ParroccheTTo ha scritto:Gianni, hai mai pensato di progettare un'arena "a più piani", in modo da limitare la superficie che occuperebbe? ...
Ci stavo pensando già da un po' ParroccheTTo! O meglio: sto pensando ad un'arena alternativa grande in cui le formiche possano sfogarsi, da scollegare e sostituire con una piccola per trasportare il nido nelle scuole o nelle mostre.
Sarebbe la soluzione ideale.
Nelle giornate di lavoro” l'arena originale resterebbe a casa.
Ovviamente ci sarebbe la necessità di ripulire e recuperare le formiche dall'area shuttle dopo, ma sarebbe la soluzione più pratica per risolvere anche il problema di sovraffollamento.
La colonia ha superato benissimo l'estate, si è persino concessa il lusso di una nuova evasione.
In mia assenza (succede tutto quando io non ci sono! Che lo “sentano”???) le formiche hanno individuato un punto in basso del nido e si sono scavate un passaggio a contatto col vetro raggiungendo la sezione nel punto in cui il settore verticale si attacca al piedistallo. Da lì è stato gioco facile insinuarsi, e, trovata la falla e uno spiffero, hanno allargato il passaggio. Mia sorella (la Grande Guardiana) ha risolto mettendo tutto il complesso in un contenitore più grande bordato di antifuga, che ha arginato le formiche, le quali si sono aggirate una decina di giorni lì dentro senza più fuggire.
Peccato che quelle già scappate prima del Grande Muro, le sto ancora trovando in cucina adesso!
Ora vi dico degli ultimi sviluppi e cosa ne penso, e spero possa essere utile a tutti quelli che stanno raggiungendo i miei numeri (e cominciamo a essere un bel gruppo!).
1) Quando porto in giro il formicaio le formiche si spostano continuamente dove luce e calore sono per loro più opportune. Ma quali sono queste caratteristiche? Non quelle che io vorrei, soprattutto con 25 ragazzini urlanti che chiedono costantemente: “Dov'è la regina?”. Ho in parte risolto.
Negli ultimi mesi sto tenendo schermato il nido.
Il fatto di avere un nido su 2 facciate rende più difficile capire dove va la regina. Spesso una delle facciate è sguarnita e l'altra affollatissima. Il calore causa in parte questo spostamento. Da quando oscuro entrambi i lati le formiche (in condizioni di temperatura omogenea) si distribuiscono su tutte le superfici, sfruttando a pieno le potenzialità del nido. Quando scopro, trovo spesso facilmente la regina, che ci mette parecchio a decidere di spostarsi da lì. Ma il primo e più importante risultato è di far sfruttare tutto il nido in modo e non solo la facciata che per loro è la più “protetta”.
Ovviamente dopo un'ora di disturbo le formiche si sposteranno, ma è già una osservazione utile su tempi ridotti.
2) E' ormai appurato (dopo anni che lo vedo) che in questo periodo le formiche iniziano a rallentare tutte le attività. In questi giorni sento continuamente parlare di ibernazione. Come se un calo di appetito e un rallentamento facessero perdere ogni interesse per la colonia.
Non fatevi ingannare!
Prima di tutto bisogna rispettare i tempi fisiologici di questi animali, e un gruppo di individui non sono tutta la popolazione! E' innegabile che l'inappetenza col calo della temperatura sembra diffondersi, ma cosa fanno in natura le formiche? Vanno avanti ancora parecchio pur con cali, perché avremo ancora lunghi periodi di temperature favorevoli, anche se certamente la covata istintivamente o geneticamente si blocca.
Per certo, all'approssimarsi del freddo, succedono due cose (nelle colonie da me osservate): le nutrici e il grosso della popolazione si tranquillizzano e non escono più, arrivando nel giro di alcune settimane a barricare le entrate e ritirarsi nelle stanze più protette; le esploratrici/cacciatrici anziane continuano la loro attività restando alla lunga tagliate fuori dal nido, e morendo per inedia se non trovano riparo.
Fino a che le strade restano aperte, le bottinatrici continuano a lavorare. Cala il bisogno di carboidrati perché il grosso della popolazione riduce il metabolismo, ma rimane latente il bisogno proteico, infatti le mie formiche stanno ignorando il miele ma continuano a catturare camole e blatte.
Invito gli allevatori "avanzati” di C. vagus a tenere d'occhio le proprie colonie e spiare se le mie osservazioni si ripetono anche nelle loro. Forma del nido, tipo di accessi, arena, possono influire sui singoli comportamenti, ma a me pare che questo comportamento si ripeta ciclicamente ad ogni autunno. E' come se un considerevole manipolo di formiche si sacrificasse (o venisse sacrificato) perché si rifiuta di accettare che la stagione sia finita.
Il procedimento ottiene il risultato di selezionare le formiche anziane che potrebbero morire durante il periodo freddo dentro il nido, creando un rifiuto organico in spazio ristretto, con possibili conseguenze negative. Direi un comportamento istintivo!