Nella nuova sezione modulare del mio nido di legno per
Camponotus vagus ho fatto delle scelte precise, dettate dalle esperienze precedenti e dalle necessità di adattarle al nido esistente.
Intanto ho scartato l'uso di listelli spessi e pesanti che sottraevano spazio alla vivibilità del nido e poi per sostenere cosa? 10 kg di formiche?
Il peso specifico è irrisorio e quindi bastano delle mensole leggere e poco ingombranti. Chiodi? Il Vinavil è estremamente efficace e consente una messa in opera rapida e indolore. Infatti avendolo già usato ripetutamente nei vecchi nidi posso confermare che non infastidisce affatto le colonie, e permette di fissare sezioni minuscole che un chiodo non potrebbero ricevere...
La scelta tattica ideale si sono rivelati i comuni bastoncini da ghiacciolo, leggeri, resistenti, facilmente fissabili con un velo di colla e modulabili su ripiani multipli pur lasciando ampio spazio di manovra per le formiche di mole considerevole come
Camponotus vagus.
Ne è risultata una struttura leggera e spaziosa.
La differenza di abitabilità con le foto precedenti è ben visibile.
Solo sulle pareti periferiche e i canali di raccordo ho usato listelli di legno stagionato spesso, rinforzati e adatti a reggere le viti da plexiglas che consentono un buon fissaggio del vetro.
Alla base ho trapanato un foro in cui passare un perno (un chiodo lungo) che andrà a fissarsi come cardine nella base della struttura del vecchio nido.
Lo scorrimento della facciata consente di chiudere a libro le tre facciate e contemporaneamente di aprire il modulo aggiunto e controllare la situazione della facciata nascosta.
Per evitare intoppi nel movimento del collegamento ho recuperato un vecchio tubo di plastica a soffietto, che permetterà il movimento senza troppi sconvolgimenti o rigidità.
Per assicurare un minimo di umidità e un serbatoio interno, ho usato un tubo sottile chiuso con silicone, al quale accederò saltuariamente con iniezioni di acqua dall'alto, sfruttando un foro minuscolo adatto all'ago di una siringa. Ho già appurato il buon funzionamento di questo sistema nelle due sezioni precedenti, ma siccome la sezione 3 è profonda solo un cm, ho dovuto usare un tubo di sezione leggera e non una provetta, che non ci stava.
Non ho ancora un riscontro sicuro al 100% di questa nuova sezione. Lo verificherò solo questa estate, ma viste le precedenti esperienze posso andare abbastanza tranquillo, tanto che se mai dovessi progettare in futuro un nido nuovo per
Camponotus userò ancora questi accorgimenti, adattandoli a seconda dei miei desideri, perché il rapporto "facilità di uso-resa effettiva-abitabilità-visibilità interna”rendono la preparazione di questo modello divertente e facile.
Le formiche devono avere sufficiente spazio per muoversi da un ripiano all'altro, devono avere la possibilità di accudire una covata numerosa senza accumularla in strati eccessivi, e nel contempo poter disporre di un numero di vani in un rapporto spazio effettivo/spazio utilizzabile ideale.
L'arte con cui si dispongono i vari ripiani è soggettiva e fa parte di calcoli e scelte artistiche e tattiche personali.
E' vero che questa struttura risultata a stanze parallele è abbastanza rigida visivamente, ma è molto funzionale e compensa la vivibilità sacrificando l'estetica di gallerie e stanze arrotondate che solo il lavoro di un carpentiere vero, con strumenti appositi, scavando una trave monoblocco, potrebbe ottenere.
Un esempio è il bel nido per carpentiere realizzato da Filobass: sarebbe la mia forma ideale, ma per una colonia di
vagus richiederebbe dimensioni e lavori che superano il mio limite di tempo e di capacità tecnica.
Invece per
Camponotus herculeanus, dati i tempi relativi di crescita, permette un utilizzo sul lungo periodo che
vagus stravolgerebbe nel giro di una stagione,c ostringendo a immediati allargamenti.
Ovviamente in tutte queste considerazioni parliamo di formiche di una certa stazza. Per
Crematogaster o altre formiche arboricole minori le cose cambierebbero.