buona parte di apprendimento in una colonia. Tanto più che possiamo pensare alla colonia come ad un cervello...ed il cervello fa proprio questo...apprende in base alle esperienze. :smile:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Priscus » 22/08/2011, 0:40

Forse non mi sono spiegato bene, io ho potuto constatare personalmente che le formiche apprendono, l'esempio più classico è quello della varietà alimentare.

Se cambio nutrimento alle formiche inizialmente sembrano non accettarlo, poi succede che una o più operaie si nutrano e passino la sostanza alle altre, a quel punto in poco tempo tutta la colonia accetta il nuovo cibo.
E' anche senzaltro vero che difronte ad un coleottero, avendo esperienza sui suoi punti deboli le formiche abituate a ucciderlo lo fanno certamente più velocemente delle altre, ma siamo ancora in un discorso piuttosto ampio e variabile.

L'alimentazione e le prede variano da generazione in generazione e da colonia in colonia dato il diverso habitat. Parlando di meccanismi più comuni come l'attacco e la difesa tra formiche, siamo in presenza di meccanismi affinati in secoli di evoluzione, lo scappare da pericoli elevati oppure aiutarsi per sopraffare un nemico più forte fà ormai parte del loro istinto.

Ovviamente ci sono colonie più abituate alle guerre per il territorio di altre, ma solo 300 operaie contro un minimo di 3.000 e un massimo di forse 100.000, nemmeno le più "addestrate" delle formiche potrebbero resistere a lungo. Questa specie non ha meccanismi difensivi eccelsi come pungiglioni veleniferi, repellenti o fenomoni.
Questa è una specie che conta sulle dimensioni e sul numero dato la loro prolificità, fuori scala per le altre Camponotus sp.

Io continuo a pensare che questa sia la causa principale, di una colonia come questa, immensa in un territorio non libero dalle altre.
Poi c'è anche il caldo, qui da mè ci sono 28 gradi e le C.ligniperda sembrano aver spostato le loro attività da tarda serata a notte inoltrata, alle 14:00 non le vedo quasi mai fuori dal nido sotto il mio grosso faggio e loro hanno sempre una profonda rete di cuniculi dove trovare il fresco.

Secondo mè un medesimo esperimento, fatto a Marzo avrebbe dato molte più possibilità alla colonia dato le temperature fovorevoli per loro più che per le altre e la minor espansione delle colonie limitrofe.

PS: ancora adesso alcune delle mie F.fusca muoiono nel miele o le nuove nate sono "rincoglionite" o lo sono i loro insegnanti :uhm:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 22/08/2011, 10:14

effettivamente è un discorso complesso, forse una posizione intermedia?
A me sembra semplicemente che le operaie escano e non facciano più ritorno...
Se troverò altri indizi ve li comunicherò, così potremo fare altre considerazioni e avvicinarci alla soluzione del mistero... :cop:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 22/08/2011, 10:38

Priscus ha scritto:
Ovviamente ci sono colonie più abituate alle guerre per il territorio di altre, ma solo 300 operaie contro un minimo di 3.000 e un massimo di forse 100.000, nemmeno le più "addestrate" delle formiche potrebbero resistere a lungo. Questa specie non ha meccanismi difensivi eccelsi come pungiglioni veleniferi, repellenti o fenomoni.
Questa è una specie che conta sulle dimensioni e sul numero dato la loro prolificità, fuori scala per le altre Camponotus sp.



Concordo con te...e, sono abbastanza certo, che anche le formiche concordino. :smile:

E' proprio su questo punto che le colonie cresciute in cattività mostrano la loro "ignoranza" e inesperienza... :yellow:

Una colonia di 300 operaie, cresciuta in libertà, sicuramente farà di tutto per passare inosservata...sapendo che intorno a lei ci sono colonie molto numerose (quindi più pericolose), e predatori. Usciranno in massa solo nei pressi del nido in caso di attacco dall'esterno e, anche in questo caso, è più probabile che usino la tattica della difesa dell'entrata del formicaio...che non lo scontro diretto in campo aperto (proprio perchè le precedenti esperienze gli avranno insegnato che poche operaie possono difendere abbastanza bene un buchino, avendo le spalle protette, che non affrontare una battaglia in campo aperto, dove sarebbero attaccabili da tutti i fronti).

La colonia di PomAnt, cosa ha fatto invece? Ha mandato allo sbaraglio 200 operaie...perchè non aveva il bagaglio di esperienza per capire che era pericoloso farlo, poichè, facendo così, avrebbe attirato troppa attenzione e nel campo aperto sarebbe stata più vulnerabile.

Nei formicai in natura solo una bassa percentuale di operaie esce...mentre le altre restano al sicuro nel formicaio. Questo meccanismo, a quanto pare, potrebbe non essere un meccanismo istintivo ma acquisito...o, almeno, la componente acquisita essere determinante.

