Formicaio didattico per colonia di Messor structor

Quello che vi voglio presentare è l'ultima mia creazione...nata dal lungo studio del formicaio di GianniBert con dentro le Messor capitatus e, chiaramente, con il suo preziosissimo aiuto.
Il formicaio in questione è anzitutto un formicaio destinato alla didattica...quindi all'esposizione al pubblico. Diventerà il "pezzo da 90" della futura aula mirmecologica e, come formicaio didattico, deve rispondere alle seguenti esigenze:
1) Possibilità di spostamento (verrà esposto in oasi e eventualmente portato nelle aule di scuola quando farò incontri a tema con i ragazzi);
2) Ottima visibilità interna;
3) Aspetto naturale (deve ricreare l'idea di un habitat realmente occupato dalle formiche);
Oltre a questi punti, chiaramente, deve rispondere positivamente a tutte le esigenze di vita della colonia che lo abiterà.
La colonia in questione è una colonia adulta, con già qualche migliaia di operaie. La specie è Messor structor che tra tutte le Messor è quella che richiede un maggiore tasso di umidità.
La colonia mi è stata gentilmente regalata dal nostro amatissimo Ruben...al quale sarò eternamente debitore!
Ma passiamo anzitutto alla presentazione del formicaio e, successivamente, alla spiegazione di ogni fase della sua progettazione e realizzazione.
Ecco il lavoro finito:
Anzitutto partiamo dall'inizio. La colonia è una colonia già matura, quindi richiede un formicaio grande. Inoltre, essendo altamente poliginica, ho dovuto predisporre un formicaio un pò sovradimensionato, poichè sicuramente si svilupperà molto rapidamente.
Non ho potuto farlo in gesso (come le varianti ibrido) per i seguenti motivi:
1) Un formicaio in gesso risulterebbe troppo pesante da spostare...quindi non potrei usarlo a fini didattici nelle scuole;
2) Avrei avuto bisogno di quantità elevate di gesso...e la lavorazione stessa sarebbe risultata difficoltosa;
Il gesso va quindi bene per la realizzazione di formicai piccoli e medi...ma non grandi.
Così ho deciso di usare il gasbeton che, sicuramente, è un materiale con molti pregi, come la leggerezza e la facilità di lavorazione!
Ho quindi comprato la misura più grande di blocco che ho trovato in commercio (un mattone di 60x25x8 cm) e gli ho disegnato sopra, con una matita, la futura sagoma del formicaio (sagoma chiaramente generica).
Rispetto ai formicai che costruiamo solitamente fatti di stanze e cunicoli di collegamento, ho voluto rifarmi ad un disegno più "naturale", al quale sono arrivato mettendo in campo i risultati di numerose osservazioni fatte in natura sulle forme dei formicai interni di Tetramorium moravicum e Formica cunicularia.
Ho quindi predisposto una rete intrecciata di cunicoli di cui, alcuni, più "allargati".
In pratica ho creato un labirinto.
Ecco una foto del disegno di partenza:
Ho scavato il tutto con un trapano, creando diversi dislivelli e profondità all'interno dei cunicoli. Il pavimento delle stanze è inoltre più alto nella parte posteriore e appena più basso in quella anteriore (a contatto con il vetro). Questo per rendere la visibilità ancora migliore.
Ecco qualche foto del risultato:
Una delle caratteristiche che più ho sempre odiato nel gasbeton è il colore.
Essendo molto chiaro risulta essere artificiale e scomodo, poichè uova, larve e pupe spesso si "perdono".
Così ho deciso di fare dei test per studiare il comportamento del gasbeton con le vernici e valutare la risposta delle formiche ad eventuali trattamenti coloranti!
Sono test a cui sto lavorando da diversi mesi ma che ho "accelerato" visto l'arrivo di questa colonia.
Inizialmente ho provato con metodi di colorazione di tipo "naturale", come tenere a mollo il gasbeton in liquidi altamente colorati come the, caffè o torba.
I primi due coloranti hanno creato il problema che, a lungo andare, il materiale vegetale si degrada, facilitando l'insorgere di funghi, muffe, ecc...inoltre il caffè tende a dare problemi con le tracce odorose della colonia. Questo tipo di colorazione è inoltre poco resistente al tempo. In pratica ogni volta che il materiale si bagna perde colore e poco "naturale" come impatto visivo.
