Formica cunicularia

Tassonomia: Tribù: Formicini; Sottofamiglia: Formica; Gruppo: Fusca

Areale di distribuzione: In tutte le regioni, relativamente in zone non fredde

Ginia: monoginica, occasionalmente poliginica

Tipica formica di prati e giardini di pianura e collina. F. cunicularia forma colonie popolose con classici monticelli esterni non particolarmente elevati, con diverse uscite circoscritte. Particolarmente attiva e laboriosa, adatta anche a principianti.

E’ facile confonderla con le altre del Genere, come Formica cinerea (più tendente al nero-grigiastro e dotata di una maggiore pelosità); F. cinerea crea colonie ancor più popolose (è poliginica) con molte uscite distribuite su una superficie estesa dove sono evidenti tracce di scavo; vive soprattutto presso gli argini dei fiumi, in terreno sabbioso, ed è molto più combattiva di cunicularia.

Regina: 8-9 mm nero opaco con inserti al torace e sulle zampe tendenti al rossastro scuro, quasi marrone

Maschio: 5-6 mm, nero

Operaie: 5-8 mm, nero opaco con tonalità marrone. Esistono anche varietà con colorazioni tendenti al rosso sul torace o sotto il capo. La colorazione non è sempre significativa per riconoscere la specie.

Alimentazione: moderatamente onnivora, in natura sostanze zuccherine da afidi, nettare di fiori ed insetti. Ideale in allevamento: soluzione di miele o zucchero diluito in acqua, e insetti di tutti i tipi, come farfalle, grilli, camole della farina, mosche, bruchi, ma anche avanzi da cucina come briciole, salumi, biscotti, dolci. Anche la frutta matura è molto gradita, soprattutto scaglie di mela.

Umidità: una parte del nido deve essere mantenuta relativamente umida.

Temperatura: consigliabile per lo sviluppo della covata, da 22 a 26° C.

Ibernazione: da ottobre a febbraio la regina smette di deporre e la colonia rallenta l’attività senza immobilizzarsi del tutto anche a basse temperature; può essere mantenuta fra i 5 e i 10° C. La colonia normalmente non sverna con covata latente.

Nidificazione: nidifica preferibilmente nel terreno, e si adatta anche sotto pietre assolate in primavera. Abbastanza reattiva ai traslochi, anche in natura.

Nidi artificiali consigliati: gasbeton (ytong), gesso, nidi con terra a lastre affiancate. E’ bene prevedere un’arena spaziosa e un nido che accolga l'esplosione demografica dopo il primo/secondo anno.

Periodo di sciamatura: piena estate, giugno/luglio.

Sviluppo: claustrale solitario, favorevole all’adozione di bozzoli esterni.

Periodo di sviluppo approssimativo a temperatura ideale:

da uovo a larva 10-15 giorni;
da larva a pupa: 8-10 giorni;
da bozzolo ad adulto, 10-16 giorni.

Comportamento in allevamento: inizio normalmente lento (poche operaie, 10 -20 al massimo, nate la prima estate), anche 100 il secondo anno per poi esplodere al terzo anno anche con migliaia di operaie.

Rischi: Nessuno, morso debole. Dotata di acido formico. Particolarmente veloce.

Descrizione: Le operaie sono molto laboriose e agili, dimostrando una risposta rapida al reclutamento da parte delle compagne in caso di rinvenimento prede, che vengono rapidamente portate nel nido. Inizialmente timide, nella colonia matura possono essere estremamente reattive in caso di avvistamento nemici nei pressi del formicaio. Discrete cacciatrici, trasportano rapidamente le prede all’interno del nido.


ATTENZIONE:

L'allevamento di questa specie comporta la presa di coscienza che nel giro 3-5 anni ci si possa trovare di fronte al problema di dover "potare” la popolazione sopprimendo una parte delle operaie che escono in arena. Con alcune centinaia, poi 1000 o migliaia di operaie, la colonia necessita di spazi, alimentazione e cure da non sottovalutare. Le formiche forano il legno o il gesso, o il gasbeton, cercano nuovi spazi e diventano particolarmente aggressive e intraprendenti. Ci si potrebbe trovare inoltre di fronte alla possibilità di dover sopprimere la colonia nel caso in cui non possa essere reitera in natura nel luogo di origine della cattura (cosa comunque sconsigliabile: potremmo alterare delicati equilibri vitali liberandole).

Consigliamo in questo caso di rivolgersi a musei, laboratori, oasi naturalistiche con personale competente, o contattare personalmente i moderatori per suggerimenti su misura.

Ultimo aggiornamento (Venerdì 29 Aprile 2016 15:50)