Meccanismo che la colonia di PomAnt sta apprendendo non con poche perdite... :winky:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 22/08/2011, 20:54

troppe perdite direi, e in percentuali troppo vicine al 100% delle perdite. Le operaie sono uscite poche alla volta in realtà. Dev'esserci qualcosa di grave sotto, per esempio potrebbero essere indebolite per vari motivi e non riuscire più a orientarsi per il ritorno. Voglio dire che sospetto pesantemente che vi siano fattori singolari che in questo caso portino a perdite estreme di operaie. Al momento siamo a circa 80 operaie, oggi non ho visto operaie in giro.

Ho approntato la seconda casetta con la seconda specie selezionata, le Lasius emarginatus. Entrambe le specie sono state raccolte vicino a casa e resistono bene al calore (altrimenti andrebbero interrate).

Il comportamento delle Lasius emarginatus è stato sorprendente ma allo stesso tempo prevedibile; decisamente agli antipodi rispetto alle Camponotus vagus! Appena installate hanno esplorato rapidamente e SOCIALMENTE il territorio accanto a loro, in 30min avevano già raggiunto la base dell'albero; dopo un'ora una lunga fila raggiungeva la base dell'albero e si allargava a macchia d'olio, dopo un'indagine ho scoperto un paio di esploratrici di Lasius niger catturate. Come diceva Luca, sembrava una reazione esagerata, quasia allergica alla presenza di intrusi: su 1000 operaie la metà erano sul piede di guerra (oltre che dell'albero :lolz: ) che brulicavano. Purtroppo l'epilogo lo immaginavo per esperienza. Dopo un paio d'ore infatti le L.niger (chissa da dove) avevano inviato il loro esercito temprato anche se non molto più numeroso sembrerebbe... ma l'ultimo colpo di scena permetterà alle L'emarginatus di salvarsi... aperta la casetta per verificare la situazione all'interno ho trovato almeno 800 operaie! Che peccato non aver potuto vedere gli ultimi avvenimenti! Tuttavia ne dedurrei con una certa sicurezza che le Lasius emarginatus, quando si sono viste affrontare con decisione a 2 metri (molto per loro) dalla loro colonia hanno pensato bene di ritirarsi in buon ordine limitando tantissimo le perdite. Ora difendono massicciamente l'entrata del loro nido dall'interno del tubo.

Se dovessi sparare un'ipotesi, sviluppando velleitariamente quella di Luca direi che se veramente esiste un'apprendimento della colonia così marcato nelle colonie sociali si nota molto di più in quanto sono più capaci di comunicare tra loro mentre per esempio le Camponotus sp. essendo più individualiste, apprendono più lentamente.

Ecco alcune foto del nuovo "insediamento"! Notare la "colonna" in uscita dal nido.

Immagine

Immagine

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Domani vado in montagna, purtroppo per ridurre i rischi ho sguinzagliato le solite serviformica per calmierare la zona e rischiare di meno di trovarmi la colonia sterminata... :-?
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 22/08/2011, 21:30

PomAnt ha scritto:Se dovessi sparare un'ipotesi, sviluppando velleitariamente quella di Luca direi che se veramente esiste un'apprendimento della colonia così marcato nelle colonie sociali si nota molto di più in quanto sono più capaci di comunicare tra loro mentre per esempio le Camponotus sp. essendo più individualiste, apprendono più lentamente.


Secondo me hai centrato un punto di vitale importanza di questi insetti. :smile:

Una colonia è come un cervello, dove ogni operaia rappresenta un singolo neurone. Maggiore è il numero di neuroni (singole operaie) più potenzialità ha il cervello.

Ma questo, da solo, non basta! :smile:

Una delle caratteristiche che fa la differenza tra cervello e cervello (quindi che influisce sulla maggiore o minore intelligenza di un individuo) sono le connessioni tra neuroni. Un maggior numero di connessioni porta a migliori prestazioni e capacità del cervello...quindi ad una maggiore e migliore risposta a stimoli (e da qui una maggiore intelligenza). Quando parliamo di allenamento del cervello, ci si riferisce proprio al potenziamento di tali connessioni (nelle fasi giovanili è di vitale importanza poichè se un cucciolo viene stimolato molto svilupperà molte più connessioni...quindi sarà più intelligente).

Tornando alle formiche, a parità di operaie (quindi di singoli neuroni) una specie molto sociale (come le Lasius, Tetramorium, Pheidole ecc...) svilupperà molte interazioni tra le varie operaie (quindi molte connessioni tra singoli neuroni)...al contrario di specie più individualiste come le Camponotus.

