Camponotus nylanderi, osservazioni personali
Inviato: 11/03/2015, 17:22
Apro un breve diario per unirmi e confrontarmi con tutti quelli che stanno allevando Camponotus nylanderi, e che qui ringrazio per i racconti già pubblicati.
Questa formica fino a poco fa era stata ingiustamente poco considerata, anche per l’assenza di risultati positivi di chi aveva già tentato.
Uno dei motivi che ha scoraggiato molti è che come tutte le nostre specie maggiori che sciamano in autunno, il primo anno utile registra una crescita lentissima, da paragonare quasi alle famigerate C. herculeanus e ligniperda. Qui però ci troviamo di fronte a una specie dai climi caldi, non si capisce perciò perché non sia più simile alla prolifica e rapida C. vagus, alla quale geograficamente sembra più vicina.
Di fatto il primo anno tutti registrano nascite scarse, e tempi lunghissimi di sviluppo.
La distribuzione della specie, limitata alle regioni del sud, non ha permesso a un gran numero di utenti di confrontarsi coi pochi che hanno accesso alle sciamature autunnali, e sono passati alcuni anni senza che avessimo risultati dettagliati e incoraggianti.
Finalmente alcuni di noi hanno cominciato ad avere dei successi: pazienza, attenzione, coincidenze fortuite e regine collaborative… tutti particolari indispensabili per chi vuole accostarsi a questa che è una delle nostre specie più grandi come dimensioni.
Adesso abbiamo una quantità di informazioni sufficienti a compilare una scheda di massima abbastanza buona e a poter confrontare metodi, scelte e situazioni diverse, e così anche cominciare ad avere delle certezze in merito. Vi racconto quindi le mie esperienze dirette con Camponotus nylanderi, così che anche gli altri allevatori possano fare confronti, muovere critiche, esprimere dubbi.
Ho ricevuto questa regina da Sacrista nel settembre 2013, provenienza Agrigento, sciamatura autunno 2012; non so altro su di lei. Qui si vede che è già intercorso quasi un anno dalla sciamatura, e ancora la regina non ha operaie. Eppure ha alcune larve e almeno 3 bozzoli, quindi potrebbe essere solo in FORTE ritardo!
E' già stata alimentata con miele diluito, ma forse si è anche mangiata larve o bozzoli prima di arrivare a me.
La tengo sotto osservazione, e vedo che almeno uno dei bozzoli è molto scuro, come se dentro ci fosse già la formica matura, ma al regina non sembra voler agire; nel timore di perdere un’occasione importante e su suggerimento di Luca, che ha già optato in altri casi per questa scelta, decido di “operare” il bozzolo incriminato.
Con pinzette, microscopio usb e bisturi, incido la seta del bozzolo nel punto meno rischioso, e con non poca fatica, estraggo una formica viva, che sta accennando i primi movimenti. Non ho molte speranze che sopravviva, perché mi sembra di aver bistrattato parecchio il bozzolo prima di riuscire ad aprirlo, invece il giorno dopo la piccola è sveglia e attiva, e ha i primi scambi con la madre degenerata.
Da questo momento le cose diventano più facili.
Sembra che la regina non avesse l’iniziativa o le capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, ma la prima operaia sa bene quale sia il suo compito: il 21 ottobre ci sono ben tre operaie attive nella provetta, e finalmente sembrano esserci braccia capaci per mandare avanti la colonia e accudire la covata. Lascio che la famigliola passi l’inverno in provetta a temperatura costante, intorno ai 15-20 gradi, e non ci sono altre nascite, anzi, due operaie muoiono senza motivi comprensibili.
Il 2 marzo 2014 la regina depone due uova, e il 13 maggio schiude il primo bozzolo dell’anno. Ora ci sono due operaie, più qualche larva e uovo, e nutro migliori speranze. Per favorire le deposizioni e dare un po’ di sprint alla famiglia, ho fornito una piccola blatta che è stata gradita e divorata; come anche altri hanno osservato, la regina ha sempre un addome voluminoso, e gradisce appendersi a testa in giù, quando le è possibile.
15 maggio: nasce la terza operaia e ci sono ben 5 bozzoli pronti a schiudere… Intravedo un piccolo salto di qualità nella colonia, che ora comincia ad attirare la mia attenzione.
