Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

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Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda asiletto » 28/04/2013, 22:54

Immagine

e' un libro che ho letto anni fa e che ogni tanto mi rileggo perchè è molto avvincente.

tratta del fenomeno dell'Emergenza, ovvero di come i sistemi complessi tendono all'auto-organizzazione e mostrano comportamenti non prevedibili osservandone i singoli componenti.

gli argomenti sono numerosi e vari, si parte dalle Pogonomyrmex di Deborah Gordon per arrivare alla teoria della mente, passando da SimCity e Slashdot, Richard Dawkins, Alan Turing, Marvin Minsky, Douglas Hofstadter e tanti altri. il tutto spiegato con molta chiarezza e facendo esempi pratici.

io mi sono avvicinato alle formiche affascinato dal capitolo sulla Gordon.

la recensione da google books:

Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono particolarmente intelligenti. Tuttavia se un numero abbastanza elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza, può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso e intelligente. Se questo comportamento ha anche un valore adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno "emergente": una colonia di formiche o il nostro cervello. Un aspetto sorprendente è che questo meccanismo non è prevedibile a partire dai suoi elementi costitutivi, e non è possibile ricostruirlo a partire dalle sue manifestazioni osservabili. Steven Johnson mette in collegamento diverse discipline per tracciare le linee guida della nuova scienza della complessità e dei "sistemi emergenti".
Vediamo che dicono anche gli altri

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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda beeant » 28/04/2013, 23:18

credo che lo cercherò perchè già la recensione mi piace!!ciao!!
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda Marchegiani » 29/04/2013, 8:49

Lo cerco volentieri, dato che vedo un binomio che apprezzo : formiche ed intelligenza artificiale!
Grazie per la segnalazione
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda PomAnt » 29/04/2013, 21:43

affascinante.... :shock:
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda Quaxo76 » 29/04/2013, 22:50

Pure Hofstadter! :love1:

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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda Methw » 29/04/2013, 23:42

Incredibile! Io non so come siamo riusciti a fare queste cose :clap:
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda david » 30/04/2013, 10:49

Interessante,vedrò di sentire in libreria se me lo ordinano..
all'infuori del cane il libro è il miglior amico dell' uomo... dentro il cane fa troppo buio per leggere...
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda asiletto » 03/05/2013, 23:24

il recente topic sulla memoria delle formiche Le formiche hanno la memoria corta? mi ha invogliato a riportare un paio di pagine di questo libro riguardanti l'evoluzione nel tempo della colonia.

Le colonie di formiche mietitrici della Gordon racchiudono un altro mistero. Capiamo come interazioni locali portino a soluzioni globali di problemi, però non abbiamo ancora una risposta alla domanda su come le colonie si sviluppino nel tempo. Questa è una di quelle domande scientifiche che a quasi nessuno è venuto in mente di porre, in quanto il fenomeno è rimasto ignorato. E' quel fenomeno è stato ignorato in quanto si è sempre pensato alle formiche - e le si è osservate - usando la scala sbagliata. Fino a tempi recenti, gli entomologi studiavano il comportamento delle colonie per tempi molto brevi, osservando un dato nido per giorni o al massimo mesi e passando poi al nido successivo. Ma le colonie di successo possono vivere anche quindici anni - il periodo di fertilità di una formica regina, la cui morte corrisponde anche alla morte della colonia. Gli entomologi osservavano le colonie nella scala delle settimane o dei mesi. Ma per capire come le colonie si sviluppino è necessario lavorare nella scala dei decenni.

A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, nell'ambito delle sue prime ricerche sul campo, in Arizona, la Gordon intraprese uno studio azzardato, poi rivelatosi molto importante: decise di seguire per anni colonie singole, dalla loro nascita fino alla morte quindicennale. Dopo circa cinque anni di questo progetto, rischioso per la quantità di tempo richiesta, cominciarono ad arrivare i primi risultati, che si rivelarono affascinanti. Come la ripresa accelerata di un rampicante che nel giro di pochi secondi s'impadronisce di un muro, la ricerca della Gordon trasformò il modo in cui pensiamo alle formiche modificando la scala temporale attraverso cui le percepiamo. Vide che lungo quindici anni le colonie attraversavano chiari periodi di infanzia, adolescenza e maturità. <<Non avevo mai pensato ne letto niente al riguardo, e va anche detto che senza dati a lungo termine i ricercatori non sapevano neanche quanto fossero in effetti vecchie le loro colonie>>, dice oggi. <<Così è stato solo quando mi sono messa a osservare le stesse colonie per anni, che ho potuto vedere come le colonie più giovani fossero anche le più attive>>. Proseguendo nelle sue osservazioni, emerse un certo numero di differenze tra colonie di età differenti, differenze che ricordavano altri cicli di sviluppo nel regno animale.

