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Nome: Camponotus vagus

Tassonomia: Tribù: Camponotini; Genere: Camponotus

Areale di distribuzione: comune in tutta Italia, preferisce ambienti caldi di pianura e riviera, boschi aperti e asciutti, ma è molto adattabile.

Ginia: monoginica;

Regina: 16-18 mm nero

Maschio: 8-12 mm, nero

Operaie: 6-14 mm, nero, opaco con peli abbastanza fitti che sull’addome creano un effetto grigiastro;
le colonie sviluppate hanno la popolazione divisa in operaie minor e major. Le operaie major possono essere considerati soldati adibiti alla difesa, e sono ben riconoscibili dalla taglia e dalle proporzioni massicce del capo.

Alimentazione: in natura si nutre di sostanze zuccherine e insetti. Le operaie cacciano solitarie e quando la colonia cresce diventano molto intraprendenti e aggressive.

Ideale in allevamento: soluzione di miele o zucchero diluito in acqua, insetti come blatte, farfalle, bruchi (anche vivi, dato che sono discrete cacciatrici), camole e grilli. Accettano volentieri frutta matura, rondelle di zucchina, melone, uovo sodo (sia tuorlo che albume), prosciutto, pollo.

Umidità: comune nella zona mediterranea, si adatta anche in pianura e zona collinare in condizioni di bosco aperto, preferibilmente in pineta od oliveto. Se il nido artificiale all'interno è molto asciutto, tenere riserve di acqua in arena.

Temperatura consigliata: per lo sviluppo della covata, da 22 a 28° C max.

Ibernazione: da novembre a febbraio entra in diapausa invernale, rallentando ogni attività; in questo periodo è consigliabile mantenerla in luoghi freschi, fra i 5 e i 10° C.

Nidificazione: nidifica preferibilmente nei tronchi d’albero, scavando tunnel nel legno morto seguendo generalmente le venature più deboli, ma si adatta anche sotto pietre assolate in zone più fredde.

Nidi artificiali consigliati: gasbeton (ytong), legno di pino, pioppo, quercia, faggio, sughero (tutti questi materiali possono essere facilmente perforati; prevedere rinforzi laterali).

Attenzione: i nidi di legno costruiti a incastro, inchiodatura o incollaggio, oppure scavati a fresa, vanno mantenuti il più possibile asciutti, per evitare sconnessioni o rigonfiamenti della struttura, che porterebbe a fessurazioni. Prevedere quindi un sistema di umidificazione alternativa, con provette di acqua accessibili, o un serbatoio interno che non entri a contatto col legno, a meno di usare un nido ricavato in un blocco unico (tipo con gallerie scavate direttamente nel materiale. Le operaie possono comunque bere per poi inumidire il legno in punti precisi, che poi, ammorbiditi, sono più facili da scavare.

Difficoltà: Prolifica, date le sue dimensioni richiede ampi spazi vitali; è la più adattabile e veloce nello sviluppo, fra le Camponotus maggiori europee C. herculeanus, C. cruentatus e C. ligniperda.

Già nel secondo anno dalla fondazione la colonia può passare da una cinquantina di individui a un migliaio. Date le sue dimensioni, prevedere nidi espandibili, o adatti ad ospitare un numero discreto di operaie per la seconda estate. Si trasferisce facilmente, se le si offre un nido adatto, ma vanno sempre tenute presenti le dimensioni e la velocità delle operaie.

Già al terzo anno di vita, se ben alimentata e con spazi adatti, la famiglia potrebbe raggiungere 1000-2000 operaie, cosa che renderà difficile gestire la popolazione. Le major iniziano a manifestare esigenze di scavo; uno dei sistemi di questa formica per indebolire il legno è di defecare sempre nello stesso punto, e lavorare poi il legno ammorbidito o marcescente! E' indispensabile alloggiare la colonia in un nido che non abbia falle e verificare mensilmente i tubi di collegamento: la plastica può essere rosa e asportata anche per alcuni cm, permettendo la fuoriuscita dagli snodi indeboliti. Si consiglia di schermare le pareti esterne con plexiglas. Le operaie manifestano un aumento dell'attività notturna e l'aggressività aumenta con l'aumentare della prole famelica.

Indole: formica molto veloce e combattiva, aggressiva non appena la colonia cresce di numero. Il morso delle maggiori è forte, innocuo per l'uomo ma comunque in grado di incidere la pelle, quindi fare attenzione. Dotata di abbondante acido formico, è capace di troncare in due le formiche avversarie con un solo morso potente. Se dovete maneggiare le operaie in grande quantità o per un certo tempo, è consigliabile indossare guanti di lattice.

Comportamento in natura: Le operaie maggiori fungono da veri soldati e hanno potenti mandibole. In natura questa formica ha un comportamento aggressivo e dominante verso le formiche di altra specie che confinano col suo territorio, al limite del teppismo. E' facile incontrare operaie solitarie intente a "disturbare” nidi di specie diverse, ponendosi all'entrata dei nidi e uccidendo le operaie in uscita una ad una.

Periodo di sciamatura: ai primi caldi, dall'inizio d’aprile.

Sviluppo da regina fondatrice: Claustrale, solitario, è possibile ma superfluo agevolare la fondazione con adozione di bozzoli. In cattività dalle 50 alle 100 operaie prima dell'inverno.

Periodo di sviluppo approssimativo a temperatura ideale:

da uovo a larva 10-16 giorni;

da larva a pupa: 15-18 giorni;

da pupa ad adulto, 10-24 giorni).

Attiva da marzo/aprile ad ottobre, inizia la fase di stasi a fine settembre; la regina, la cui vita è di circa 15-18 anni, smette di fare uova in questo periodo. Mantiene la covata inattiva durante il periodo invernale. In natura una colonia matura può essere costituita da più di 10.000 individui. Tenerne quindi conto se si decide di allevare questa specie, che necessita di molto spazio sia nel nido che in arena.

Diari di allevamento: diario 1, diario 2


Regina con operaie minor

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Operaie che catturano un grillo

La deposizione della covata ha una accelerazione già dal secondo anno di vita...

ATTENZIONE:

L'allevamento di questa specie comporta la presa di coscienza che nel giro 3-4 anni ci si possa trovare di fronte al problema di dover "potare” la popolazione sopprimendo una parte delle operaie che escono in arena. Con alcune centinaia, poi 1000 o migliaia di operaie, la colonia necessita di ampi spazi, alimentazione e cure da non sottovalutare. Le formiche forano il legno o il gesso, o il gasbeton, cercano nuovi spazi e diventano particolarmente aggressive e intraprendenti. Ci si potrebbe trovare inoltre di fronte alla possibilità di dover sopprimere la colonia nel caso in cui non possa essere rilasciata in natura nel luogo di origine della cattura (cosa comunque sconsigliabile: potremmo alterare delicati equilibri vitali liberandole).

Consigliamo in questo caso di rivolgersi a musei, laboratori, oasi naturalistiche con personale competente, o contattare personalmente i moderatori per suggerimenti su misura.


Ultimo aggiornamento (Lunedì 28 Settembre 2020 19:44)