Quindi, sempre a parità di numero di operaie, una specie sociale sarà più intelligente di una individualista...quindi avrà una maggiore capacità di apprendimento e risponderà in modo più pronto a nuovi stimoli...quindi, posta in una situazione come la tua, avrà più probabilità di cavarsela e in minor tempo apprenderà come si vive all'aria aperta. :smile:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 22/08/2011, 23:06

Stasera è pure partito l'impianto di irrigazione, il risultato è che (forse anche quì per mancanza di apprendimento o semplice non conoscenza del territorio) le serviformica sembravano tutte annegare nelle gocce mentre le Lasius niger avanzavano compatte e quasi immuni alla pioggia artificiale, ne hanno approfittato per sbaragliare la testa di ponte delle serviformiche. Incredibilmente dal loro singolo ed invisibile buchino (che ho infine trovato, davvero solo un insignificante buco di 4mm) ormai erano uscite in almeno 2000. Inoltre lo sbalzo di temperatura causato dalla doccia fredda sul nido di serviformica ha creato una megacondensa alla quale si sono appiccicate operaie e prole.
Bastonato su tutta la linea ho dovuto ritirare il nido per passare alla terribile "soluzione finale":
Frontalino, accendino e bomboletta, io rigorosamente in mutande, a dare una rapida passata in stile napalm.
Sicuramente qualche vicino si sarà affacciato alla finestra... :roll: ...
Poi ho tappato con il cotone l'entrata del nido delle Lasius Emarginatus, onde evitare terribili sorprese al rientro dalla giornata di trekking domani.

Speravo che le cose andassero più lisce e non degenerassero fino a questo punto.... :cry:

Spero di non aver fatto torcere le budella a nessuno.
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Ruben » 22/08/2011, 23:43

Non vedo cosa altro potevi fare... :unsure: :sad1:
Leggo tutto cio con sommo interesse,non mi sarei mai aspettato una perdita cosi massiccia e soprattutto continua da parte delle vagus, ma dalle emarginatus invece avrei detto che sarebbe andata cosi come è stato.
belle queste osservazioni originalissime,di risposte delle colonie utili a capire meglio la loro etologia...
effettivamente è chiaro che in cattività non possiedono tutto il bagaglio di conoscenze che acquisirebbero in natura,se ci pensate allo stato libero una colonia di vagus prima di arrivare a 300 operaie quante ne devono morire predate e in scaramucce varie? quante prede devono affrontare per portare le proteine necessarie?
e intanto apprendono e si forma l'elite di operaie temprate...
quando in natura arrivano a 300 in realtà ne saranno morte almeno 100-150,faccio per dire...
in cattività tutto cio che nasce rimane...
e non imparano...
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda Luca.B » 23/08/2011, 0:03

Già...le nostre coloniette crescono prima ma deboli...mentre in natura la crescita è molto più stentata ma la colonia che ne viene fuori è decisamente più forte. :smile:

Per questo parlavo di un periodo di "apprendistato" prima di porre la colonia in semilibertà...magari facendola passare prima da un'arena grande, in cui ogni tanto mettergli qualche rivale, qualche predatore ecc... :unsure:
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 23/08/2011, 20:11

Ora le lasius presidiano l'entrata del tubo e escono meno spavalde e padrone del mondo. Tuttavia un piccolo numero (200ca) si ostina a pattugliare la base dell'albero agressivamente. Le povere Lasius niger si sono ritirate nella loro microtana ma le Lasius emarginatus devono aver trovato ancora da attaccar briga, questa volta contro un'avversario molto più alla portata direi; ho infatti trovato un'operaia con una minuscola formica gialla (2mmca) attaccata ad un'antenna.

Ho fornito un po' di acqua dolce sia a loro che alle vagus; le prime sono uscite in poche a bere, anche le vagus devono aver bevuto ma la presenza di una serviformica le ha fatte battere in ririrata.

Le emarginatus sembrano presidiare fisicamente il territorio (come un branco di leoni) mentre le vagus le paragonerei più agli elefanti che sfruttano la loro stazza per raggiungere i loro obiettivi singolarmente, e tendono a preoccuparsi meno di difendere il territorio anche attorno al nido.
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Re: Allevamento in semi-cattività

Messaggioda PomAnt » 24/08/2011, 22:18

2 giorni due! tanto hanno impiegato quelle pestifere di Lasius emarginatus per cominciare il trasferimento! :roll:

stasera le ho beccate al 35% circa del trasloco della prole, sospettavo potesse accadere perchè da subito le ho viste troppo prese a scavare ai piedi dell'albero; tuttavia vederle realmente traslocare mi ha fatto sobbalzare.

Ho provato emozioni contrastanti, da un lato l'orgoglio di vederle così intraprendenti (come se gli avessi insegnato qualcosa io! :roll: ) e la curiosità di vedere cosa sarebbe accaduto, dall'altro la consapevolezza che sarebbero diventate una colonia selvatica a tutti gli effetti, perdendone il controllo e la possibilità di effettuare vari studi.

Ho attivato subito il piano B tappando con un sasso già preparato il foro d'entrata, ora riescono a passare solo le operaie, teoricamente ho sempre pensato che bastasse ma adesso in pratica non credo che riportino dentro la prole anzi...

Nel turbine di emozioni che un po' mi confonde non mi resta che aspettare domani sera, quando rientrerò a casa, per vedere gli sviluppi. :tick:

PS IMPORTANTE!!!: LA REGINA ERA STATA RACCOLTA A QUALCHE METRO DA CASA, RICORDO A TUTTI CHE QUESTI RISCHI DI FUGA SI POSSONO CORRERE SOLO CON REGINE AUTOCTONE (RACCOLTE CIOE' ENTRO POCHI KM DA CASA)! QUESTO PER EVITARE L'INQUINAMENTO GENETICO IN PRIMIS.
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