Stegobium paniceum - microlarve della farina
Inviato: 26/04/2013, 12:17
Tutto iniziò per caso un paio di anni fa quando lessi su quell'ottima miniera che era il sito amiciinsoliti di un piccolo tenebrionide, utile come cibo vivo nel caso di esigenze minute. Fui sorpreso non tanto perché mi interessassero questo genere di allevamenti all'epoca, ma piuttosto perché ero sicuro di averli già notati infestare raramente in cucina. Come d'altronde, chiunque di noi conosce un altro famigeratissimo infestante alloctono delle dispense, quali sono le tignole (per l'amor di dio che non vadano sui preziosi porcini! ). Chiusa questa breve parentesi sul come mi si presentò la loro conoscenza, torniamo ai giorni nostri.
Alla fine di questo inverno, se non ricordo male verso metà marzo, per caso trovai proprio un adulto della succitata specie che gironzolava senza dare nell'occhio su una tovaglia. Perché ovviamente lasciarselo scappare, visto che si potevano prendere due piccioni con una fava: così per scongiurare lo stabilirsi di inquilini scomodi in dispensa e al contempo approfittarne per un esperimento, il giorno dopo controllai minuziosamente l'unico posto che avrebbe potuto interessar loro. Sto parlando di un sacco del pane vecchio, che non dubitavo avrebbero potuto apprezzare, tuttavia la mia ricerca fu abbastanza misera e trovai solo un unico altro esemplare. Ciò nonostante la mia sfortuna fu solo apparente, dato che il secondo era un po' più grande del primo e pochi minuti dopo averli riuniti erano già in copula! (Non a caso è un primo indizio che dovrebbe fare intuire come siano facilmente infestanti). Mi informai su siti esteri dei possibili mezzi di coltura (a parte il caso insolito di amiciinsoliti che decantava il miracolo delle cacchine di grillo ), e quei pochi reperiti, hanno la costante dell'aggiunta di lievito alla miscela di farina bianca e integrale. Non avendo lievito in polvere (e volendo evitare pasticci con quello umido), così tanto per sperimentare considerato che ero un po' scettico della riuscita, tentai una ricetta alternativa nella speranza fosse sufficientemente varia. Preparai un piccolo vasetto (di meno di 5 cm di diametro) con una miscela di 1/5 di farina di mais, 2/5 di farina di grano e 3/5 del suddetto pane grattuggiato, col tutto che ammontava a uno strato alto 2 cm circa. Lasciati gli adulti a scorrazzare lì dentro con un pezzo di mela, confidai nel fatto che si afferma le femmine depongano fino a 400 uova; ovviamente non chiedetemi se le abbia mai viste perché parliamo di coleotteri adulti che misurano 4 mm al massimo!
Il risultato fu che dopo pochi giorni il maschio morì e la femmina non durò molto più a lungo di un'altra settimana; si dice gli adulti possano vivere a lungo, non so se probabilmente ho sbagliato io ad alimentarli oppure erano già a fine ciclo dopo l'inverno, so solo che furono utili per le fauci delle Temnothorax nylanderi.
Andai avanti per il primo mese a mettere una volta a settimana un pezzo di buccia di mela, sperando servisse e di vederci prima o poi qualcosa, fino a che smisi poiché mi dimenticai il barattolo in un angolo. Pochi giorni fa me ne sono ricordato e con sorpresa ho subito visto che, contro e sotto il vetro, si intravedevano almeno 5 segni nella farina uniforme! Intuito che potevano essere le larve mentre si facevano strada nel mezzo, ho scavato fino a estrarne una ed ecco qua che, a circa 5 settimane (con 24 °C di temperatura) dalla presunta deposizione, ci sono larve di 3 mm come questa (come riporta chi li alleva sono difficili da individuare e separare dal mezzo visto che ne hanno il medesimo colore).
Adesso penso di lasciare sviluppare la prima generazione discendente di quei due mitici "Deucalione e Pirra" per vedere quanto rapidamente sviluppano e se riesco ad avviare una seconda coltura con i prossimi adulti. Confido nel fatto che queste bestie si siano effettivamente meritate la considerazione di piaga, se infestano facilmente i panifici di tutto il mondo.