Ho provato allora a sporcare il gasbeton con torba asciutta, terra e carbone. Tutti questi trattamenti sono però transitori. In pratica, non venendo fissato il tutto sul materiale, appena bagnato si perde l'effetto.
A quel punto non ho potuto che provare con le vernici.
Il problema delle vernici è associato anzitutto a 3 fattori principali:
1) L'odore sgradevole (che potrebbe dare noia alla colonia);
2) L'inevitabile effetto impermeabilizzante sul gasbeton (che potrebbe quindi diventare troppo secco per consentire alla colonia di sopravvivere);
3) L'eventuale tossicità del colore stesso;
Ho così fatto per mesi dei test.
Riguardo al punto 1, sicuramente le vernici ad acqua sono le migliori, poichè non puzzano...ma, purtroppo, non vanno bene poichè perdono appena il materiale si bagna.
L'acrilico ha invece odore ma già da diverse prove passate ho potuto constatare che quando asiutto perde molto del suo odore (soprattutto se il materiale lo si lava bene) e, inoltre, sembra che le formiche non siano troppo disturbate.
Riguardo al punto 2 ho fatto diversi test di conducibilità elettrica che hanno evidenziato che il materiale, nonostante la verniciatura, lascia passare corrente elettrica se bagnato.
Questo è stato un esito incoraggiante poichè, a quel punto, mancava di capire quanto perdesse di umidità e se la quantità lasciata passare fosse sufficiente alla vita della colonia.
Così ho fatto diversi test con della carta assorbente, per capire più o meno il grado di umidità che passava.
Se consideriamo che il gasbeton nudo fa passare il 100% dell'acqua (valore base di partenza), quello colorato ne fa passare circa il 30-40%. In pratica, ponendo della carta assorbente su un mattone di gasbeton nudo a mollo, questa si impregna letteralmente di acqua e in pochi minuti...mentre la carta posta su quello verniciato diventa umido/bagnata ma non si impregna e ci impiega circa un'ora in più.
La cosa, quindi, risulta positiva perchè evita anche che il materiale diventi facilmente scavabile e consente di lasciare il materiale sempre a mollo (che è il sistema più rapido e migliore per umidificare questo materiale).
Chiaramente lo strato di vernice deve essere lieve e dato mediante vaporizzazione (in pratica con una bomboletta spray o un aereografo).
Riguardo al punto 3 ho fatto diversi test. Ho quindi scavato una stanza singola in un pezzettino di gasbeton e colorato con vernice acrilica data con pennello (così da riprodurre una condizione di sovra dosaggio della vernice). Dopo una notte di asciugatura ho sciacquato rapidamente il materiale e subito posto nella stanza un'operaia, chiudendo poi la stanza con un vetrino da microscopio.
Dopo alcuni giorni l'operaia stava benissimo.
Ho quindi fatto lo stesso mettendo però una regina di Solenopsis fugax delle mie...dopo diverse settimane (cioè ad oggi) sta li e sta più che bene.
Quindi il materiale risulta non tossico per le formiche.
Fatta questa premessa sui test sul colore, torniamo al formicaio.
Ho colorato quindi le stanze interne con uno spray acrilico color "terracotta", così da far rusaltare sia gli adulti (che nel marrone scuro si sarebbero persi) sia gli stadi giovanili e larvali.
Per creare un contrasto con le stanze, ho colorato l'intero formicaio (eccetto le stanze) con dell'acrilico color marrone scuro.
Ho lasciato nude la facciata posteriore (per consentire una traspirazione e la possibilità di tenere d'occhio i livelli di umidificazione) e la base del formicaio (che andrà immersa nell'acqua).
Ecco il risultato:
Il vetro è stato attaccato con degli angolari ad "L" in metallo. Sulla parte a contatto con il vetro ho posto uno spessore soffice così da evitare di rovinare il vetro.
Successivamente il metallo è stato verniciato come il formicaio così da risultare quasi invisibile.
Ho predisposto un foto per il collegamento con eventuali futuri moduli, quando la colonia necessiterà di più spazio. Al momento il foro è chiuso con n tappo di plastica.
A questo punto sono passato alla seconda parte del formicaio...l'arena!
Ho scartato immediatamente contenitori di plastica poichè poco estetici per un formicaio di questa mole.
Ho quindi deciso di farla io, poichè era impossibile trovare un contenitore di quelle precise dimensioni. Ho scartato il plexiglas poichè è facilmente graffiabile.
Vista la mia esperienza decennale nell'acquariologia