Il 16 giugno siamo a 10 operaie, qualche bozzolo e alcune uova. Preparo un piccolo nido in gasbeton, perché l’acqua dell’anno scorso è quasi finita e penso che la provetta sia molto limitante per queste formiche; il gasbeton presenta rugosità che forse ricorderanno loro che sono formiche sotterranee, e la regina si appenderà molto meglio al soffitto…
Quando opera il trasferimento l’8 luglio 2014, la colonia conta 15 operaie e una piccola covata.
Le formiche sono molto timide, poco attive, sembrano dedicarsi interamente alla covata, eppure è certo che si alimentino, perché i loro addomi sono sempre dilatati.
Il trasferimento è facilissimo: essendo in provetta, è bastato collegare questa a un tubo di accesso all’interno del nido e ci si sono fondate subito; occuperanno solo due piccole stanze superiori, ignorando quasi le altre più basse, dove però accatasteranno rifiuti per tutta l’estate…
Questa colonia sembra avere più problemi alimentari di quel che mi aspettavo: benché sia ormai presente una discreta covata e la popolazione a settembre sia salita a circa 25 operaie, non manifesta interesse per le camole (nemmeno ferite o spezzate), dimostrando di accettare solo farfalline o ragnetti, oltre al miele, ovviamente.
Per fortuna in questo periodo, a Entomodena, Asiletto mi regala un barattolo di Drosophila hydei, e appena le metto a disposizione delle mie Camponotus nylanderi, queste impazziscono, attaccandole e masticandole a lungo. E’ possibile che a questo stadio della colonia le formiche siano schizzinose e rifiutino una gran varietà di cibi che sembrano non riconoscere, l’ho già osservato anche in altri casi, queste però sembrano particolarmente selettive…
Decido comunque di somministrare una volta al settimana Drosofile alla colonia e per la prima volta vedo lo sviluppo di una larva ben oltre le dimensioni che finora sono state tipiche per loro; non sono sicuro che solo un poco di alimentazione proteica abbia portato immediatamente a questo risultato, forse le formiche erano pronte comunque a far nascere una media-quasi-major, ma è molto probabile che un po’ di cibo più ricco abbia aiutato.
Agli inizi di settembre, intanto, avevo cominciato ad esporre il nido a un riscaldamento forzato. L’estate 2014 è stata fredda e piovosa, almeno qui al nord.
Così ho cominciato a pensare che in Sicilia, forse queste formiche non hanno spesso estati a 18-20 gradi. Essendo notturne, trascorrono gran parte della giornata sottoterra; è un sistema per essere al sicuro da predatori, data la loro colorazione appariscente, oppure un modo per sfuggire alla calura estiva?
E sotto terra, a che profondità staranno realmente durante il giorno?
Non saranno forse abituate a incubare in terreni molto caldi per gran parte delle 24 ore? Certo il tappetino non supera i 32 gradi… Così ho voluto vedere se la covata venisse sottratta alle temperature eccessive oppure accostata ai vetri e… il risultato è stato il raddoppio della covata nel giro di un mese, e lo sviluppo delle larve in bozzolo in tempi ridotti.
Il 17 ottobre ci sono 22 bozzoli, 15-20 larve e almeno una cinquantina di uova fresche.
Decido allora di prolungare ancora l’esposizione al tappetino, almeno fino a fine novembre. In fondo in Sicilia l’inverno dovrebbe essere mite e breve, e forse queste formiche di lontane origini africane, sopporteranno meglio di altre un letargo breve. Nella peggiore delle ipotesi posso aspettare la schiusa di tutti i bozzoli presenti e poi interrompere il caldo forzato, e l’11 novembre ho la soddisfazione di vedere nascere la prima major, che, se non ha dimensioni davvero ragguardevoli, presenta tutte le caratteristiche somatiche strutturali del soldato.
La colorazione è bellissima: dapprima un giallo sfumato fino al nero opaco del nastro, poi, dopo alcuni giorni di maturazione, un rosso mattone più scuro sul capo…
Ora decido l’azzardo, dopo essermi consultato con Fabrizio Rigato: non indurrò nessuna fase di ibernazione e starò a vedere come si comportano: fino a qui hanno superato brillantemente tutte le prove, perché anche le più solari Camponotus vagus, nonostante si sottopongano ad alte temperature, rallentano la loro attività. Queste qui invece hanno accelerato, come farebbero Pheidole, Messor o Tetramorium, tutte formiche di forte impronta temofila, capaci di saltare il letargo se se ne dà loro l’occasione.
