Aggiorno la situazione al 19 febbraio...
La colonia ha passato la stagione invernale nel garage al freddo, per lunghi periodi intorno ai 5°, ammassandosi in gruppi divisi nelle gallerie. Devo dire che credevo avrebbero occupato la parte centrale in legno, invece si sono spostate qua e là senza apparente ragione.
Tutte le larve invernate si sono risvegliate senza problemi da circa una settimana, quando ho riportato il nido in casa, lontano da ogni fonte di calore.
Le operaie si sono riattivate nel giro di poche ore e hanno iniziato a perlustrare l'arena per bere. Alcune di loro non si sono mai del tutto immobilizzate (o forse facevano a turno) per continuare a visitare i tappi di zucchero diluito anche alle temperature più basse, perché sembra proprio che queste formiche bevano molto di più delle altre che osservo, quasi alla apri con
C. vagus.
In pochi giorni la vita della colonia è ripresa normalmente, le larve sono state divise in stanze come loro solito e le operaie sono costantemente in cerca di liquidi.
Solo dopo una settimana hanno cominciato ad essere fameliche anche di proteine.
Oggi ho deciso di aprire la seconda facciata del nido, perché la popolazione era diventata molto attiva e intraprendente, e anche perché in pochi giorni i lavori di costruzione della struttura interna di legno sono iniziati e terminati. Mi ero riproposto di aprire il lato B quando il nido fosse stato pieno sul lato A, ma la frenesia dei lavori mi ha convinto che era venuto il momento.
Vorrei aggiungere che questa soluzione del doppio nido aperto in due fasi mi ha creato problemi che avrei dovuto prevedere: il gasbeton umido, non sigillato da vetri, plexiglas o altro materiale, ha talmente trasudato sali da rendere necessaria una nuova mano di vernice e una precedente raschiatura e lavatura della facciata, cosa che, con le formiche dentro il nido, può comportare diversi problemi.
In ogni caso tutto sembra essere andato bene, e tolti i tappi di cotone, le prime operaie hanno iniziato a esplorare lasciandomi appena il tempo di appoggiare il vetro, bloccarlo con nastro isolante e successivamente di sigillarlo con i soliti angolari a vite.
Voglio però segnalare un nuovo tipo di lavori approntati da queste formiche da quando hanno ripreso l'attività: all'esterno hanno iniziato a costruire delle strutture che per ora non sono altro che collinette di legno masticato, però non l'avevano mai fatto prima.
La velocità con cui sono riuscite a terminare di "soppalcare” di cartone la stanza centrale interna mi ha sorpreso, perché l'anno scorso erano certamente molto più lente e la parte di stanza lasciata incompleta era almeno un terzo, dopo uno-due mesi di lavoro.
Ora hanno terminato il rimanente in poco più di dieci giorni.
Questo mi fa avanzare una supposizione: cioè che il compito (o la capacità) di masticare, impastare il legno, e creare il tipico cartone, sia prerogativa di operaie "anziane”, o per lo meno di una certa età.
- La “struttura” di legno accumulato all'esterno. Fino all'autunno scorso, le formiche avevano sparso senza organizzazione gli avanzi degli scavi; ora sembra stiano procedendo in modo diverso. Vedremo se questa tecnica porterà qualche altra sorpresa.