, ho deciso di costruirla in vetro. Ho quindi fatto tagliare 5 pezzi di vetro per creare una vasca di 60x15x10.
Ho quindi iniziato il lavoro di fissaggio dei vetri...
Calcolando bene i tempi di asciugatura, ecco il risultato dopo 24 ore circa:
Il foro presentava due buchi ravvicinati sulla base. Uno di questi lo avrei collegato al formicaio...mentre l'altro pensavo di usarlo per fissare l'arena al mattone di gasbeton.
Dopo 24 ore di riposo per lasciare asciugare tutto il silicone, ho provveduto all'aggiunta degli angolari. Ho scelto angolari in plastica neri che, nel lato superiore, rientrano nell'arena così da diventare la rientranza per l'antifuga.
Ed ecco il risultato finale
Dopo che la vernice si è asciugata bene e dopo aver lavato più volte il mattone di gasbeton ho collegato le due parti.
Anzitutto ho posto delle strisce di biadesivo sulla superficie superiore del gasbeton (essendo verniciata il biadesivo ha preso bene)...
...ho quindi collegato il tubo di ingresso al formicaio.
A questo punto ho appoggiato sopra l'arena e l'ho fissata con la vite:
Ed ecco il risultato:
Per migliorare al massimo la visibilità l'arena non è poggiata a metà sul gasbeton...ma anteriormente è perfettamente pari con il vetro di copertura del blocco. Se da una parte questa scelta ha permesso l'emilinazione di eventuali ombre causate dall'arena sopra, dall'altra ha causato uno sbilanciamento del formicaio verso l'indietro, poichè posteriormente l'arena sborda di poco meno di 10 cm.
Per evitare che cadesse all'indietro alla prima spinta di un bambino "indisciplinato", GianniBert mi ha dato questa fantastica idea...porre un piede posteriore di sostegno!
Ho poi posto degli angolari neri nei lati posteriori del gasbeton, così da proteggerli. Anteriormente non c'è stato bisogno poichè il vetro, perfettamente aderente e delle giuste dimensioni, lo protegge già lui.
Ecco, quindi, il risultato finito:
La colonia ci ha impiegato circa 3 giorni a spostarsi completamente e, al momento, sembra gradire molto la nuova collocazione, come dimostrano queste foto di attività di "vita quotidiana".
Il formicaio credo sia il più bello che abbia mai realizzato...almeno dal punto di vista espositivo/didattico.
Al momento ho avuto un solo problema, causato da una scelta azzardata e dettata dall'impazienza (si sa che le peggiori ca...te le si commette a causa della fretta
)...cioè quella di mettere la colonia nel formicaio prima che questo si fosse asciugato per bene.
Per togliere prima l'odore di vernice (che avrebbe necessitato di giorni e giorni lasciato all'aria) l'ho tenuto mezza giornata completamente a mollo nell'acqua. In questo tempo il materiale si è impregnato.
Nelle zone verniciate, chiaramente, le formiche non hanno avuto modo di scavare (per la questione che comunque più di un tot di umidità non passa)...ma nei punti a contatto con il gasbeton nudo (cioè il buco di ingresso poco dopo la fine del tubo di plastica che va in arena e nel tunnel di collegamento futuro ad eventuali espansioni) hanno invece iniziato da subito a scavare...nonostante avessero tantissimo spazio libero nel formicaio!
Questo dimostra che l'attitudine allo scavo è una caratteristica istintiva che spesso prescinde dall'esigenza di spazio della colonia.
In poche ore avevano già scavato 0,5 cm.
Per evitare il disastro, ho avuto una idea che si è rivelata vincente.
Ho tolto il tappo di plastica e dopo aver spaventato le operaie dentro il tunnel, con una siringa ed un tubicino di plastica ho riempito il tunnel con antifuga molto più solido di quello usato in arena.
Come mi aspettavo, dall'interno le formiche hanno preso tutte le parti di gasbeton asportate ed hanno murato la stanza ponendole sopra l'antifuga.
Risultato: la colonia ha smesso di scavare e il tunnel è chiuso.
Un domani, quando mis ervirà riaprirlo, basterà asportare il "gel antifuga" e porre un tubo di collegamento.
Quindi mi raccomando...non fate come il sottoscritto...
...abbiate pazienza!!! Perchè per poco non vanificavo una settimana di lavoro!!!
Riguardo al formicaio e alla colonia, non resta ora che valutare la risposta della stessa al formicaio in tempi lunghi.
Ma per questo potrete seguire la storia della colonia in questo diario...