Il 23 dicembre ci sono più di 50 operaie e il mese dopo, il 23 gennaio 2015, superano il centinaio, con 20-30 bozzoli.
Ormai il nido provvisorio sta diventando piccolo e sporco, ne preparo uno nuovo dove le trasferirò alla prima occasione.
Quello che è certo è che queste formiche hanno bisogno… No. “Gradiscono”, le alte temperature.
Non metto in dubbio che si possa considerare una forzatura far saltare l’ibernazione alla colonia, ma forse non ne sappiamo ancora abbastanza.
Ricordate che i nostri sono esperimenti, e che pochi risultati non danno delle certezze. Di sicuro, sottoposta a calore abbastanza elevato per lungo periodo, la colonia non deperisce ma accelera. E’ molto probabile che essendo una formica terrestre, il caldo suolo siciliano mantenga una buona temperatura anche in profondità e forse qui, le nostre Camponotus nylanderi si ritirano non per ibernarsi, ma solo per allevare anche in inverno al propria covata, con lievi punte di rallentamento.
Potrebbe essere il motivo per cui sono predisposte ad accumulare più cibo di altre formiche nell'addome (ricordate il gastro sempre dilatato della regina), se vanno in profondità e non escono ma conducono una vita attiva, seppur rallentata per uno-due mesi. Ci sta che possano anche saltare l’ibernazione vera e propria.
Ultimamente la colonia accetta anche blatte e sto iniziando a svezzarle con gli adulti di Tenebrio molitor.
Come faccio a farle passare da cibi morbidi a cibi duri?
Ho preso un adulto di Tenebrio appena sfarfallato e depigmentato e l’ho inserito nel nido mentre è ancora tenero: le formiche l’hanno ucciso velocemente e lo hanno assaggiato trovandolo… appetibile. Chi sa che non riesca a far gradire loro anche le larve… è solo questione di tempi e modi!
Per ora ho finito.
Mi piacerebbe sentire adesso gli altri allevatori per vedere cosa ne pensano e sentire se hanno riscontrato anche loro le mie difficoltà alimentari, oppure se si ritrovano con le mie osservazioni.
A presto!
Questa formica fino a poco fa era stata ingiustamente poco considerata, anche per l’assenza di risultati positivi di chi aveva già tentato.
Uno dei motivi che ha scoraggiato molti è che come tutte le nostre specie maggiori che sciamano in autunno, il primo anno utile registra una crescita lentissima, da paragonare quasi alle famigerate C. herculeanus e ligniperda. Qui però ci troviamo di fronte a una specie dai climi caldi, non si capisce perciò perché non sia più simile alla prolifica e rapida C. vagus, alla quale geograficamente sembra più vicina.
Di fatto il primo anno tutti registrano nascite scarse, e tempi lunghissimi di sviluppo.
La distribuzione della specie, limitata alle regioni del sud, non ha permesso a un gran numero di utenti di confrontarsi coi pochi che hanno accesso alle sciamature autunnali, e sono passati alcuni anni senza che avessimo risultati dettagliati e incoraggianti.
Finalmente alcuni di noi hanno cominciato ad avere dei successi: pazienza, attenzione, coincidenze fortuite e regine collaborative… tutti particolari indispensabili per chi vuole accostarsi a questa che è una delle nostre specie più grandi come dimensioni.
Adesso abbiamo una quantità di informazioni sufficienti a compilare una scheda di massima abbastanza buona e a poter confrontare metodi, scelte e situazioni diverse, e così anche cominciare ad avere delle certezze in merito. Vi racconto quindi le mie esperienze dirette con Camponotus nylanderi, così che anche gli altri allevatori possano fare confronti, muovere critiche, esprimere dubbi.
Ho ricevuto questa regina da Sacrista nel settembre 2013, provenienza Agrigento, sciamatura autunno 2012; non so altro su di lei. Qui si vede che è già intercorso quasi un anno dalla sciamatura, e ancora la regina non ha operaie. Eppure ha alcune larve e almeno 3 bozzoli, quindi potrebbe essere solo in FORTE ritardo!
E' già stata alimentata con miele diluito, ma forse si è anche mangiata larve o bozzoli prima di arrivare a me.
