Secondo me se metti il pistone vanifichi la facilità di uso che ti prefissavi (senza contare il rischio allagamento) e te lo dico perché anch'io ho provato a sperimentare serbatoi comodi da riempire per l'arena però non funzionano mai. Qualsiasi comodità finisce sempre col portarti al problema della pressione, che ti obbliga alla scomodità di preparare tutto ogni volta...
Però nel tuo caso a differenza del mio con l'arena c'è il seguente lato positivo. Personalmente in base a esperienze sbagliate e meno, che all'inizio facciamo

tutti,
non ritengo che per le provette in fondazione la riserva d'acqua sia un problema, purché si considerino due fondamentali aspetti:
1) Alla regina di norma non serve una camera enorme, anzi spazi grandi la rendono nervosa e resterà da sola a lungo, per cui è meglio
lasciare asciutti un paio di centimetri al massimo e tutto il resto per l'acqua. Anche perché l'acqua consumandosi allargherà nel tempo la camera asciutta, giusto in tempo con lo sviluppo della nidiata (questo la prima volta non si sa, poi lo s'impara

).
2)
La riserva d'acqua dura tantissimo! Non si consuma così in fretta come sulle prime si crederebbe: lo spazio è poco areato e la regina non ha chissà quali esigenze. Invece si consuma sì ed è molto
più pericoloso se non si fa un bello spessore di cotone pressato. In tal caso si possono rischiare lente perdite o che addirittura le formiche scavino allagando la camera (capitato due volte con una colonia di teppiste

e mi sa che mi capiterà ancora con un altra a breve) ben prima di arrivare al momento in cui si può farle trasferire nel nido o in un'altra provetta con facilità.
winny88 ha scritto:Non è solo un problema di pressione atmosferica. La semplice mancanza di questo vuoto
In realtà è proprio solo un problema di pressione atmosferica, altrimenti non parleresti in termini di vuoto che è la sua negazione.

L'ermeticità è essenziale proprio per evitare che una minima comunicazione con l'aria "esterna" permetta alla pressione atmosferica che è relativamente forte (circa 1 kg/cm²) di agire annullando la stessa pressione esercitata all'altra estremità. A quel punto avrebbe gioco facile il peso dell'acqua nella provetta che produce anch'esso una pressione sul cotone pressato, ma molto più ridotta di quella dell'aria e perciò non può vincerla finché un'estremità è chiusa. In pratica l'acqua non scorre perché c'è la pressione atmosferica a spingerla indietro ed è sempre lei che muove il cotone nel tempo: questo dovrebbe dare un'idea di quanto sia "forte"!
Se qualcuno fosse curioso potrebbe divertirsi a calcolare la pressione esercitata dell'acqua nella provetta e pure nel caso peggiore con la provetta in verticale e cotone in basso (prima di aprire lo spoiler).
Se si arriva subito alla formula più generale, ci si accorge che la
pressione idrostatica è nel caso della provetta orizzontale circa
1/1000 di quella dell'aria: cioè per avere una pressione "forte" abbastanza da vincere quella dell'aria e farla scendere, servirebbe una colonna verticale d'acqua alta
10 metri abbondanti: immaginate una tal provetta!
In realtà ho semplificato la storia, perché avrebbe un ruolo anche la tensione superficiale dell'acqua imprigionata fra le fibre capillari del cotone, che impedisce che per instabilità si disfi tutto con la rottura dell'interfaccia piatta fra acqua e aria.. Infatti a questo punto, magari, qualcuno rammenta che
Torricelli fece il suo famoso esperimento, lasciando immersa sotto un livello liquido l'estremità aperta della "provetta", proprio perché così facendo la superficie del liquido esposta alla pressione resta a prescindere sempre livellata e piatta..

.....e guarda caso allora la pressione la misuravano con i millimetri di mercurio e non appunto con decimetri d'acqua, proprio perché quello che conta è il peso specifico.
Spero l'excursus possa un po' incuriosire qualche giovane (o perché no anche meno giovane) mente sulla splendida ragionevolezza della fisica..