Il formicaio in questione è anzitutto un formicaio destinato alla didattica...quindi all'esposizione al pubblico. Diventerà il "pezzo da 90" della futura aula mirmecologica e, come formicaio didattico, deve rispondere alle seguenti esigenze:
1) Possibilità di spostamento (verrà esposto in oasi e eventualmente portato nelle aule di scuola quando farò incontri a tema con i ragazzi);
2) Ottima visibilità interna;
3) Aspetto naturale (deve ricreare l'idea di un habitat realmente occupato dalle formiche);
Oltre a questi punti, chiaramente, deve rispondere positivamente a tutte le esigenze di vita della colonia che lo abiterà.

La colonia in questione è una colonia adulta, con già qualche migliaia di operaie. La specie è Messor structor che tra tutte le Messor è quella che richiede un maggiore tasso di umidità.

La colonia mi è stata gentilmente regalata dal nostro amatissimo Ruben...al quale sarò eternamente debitore!

Ma passiamo anzitutto alla presentazione del formicaio e, successivamente, alla spiegazione di ogni fase della sua progettazione e realizzazione.

Ecco il lavoro finito:
Spoiler: mostra
Anzitutto partiamo dall'inizio. La colonia è una colonia già matura, quindi richiede un formicaio grande. Inoltre, essendo altamente poliginica, ho dovuto predisporre un formicaio un pò sovradimensionato, poichè sicuramente si svilupperà molto rapidamente.

Non ho potuto farlo in gesso (come le varianti ibrido) per i seguenti motivi:
1) Un formicaio in gesso risulterebbe troppo pesante da spostare...quindi non potrei usarlo a fini didattici nelle scuole;
2) Avrei avuto bisogno di quantità elevate di gesso...e la lavorazione stessa sarebbe risultata difficoltosa;
Il gesso va quindi bene per la realizzazione di formicai piccoli e medi...ma non grandi.

Così ho deciso di usare il gasbeton che, sicuramente, è un materiale con molti pregi, come la leggerezza e la facilità di lavorazione!

Ho quindi comprato la misura più grande di blocco che ho trovato in commercio (un mattone di 60x25x8 cm) e gli ho disegnato sopra, con una matita, la futura sagoma del formicaio (sagoma chiaramente generica).
Rispetto ai formicai che costruiamo solitamente fatti di stanze e cunicoli di collegamento, ho voluto rifarmi ad un disegno più "naturale", al quale sono arrivato mettendo in campo i risultati di numerose osservazioni fatte in natura sulle forme dei formicai interni di Tetramorium moravicum e Formica cunicularia.

Ho quindi predisposto una rete intrecciata di cunicoli di cui, alcuni, più "allargati".


Ecco una foto del disegno di partenza:
Spoiler: mostra
Ho scavato il tutto con un trapano, creando diversi dislivelli e profondità all'interno dei cunicoli. Il pavimento delle stanze è inoltre più alto nella parte posteriore e appena più basso in quella anteriore (a contatto con il vetro). Questo per rendere la visibilità ancora migliore.

Ecco qualche foto del risultato:
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Una delle caratteristiche che più ho sempre odiato nel gasbeton è il colore.

Essendo molto chiaro risulta essere artificiale e scomodo, poichè uova, larve e pupe spesso si "perdono".

Così ho deciso di fare dei test per studiare il comportamento del gasbeton con le vernici e valutare la risposta delle formiche ad eventuali trattamenti coloranti!


Sono test a cui sto lavorando da diversi mesi ma che ho "accelerato" visto l'arrivo di questa colonia.

Inizialmente ho provato con metodi di colorazione di tipo "naturale", come tenere a mollo il gasbeton in liquidi altamente colorati come the, caffè o torba.
I primi due coloranti hanno creato il problema che, a lungo andare, il materiale vegetale si degrada, facilitando l'insorgere di funghi, muffe, ecc...inoltre il caffè tende a dare problemi con le tracce odorose della colonia. Questo tipo di colorazione è inoltre poco resistente al tempo. In pratica ogni volta che il materiale si bagna perde colore e poco "naturale" come impatto visivo.

Ho provato allora a sporcare il gasbeton con torba asciutta, terra e carbone. Tutti questi trattamenti sono però transitori. In pratica, non venendo fissato il tutto sul materiale, appena bagnato si perde l'effetto.