Per dirne una, le colonie più giovani sono anche più volubili. <<Ho fatto esperimenti simulando i tipi di cambiamenti ambientali che di solito sperimenta una colonia>>, dice, <<per esempio un cambiamento riguardante la disponibilità di cibo. Con colonie più anziane, ripetendo lo stesso esperimento ottengo sempre la stessa risposta, settimana dopo settimana. A quello stesso esperimento, le colonie giovani rispondono una settimana in un modo e l'altra in un altro modo, sono cioè più sensibili alle sfumature delle situazioni>>.

<<Come gli adolescenti>>, dico io ridendo.

<<Forse...E l'altra cosa che può ricordare gli adolescenti è il diverso modo in cui colonie vecchie e giovani si relazionano con i loro vicini. Formiche appartenenti a colonie vicine si incontrano quando le procacciatrici di cibo provenienti dalle due colonie occupano lo stesso spazio di ricerca. Se un giorno due vicini appartenenti a colonie anziane si incontrano, è probabile che il giorno seguente prenderanno direzioni diverse per evitare grane. Le formiche appartenenti a colonie più giovani sono molto più tenaci e aggressive. Così, se un giorno incontrano un vicino di colonia, il giorno dopo torneranno comunque nello stesso posto, anche a costo di rischiare il combattimento>>.

Già così, i cicli di sviluppo delle colonie appaiono degni della massima considerazione, ma c'è di più: la colonia nel suo complesso si sviluppa e si adatta lungo un periodo di quindici anni, ma le formiche che la costituiscono vivono non più di dodici mesi. [...] Col tempo, la colonia diventa via via più stabile e meno irrequieta, anche se la sua popolazione si rinnova ogni anno. Com'è possibile che l'intero sviluppi un ciclo vitale, quando le singole parti hanno vita così breve?
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Re: R: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergen

Messaggioda gas » 04/05/2013, 0:01

Su YouTube c'è un video interessante, in riferimento a quanto hai riportato, di D.Gordon
https://www.youtube.com/watch?v=ukS4UjCauUs&feature=youtube_gdata_player

E qui si trova anche il testo integrale del discorso tenuto, per chi volesse leggerlo.
http://blog.ted.com/2008/01/08/deborah_gordon/
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda admin » 04/05/2013, 0:54

per contattarmi scrivete nel forum "Problemi Tecnici e Suggerimenti"
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Re: R: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergen

Messaggioda gas » 04/05/2013, 0:58

admin ha scritto:http://formicarium.net/ ;)

Ottimo :D
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda Bremen » 04/05/2013, 1:02

Bellissima la pagina che ci hai postato! Interessantissima, proprio oggi raccontavo al mio coinquilino come "sento" che cambiano le colonie dalle prime fasi di fondazione ad ora, immagino che negli anni si possano vedere questi cambiamenti!
In fondazione:
Solenopsis sp.
Piccole colonie:
Camponotus cruentatus
Lasius (Lasius)
Camponotus sp. ( probabile C. barbaricus)
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda entoK » 04/05/2013, 17:27

Un altro che ha molto "puntato" se non addirittura inventato il concetto di "auto-organizzazione dei sistemi" (forse talvolta un po' esagerando) è Per Bak, solo che al momento non ricordo il libro in cui applicava le sue teorie a molti fenomeni eterogenei.
Quaxo76 ha scritto:Pure Hofstadter! :love1:

SEMPLICEMENTE MITICO! :love2: Per quanto abbia usato una visione molto ingenua del formicaio per i suoi fini letterari....
E meritavano tanto, dato che non ho mai letto un così "completo" capolavoro sia di giochi letterari che matematici (ma è riduttivo visto il numero di "rimandi") e non ho la minima idea di come siano riusciti a tradurli senza perderli!
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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda Quaxo76 » 04/05/2013, 19:16

entoK ha scritto:non ho la minima idea di come siano riusciti a tradurli senza perderli!

Ma infatti, me lo sono sempre chiesto anche io! Avevo letto che Hofstadter stesso ha voluto partecipare alla traduzione. Io mi sono letto Gödel Escher Bach anche in lingua originale, ed ovviamente è meglio... Per fare un piccolissimo, banale esempio: il capitolo che in Italiano si chiama "Preludio e Mirmecofuga"... in Inglese è " Prelude ant fugue", ovviamente il gioco di parole tra "ant" e "and" era intraducibile, e si sono dovuti arrangiare col prefisso "mirmeco-"... :)

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Re: Steven Johnson - La nuova scienza dei sistemi emergenti

Messaggioda dada » 04/05/2013, 19:42

Hofstadter parla perfettamente l'italiano, è la lingua che usava per parlare con sua moglie e quella che usa ancora oggi per parlare con i suoi figli.
~~~ La mia colonia: Camponotus vagus ~~~
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