Scusate se mi intrometto, ma quanto a corse di resistenza sono nel mio piccolo abbastanza competente... anche per esperienza diretta...
Tutte le cose che scrivete sono corrette e interessanti, studi di cui non sono scuro di aver già letto, ma sono certo siano validi. E' giusto calcolare dimensioni peso, efficienza, certo, anche io ho sempre visto, come cita PreemPAlver, cani che in montagna fanno su e giù mentre noi arranchiamo penosamente (e qui ha ragione winny nella replica!), il fatto è che su tutti questi terreni di gara, quello che non viene preso in esame, è il cervello.
Quello che l'uomo ha in più è la determinazione, ma soprattutto la capacità, non eguagliabile dagli altri concorrenti, di saper dosare le proprie forze.
Qualsiasi ungulato è in grado di staccarci quando vuole, ma pare che nel suo cervello, la reazione fuga-istantanea, non sia regolabile dalla capacità intenzionale di dosare questo sforzo in maniera coerente. Ecco perché è soprattutto sulla lunga distanza che l'uomo vince anche sul cavallo.
Inoltre vi è un'altra capacità tipicamente tutta umana: la resilienza, la capacità cioè, di imporre al proprio corpo, anche quando i segnali chimici arrivano al cervello dicendo che di energie non ce n'è più, di andare ancora oltre, a volte spingendo il proprio corpo dove un animale si arrenderebbe rassegnato, perché in realtà di forza proprio non ce n'è più!
Questa resilienza non è semplicemente innata, è lì, ma è nascosta, è ancestrale, si ottiene con una preparazione che va oltre il semplice e puro allenamento fisico, è proprio un allenamento di tipo mentale, spesso involontario, che è la capacità di accettare la sofferenza e non arrendersi all'evidenza.
Ovvio che deve essere accompagnata da un fisico allenato. Se non c'è base, le prestazioni si riducono, ma è il motivo per cui persone assolutamente impreparate compiono imprese al di sopra dei loro limiti effettivi.
Il cane va su e giù venti volte più di noi, ma quando ha finito le energie si ferma e schiatta, non ha una coscienza mentale che gli dice di dosare questo sforzo (discutibile, ma da provare con esperimenti) se non viene allenato appositamente, quindi butta tutte le sue energie nella gioia di correre libero; non sa - se non ne ha avuto precedente esperienza - quanto durerà la cita, dove noi vogliamo arrivare, quando vogliamo tornare. Così ho assistito a scene in cui alla fine il padrone doveva tornare a prendere il suo amico con la carriola perché il cane semplicemente non si poteva muovere più. L'uomo, invece, per amore del suo amico, questo sforzo riusciva ancora a farlo!
Con questo non voglio dire che noi siamo superiori, siamo soltanto diversi. Noi ci salviamo proprio per questa capacità di "andare oltre” la nostra vera forza.
Ovviamente se prendessimo un cittadino sedentario, senza motivazioni e pure scocciato, questo esperimento fallirebbe miseramente

, ma nelle gare a piedi, sulle lunghe distanze, davvero l'uomo determinato può di più...