A quel punto non ho potuto che provare con le vernici.

Il problema delle vernici è associato anzitutto a 3 fattori principali:
1) L'odore sgradevole (che potrebbe dare noia alla colonia);
2) L'inevitabile effetto impermeabilizzante sul gasbeton (che potrebbe quindi diventare troppo secco per consentire alla colonia di sopravvivere);
3) L'eventuale tossicità del colore stesso;
Ho così fatto per mesi dei test.

Riguardo al punto 1, sicuramente le vernici ad acqua sono le migliori, poichè non puzzano...ma, purtroppo, non vanno bene poichè perdono appena il materiale si bagna.

L'acrilico ha invece odore ma già da diverse prove passate ho potuto constatare che quando asiutto perde molto del suo odore (soprattutto se il materiale lo si lava bene) e, inoltre, sembra che le formiche non siano troppo disturbate.

Riguardo al punto 2 ho fatto diversi test di conducibilità elettrica che hanno evidenziato che il materiale, nonostante la verniciatura, lascia passare corrente elettrica se bagnato.

Questo è stato un esito incoraggiante poichè, a quel punto, mancava di capire quanto perdesse di umidità e se la quantità lasciata passare fosse sufficiente alla vita della colonia.
Così ho fatto diversi test con della carta assorbente, per capire più o meno il grado di umidità che passava.
Se consideriamo che il gasbeton nudo fa passare il 100% dell'acqua (valore base di partenza), quello colorato ne fa passare circa il 30-40%. In pratica, ponendo della carta assorbente su un mattone di gasbeton nudo a mollo, questa si impregna letteralmente di acqua e in pochi minuti...mentre la carta posta su quello verniciato diventa umido/bagnata ma non si impregna e ci impiega circa un'ora in più.

La cosa, quindi, risulta positiva perchè evita anche che il materiale diventi facilmente scavabile e consente di lasciare il materiale sempre a mollo (che è il sistema più rapido e migliore per umidificare questo materiale).

Chiaramente lo strato di vernice deve essere lieve e dato mediante vaporizzazione (in pratica con una bomboletta spray o un aereografo).

Riguardo al punto 3 ho fatto diversi test. Ho quindi scavato una stanza singola in un pezzettino di gasbeton e colorato con vernice acrilica data con pennello (così da riprodurre una condizione di sovra dosaggio della vernice). Dopo una notte di asciugatura ho sciacquato rapidamente il materiale e subito posto nella stanza un'operaia, chiudendo poi la stanza con un vetrino da microscopio.
Dopo alcuni giorni l'operaia stava benissimo.

Ho quindi fatto lo stesso mettendo però una regina di Solenopsis fugax delle mie...dopo diverse settimane (cioè ad oggi) sta li e sta più che bene.

Quindi il materiale risulta non tossico per le formiche.

Fatta questa premessa sui test sul colore, torniamo al formicaio.

Ho colorato quindi le stanze interne con uno spray acrilico color "terracotta", così da far rusaltare sia gli adulti (che nel marrone scuro si sarebbero persi) sia gli stadi giovanili e larvali.
Per creare un contrasto con le stanze, ho colorato l'intero formicaio (eccetto le stanze) con dell'acrilico color marrone scuro.

Ho lasciato nude la facciata posteriore (per consentire una traspirazione e la possibilità di tenere d'occhio i livelli di umidificazione) e la base del formicaio (che andrà immersa nell'acqua).

Ecco il risultato:
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Il vetro è stato attaccato con degli angolari ad "L" in metallo. Sulla parte a contatto con il vetro ho posto uno spessore soffice così da evitare di rovinare il vetro.
Spoiler: mostra
Successivamente il metallo è stato verniciato come il formicaio così da risultare quasi invisibile.

Ho predisposto un foto per il collegamento con eventuali futuri moduli, quando la colonia necessiterà di più spazio. Al momento il foro è chiuso con n tappo di plastica.

Spoiler: mostra
A questo punto sono passato alla seconda parte del formicaio...l'arena!

Ho scartato immediatamente contenitori di plastica poichè poco estetici per un formicaio di questa mole.