La tengo sotto osservazione, e vedo che almeno uno dei bozzoli è molto scuro, come se dentro ci fosse già la formica matura, ma al regina non sembra voler agire; nel timore di perdere un’occasione importante e su suggerimento di Luca, che ha già optato in altri casi per questa scelta, decido di “operare” il bozzolo incriminato.
Con pinzette, microscopio usb e bisturi, incido la seta del bozzolo nel punto meno rischioso, e con non poca fatica, estraggo una formica viva, che sta accennando i primi movimenti. Non ho molte speranze che sopravviva, perché mi sembra di aver bistrattato parecchio il bozzolo prima di riuscire ad aprirlo, invece il giorno dopo la piccola è sveglia e attiva, e ha i primi scambi con la madre degenerata.
Spoiler: mostra
Da questo momento le cose diventano più facili.
Sembra che la regina non avesse l’iniziativa o le capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, ma la prima operaia sa bene quale sia il suo compito: il 21 ottobre ci sono ben tre operaie attive nella provetta, e finalmente sembrano esserci braccia capaci per mandare avanti la colonia e accudire la covata. Lascio che la famigliola passi l’inverno in provetta a temperatura costante, intorno ai 15-20 gradi, e non ci sono altre nascite, anzi, due operaie muoiono senza motivi comprensibili.
Il 2 marzo 2014 la regina depone due uova, e il 13 maggio schiude il primo bozzolo dell’anno. Ora ci sono due operaie, più qualche larva e uovo, e nutro migliori speranze. Per favorire le deposizioni e dare un po’ di sprint alla famiglia, ho fornito una piccola blatta che è stata gradita e divorata; come anche altri hanno osservato, la regina ha sempre un addome voluminoso, e gradisce appendersi a testa in giù, quando le è possibile.
15 maggio: nasce la terza operaia e ci sono ben 5 bozzoli pronti a schiudere… Intravedo un piccolo salto di qualità nella colonia, che ora comincia ad attirare la mia attenzione.
Il 16 giugno siamo a 10 operaie, qualche bozzolo e alcune uova. Preparo un piccolo nido in gasbeton, perché l’acqua dell’anno scorso è quasi finita e penso che la provetta sia molto limitante per queste formiche; il gasbeton presenta rugosità che forse ricorderanno loro che sono formiche sotterranee, e la regina si appenderà molto meglio al soffitto…
Quando opera il trasferimento l’8 luglio 2014, la colonia conta 15 operaie e una piccola covata.
Le formiche sono molto timide, poco attive, sembrano dedicarsi interamente alla covata, eppure è certo che si alimentino, perché i loro addomi sono sempre dilatati.
Il trasferimento è facilissimo: essendo in provetta, è bastato collegare questa a un tubo di accesso all’interno del nido e ci si sono fondate subito; occuperanno solo due piccole stanze superiori, ignorando quasi le altre più basse, dove però accatasteranno rifiuti per tutta l’estate…
Questa colonia sembra avere più problemi alimentari di quel che mi aspettavo: benché sia ormai presente una discreta covata e la popolazione a settembre sia salita a circa 25 operaie, non manifesta interesse per le camole (nemmeno ferite o spezzate), dimostrando di accettare solo farfalline o ragnetti, oltre al miele, ovviamente.
Per fortuna in questo periodo, a Entomodena, Asiletto mi regala un barattolo di Drosophila hydei, e appena le metto a disposizione delle mie Camponotus nylanderi, queste impazziscono, attaccandole e masticandole a lungo. E’ possibile che a questo stadio della colonia le formiche siano schizzinose e rifiutino una gran varietà di cibi che sembrano non riconoscere, l’ho già osservato anche in altri casi, queste però sembrano particolarmente selettive…
Decido comunque di somministrare una volta al settimana Drosofile alla colonia e per la prima volta vedo lo sviluppo di una larva ben oltre le dimensioni che finora sono state tipiche per loro; non sono sicuro che solo un poco di alimentazione proteica abbia portato immediatamente a questo risultato, forse le formiche erano pronte comunque a far nascere una media-quasi-major, ma è molto probabile che un po’ di cibo più ricco abbia aiutato.
Spoiler: mostra
Agli inizi di settembre, intanto, avevo cominciato ad esporre il nido a un riscaldamento forzato. L’estate 2014 è stata fredda e piovosa, almeno qui al nord.