Non sono sicuramente insetti da pasto ideali: larve e adulti sono molto piccoli, tuttavia nel caso qualcuno come me se li trovi in dispensa, potrebbero essere un alternativa un po' meno problematica delle drosofile, considerato che gli adulti non volano e il substrato è molto semplice e poco soggetto a marciumi; va però aggiunto che gli adulti dovrebbero avere delle difese chimiche (chinoni) che li rendono presumibilmente poco appetibili, almeno nel caso dei vertebrati, visto che le poche esperienze su questi tenebrionidi derivano dagli allevatori di dendrobati.
Alla fine di questo inverno, se non ricordo male verso metà marzo, per caso trovai proprio un adulto della succitata specie che gironzolava senza dare nell'occhio su una tovaglia. Perché ovviamente lasciarselo scappare, visto che si potevano prendere due piccioni con una fava: così per scongiurare lo stabilirsi di inquilini scomodi in dispensa e al contempo approfittarne per un esperimento, il giorno dopo controllai minuziosamente l'unico posto che avrebbe potuto interessar loro. Sto parlando di un sacco del pane vecchio, che non dubitavo avrebbero potuto apprezzare, tuttavia la mia ricerca fu abbastanza misera e trovai solo un unico altro esemplare. Ciò nonostante la mia sfortuna fu solo apparente, dato che il secondo era un po' più grande del primo e pochi minuti dopo averli riuniti erano già in copula! (Non a caso è un primo indizio che dovrebbe fare intuire come siano facilmente infestanti). Mi informai su siti esteri dei possibili mezzi di coltura (a parte il caso insolito di amiciinsoliti che decantava il miracolo delle cacchine di grillo ), e quei pochi reperiti, hanno la costante dell'aggiunta di lievito alla miscela di farina bianca e integrale. Non avendo lievito in polvere (e volendo evitare pasticci con quello umido), così tanto per sperimentare considerato che ero un po' scettico della riuscita, tentai una ricetta alternativa nella speranza fosse sufficientemente varia. Preparai un piccolo vasetto (di meno di 5 cm di diametro) con una miscela di 1/5 di farina di mais, 2/5 di farina di grano e 3/5 del suddetto pane grattuggiato, col tutto che ammontava a uno strato alto 2 cm circa. Lasciati gli adulti a scorrazzare lì dentro con un pezzo di mela, confidai nel fatto che si afferma le femmine depongano fino a 400 uova; ovviamente non chiedetemi se le abbia mai viste perché parliamo di coleotteri adulti che misurano 4 mm al massimo!
Il risultato fu che dopo pochi giorni il maschio morì e la femmina non durò molto più a lungo di un'altra settimana; si dice gli adulti possano vivere a lungo, non so se probabilmente ho sbagliato io ad alimentarli oppure erano già a fine ciclo dopo l'inverno, so solo che furono utili per le fauci delle Temnothorax nylanderi.
Andai avanti per il primo mese a mettere una volta a settimana un pezzo di buccia di mela, sperando servisse e di vederci prima o poi qualcosa, fino a che smisi poiché mi dimenticai il barattolo in un angolo. Pochi giorni fa me ne sono ricordato e con sorpresa ho subito visto che, contro e sotto il vetro, si intravedevano almeno 5 segni nella farina uniforme! Intuito che potevano essere le larve mentre si facevano strada nel mezzo, ho scavato fino a estrarne una ed ecco qua che, a circa 5 settimane (con 24 °C di temperatura) dalla presunta deposizione, ci sono larve di 3 mm come questa (come riporta chi li alleva sono difficili da individuare e separare dal mezzo visto che ne hanno il medesimo colore).
Adesso penso di lasciare sviluppare la prima generazione discendente di quei due mitici "Deucalione e Pirra" per vedere quanto rapidamente sviluppano e se riesco ad avviare una seconda coltura con i prossimi adulti. Confido nel fatto che queste bestie si siano effettivamente meritate la considerazione di piaga, se infestano facilmente i panifici di tutto il mondo.
Non sono sicuramente insetti da pasto ideali: larve e adulti sono molto piccoli, tuttavia nel caso qualcuno come me se li trovi in dispensa, potrebbero essere un alternativa un po' meno problematica delle drosofile, considerato che gli adulti non volano e il substrato è molto semplice e poco soggetto a marciumi; va però aggiunto che gli adulti dovrebbero avere delle difese chimiche (chinoni) che li rendono presumibilmente poco appetibili, almeno nel caso dei vertebrati, visto che le poche esperienze su questi tenebrionidi derivano dagli allevatori di dendrobati.