Ho quindi deciso di farla io, poichè era impossibile trovare un contenitore di quelle precise dimensioni. Ho scartato il plexiglas poichè è facilmente graffiabile.
Vista la mia esperienza decennale nell'acquariologia

Spoiler: mostra
Ho quindi iniziato il lavoro di fissaggio dei vetri...
Spoiler: mostra
Calcolando bene i tempi di asciugatura, ecco il risultato dopo 24 ore circa:
Spoiler: mostra
Il foro presentava due buchi ravvicinati sulla base. Uno di questi lo avrei collegato al formicaio...mentre l'altro pensavo di usarlo per fissare l'arena al mattone di gasbeton.

Spoiler: mostra
Dopo 24 ore di riposo per lasciare asciugare tutto il silicone, ho provveduto all'aggiunta degli angolari. Ho scelto angolari in plastica neri che, nel lato superiore, rientrano nell'arena così da diventare la rientranza per l'antifuga.

Spoiler: mostra
Ed ecco il risultato finale

Spoiler: mostra
Dopo che la vernice si è asciugata bene e dopo aver lavato più volte il mattone di gasbeton ho collegato le due parti.

Anzitutto ho posto delle strisce di biadesivo sulla superficie superiore del gasbeton (essendo verniciata il biadesivo ha preso bene)...
Spoiler: mostra
...ho quindi collegato il tubo di ingresso al formicaio.
Spoiler: mostra
A questo punto ho appoggiato sopra l'arena e l'ho fissata con la vite:
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Ed ecco il risultato:
Spoiler: mostra
Per migliorare al massimo la visibilità l'arena non è poggiata a metà sul gasbeton...ma anteriormente è perfettamente pari con il vetro di copertura del blocco. Se da una parte questa scelta ha permesso l'emilinazione di eventuali ombre causate dall'arena sopra, dall'altra ha causato uno sbilanciamento del formicaio verso l'indietro, poichè posteriormente l'arena sborda di poco meno di 10 cm.

Per evitare che cadesse all'indietro alla prima spinta di un bambino "indisciplinato", GianniBert mi ha dato questa fantastica idea...porre un piede posteriore di sostegno!

Spoiler: mostra
Ho poi posto degli angolari neri nei lati posteriori del gasbeton, così da proteggerli. Anteriormente non c'è stato bisogno poichè il vetro, perfettamente aderente e delle giuste dimensioni, lo protegge già lui.
Ecco, quindi, il risultato finito:
Spoiler: mostra
La colonia ci ha impiegato circa 3 giorni a spostarsi completamente e, al momento, sembra gradire molto la nuova collocazione, come dimostrano queste foto di attività di "vita quotidiana".

Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Spoiler: mostra
Il formicaio credo sia il più bello che abbia mai realizzato...almeno dal punto di vista espositivo/didattico.

Al momento ho avuto un solo problema, causato da una scelta azzardata e dettata dall'impazienza (si sa che le peggiori ca...te le si commette a causa della fretta


Per togliere prima l'odore di vernice (che avrebbe necessitato di giorni e giorni lasciato all'aria) l'ho tenuto mezza giornata completamente a mollo nell'acqua. In questo tempo il materiale si è impregnato.
Nelle zone verniciate, chiaramente, le formiche non hanno avuto modo di scavare (per la questione che comunque più di un tot di umidità non passa)...ma nei punti a contatto con il gasbeton nudo (cioè il buco di ingresso poco dopo la fine del tubo di plastica che va in arena e nel tunnel di collegamento futuro ad eventuali espansioni) hanno invece iniziato da subito a scavare...nonostante avessero tantissimo spazio libero nel formicaio!

Questo dimostra che l'attitudine allo scavo è una caratteristica istintiva che spesso prescinde dall'esigenza di spazio della colonia.

In poche ore avevano già scavato 0,5 cm.

Per evitare il disastro, ho avuto una idea che si è rivelata vincente.

Ho tolto il tappo di plastica e dopo aver spaventato le operaie dentro il tunnel, con una siringa ed un tubicino di plastica ho riempito il tunnel con antifuga molto più solido di quello usato in arena.

Come mi aspettavo, dall'interno le formiche hanno preso tutte le parti di gasbeton asportate ed hanno murato la stanza ponendole sopra l'antifuga.

Risultato: la colonia ha smesso di scavare e il tunnel è chiuso.
Un domani, quando mis ervirà riaprirlo, basterà asportare il "gel antifuga" e porre un tubo di collegamento.

Quindi mi raccomando...non fate come il sottoscritto...


Riguardo al formicaio e alla colonia, non resta ora che valutare la risposta della stessa al formicaio in tempi lunghi.

Ma per questo potrete seguire la storia della colonia in questo diario...
