Ho appena finito di leggere "Ants and their ways" di Alfred Russell Wallace (pubblicato nel 1883) e ci ho trovato un paio di interessantissime considerazioni riguardo alla luce rossa, che vi riporto.
Nella pubblicazione, Wallace riassume gli studi di Lubbock, Forel e McCook e, forte dei suoi oltre 20 anni di esperienza nello studio delle formiche inglesi, avanza una importante osservazione:
Alfred Russell Wallace ha scritto:That they prefer working underground is certainly true, and that they construct their chambers and passages out of sight is clearly established, and that they will not work against the sides of the bell-glass if exposed to the light is undoubted fact. But it is not, I believe, because they dislike the light, but because, for sanitary, educational, and protective reasons, it is necessary that their many chambers should be arranged at certain depths below the surface, and therefore at varying distances from the light of day.
traduco:
"
E' sicuramente vero che le formiche preferiscono lavorare sottoterra, ed è assodato che esse preferiscano costruire i loro tunnel e le loro camere lontane dalla nostra vista; infatti è indubitabile che in un formicaio verticale artificiale cerchino di scavare allontanandosi dal vetro esposto alla luce.
Ma questo non avviene, io credo, a causa del loro odio per la luce, ma è piuttosto per ragioni relative all'igiene, alla difesa del nido e alla cura e all'addestramento delle formiche appena nate, che le formiche costruiscono le loro molte camere a diverse profondità, e quindi a diverse e variabili distanze dalla luce del giorno."
A seguito di questa affermazione, Alfred Russell Wallace riporta i risultati di una serie di esperimenti che dimostrano come le formiche siano al contrario attratte dalla luce solare. In un esperimento una candela accesa viene posta nelle immediate vicinanze del vetro del formicaio artificiale, e tutte le formiche ne vengono senza dubbio attratte, a causa del conseguente riscaldamento del vetro del formicaio.
Gli elaborati esperimenti di sir John Lubbock, i cui risultati dimostrano la preferenza delle formiche per lo spettro rosso della luce, e il loro evitamento dello spettro violetto, secondo Wallace trovano spiegazione nel fatto che la luce a spettro rosso in natura è solitamente accompagnata da un maggiore calore, mentre lo spettro di luce violetta si riscontra nei giorni più freddi.
Gli esperimenti di Lubbock secondo Wallace dimostrano anche il fastidio provato dalle formiche verso l'azione chimica dei raggi UV. (irradiazione e disseccamento)
Wallace conclude affermando che non esiste nessuna reale prova empirica che dimostri il fatto che le formiche distinguano i colori, che l'unica certezza sia il fatto che le formiche cercano il calore, e pur temendo gli effetti dei raggi UV, che esse non sono in realtà infastidite dalla luce in sè.
Horace Donisthorpe, vent'anni dopo, completò le osservazioni di Wallace studiando il comportamento di
Tapinoma erraticum e la costruzione dei cosiddetti
solaria, osservando che
Horace Donisthorpe ha scritto:nei giorni in cui il sole è coperto, queste formiche sono introvabili; nei giorni nuvolosi pochissimi esemplari escono dal nido.
I
solaria sono quei punti, secchi e assolati e anche abbastanza distanti dal nido principale, in cui le
Tapinoma nei giorni più caldi portano tutta la covata per poi ricoprirla con un sottilissimo strato di terra. Donisthorpe, come Wallace, concluse che lo strato di terra posto sopra alle larve non serve tanto a proteggerle dalla luce, quanto a nasconderle alla vista dei predatori.
Questo comportamento è osservabile, anche se con meno certezza e frequenza, anche in
Lasius e altri generi di formiche.