Così ho cominciato a pensare che in Sicilia, forse queste formiche non hanno spesso estati a 18-20 gradi. Essendo notturne, trascorrono gran parte della giornata sottoterra; è un sistema per essere al sicuro da predatori, data la loro colorazione appariscente, oppure un modo per sfuggire alla calura estiva?
E sotto terra, a che profondità staranno realmente durante il giorno?
Non saranno forse abituate a incubare in terreni molto caldi per gran parte delle 24 ore? Certo il tappetino non supera i 32 gradi… Così ho voluto vedere se la covata venisse sottratta alle temperature eccessive oppure accostata ai vetri e… il risultato è stato il raddoppio della covata nel giro di un mese, e lo sviluppo delle larve in bozzolo in tempi ridotti.
Il 17 ottobre ci sono 22 bozzoli, 15-20 larve e almeno una cinquantina di uova fresche.
Decido allora di prolungare ancora l’esposizione al tappetino, almeno fino a fine novembre. In fondo in Sicilia l’inverno dovrebbe essere mite e breve, e forse queste formiche di lontane origini africane, sopporteranno meglio di altre un letargo breve. Nella peggiore delle ipotesi posso aspettare la schiusa di tutti i bozzoli presenti e poi interrompere il caldo forzato, e l’11 novembre ho la soddisfazione di vedere nascere la prima major, che, se non ha dimensioni davvero ragguardevoli, presenta tutte le caratteristiche somatiche strutturali del soldato.
La colorazione è bellissima: dapprima un giallo sfumato fino al nero opaco del nastro, poi, dopo alcuni giorni di maturazione, un rosso mattone più scuro sul capo…
Ora decido l’azzardo, dopo essermi consultato con Fabrizio Rigato: non indurrò nessuna fase di ibernazione e starò a vedere come si comportano: fino a qui hanno superato brillantemente tutte le prove, perché anche le più solari Camponotus vagus, nonostante si sottopongano ad alte temperature, rallentano la loro attività. Queste qui invece hanno accelerato, come farebbero Pheidole, Messor o Tetramorium, tutte formiche di forte impronta temofila, capaci di saltare il letargo se se ne dà loro l’occasione.
Spoiler: mostra
Il 23 dicembre ci sono più di 50 operaie e il mese dopo, il 23 gennaio 2015, superano il centinaio, con 20-30 bozzoli.
Ormai il nido provvisorio sta diventando piccolo e sporco, ne preparo uno nuovo dove le trasferirò alla prima occasione.
Quello che è certo è che queste formiche hanno bisogno… No. “Gradiscono”, le alte temperature.
Non metto in dubbio che si possa considerare una forzatura far saltare l’ibernazione alla colonia, ma forse non ne sappiamo ancora abbastanza.
Ricordate che i nostri sono esperimenti, e che pochi risultati non danno delle certezze. Di sicuro, sottoposta a calore abbastanza elevato per lungo periodo, la colonia non deperisce ma accelera. E’ molto probabile che essendo una formica terrestre, il caldo suolo siciliano mantenga una buona temperatura anche in profondità e forse qui, le nostre Camponotus nylanderi si ritirano non per ibernarsi, ma solo per allevare anche in inverno al propria covata, con lievi punte di rallentamento.
Potrebbe essere il motivo per cui sono predisposte ad accumulare più cibo di altre formiche nell'addome (ricordate il gastro sempre dilatato della regina), se vanno in profondità e non escono ma conducono una vita attiva, seppur rallentata per uno-due mesi. Ci sta che possano anche saltare l’ibernazione vera e propria.
Ultimamente la colonia accetta anche blatte e sto iniziando a svezzarle con gli adulti di Tenebrio molitor.
Come faccio a farle passare da cibi morbidi a cibi duri?
Ho preso un adulto di Tenebrio appena sfarfallato e depigmentato e l’ho inserito nel nido mentre è ancora tenero: le formiche l’hanno ucciso velocemente e lo hanno assaggiato trovandolo… appetibile. Chi sa che non riesca a far gradire loro anche le larve… è solo questione di tempi e modi!
Per ora ho finito.
Mi piacerebbe sentire adesso gli altri allevatori per vedere cosa ne pensano e sentire se hanno riscontrato anche loro le mie difficoltà alimentari, oppure se si ritrovano con le mie osservazioni.
A presto!
Spoiler: mostra