Gene network and negligible senescence (2015)

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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 15/02/2017, 22:28

Sei tremenda! :P

Ho capito dove sta il punto che non focalizzi bene.

Non siamo ancora in grado di immortalizzare organismi multicellulari animali, né di evitare la senescenza replicativa precoce nei cloni per il motivo che siamo in grado di immortalizzare solo linee cellulari, non tutto l’organismo. E’ lo stesso problema alla base della terapia genica.

Sia per la terapia genica che per immortalizzare una cellula dobbiamo alterarne il genoma (nel primo caso introducendo un allele funzionante del gene malato, nel secondo caso introducendo un gene funzionale che, direttamente o indirettamente, faccia esprimere le telomerasi anche alle cellule somatiche). Per fare questo, la strategia che conosciamo al momento è utilizzare vettori virali.

Un vettore virale è un virus che nel suo genoma contiene il gene utile. I virus, una volta infettata la cellula, inseriscono una copia del proprio genoma nella sequenza genomica della cellula ospite (tale copia è detta provirus). Questa cellula ospite sarà quindi in grado di esprimere quel nuovo gene, purché sia efficace anche tutto il sistema promoter del gene. Anche se riusciamo a fare tutto questo, il nostro limite è che non riusciamo ancora a far infettare tutte le cellule dell’organismo di un animale. Dato che i virus sono specifici per un tipo cellulare (o alcuni tipi cellulari), perché il loro adsorbimento (penetrazione nella cellula) dipende dal legame con alcune molecole di superficie specifiche di tale/i tipo/i cellulare/i, con un virus possiamo infettare solo alcune linee cellulari.

Per risolvere il problema della terapia genica nell’adulto e della senescenza anticipata dei cloni, c’è bisogno che ogni cellula corporea, ogni tipo di tessuto, abbia ricevuto il gene utile, e che quindi tutte le cellule siano state infettate dal vettore virale. Non ne siamo ancora capaci, ed ecco perché per esempio la terapia genica è ancora in fase di sviluppo. E’ anche intuitivo che un processo come far infettare l’intero organismo da un virus, oltre ad essere una situazione difficile da ottenere, è un processo estremamente pericoloso! Un'alternativa sarebbe non intervenire nell’adulto, ma su un embrione ai primi stadi, in modo che siano poche le cellule da infettare (le quali poi daranno origine a tutte le altre cellule fino all’individuo adulto, già contenenti i geni utili). Ma questa cosa è ancora più pericolosa e piena di problematiche perché i virus, per definizione, sono devastanti se intervengono nell'embriogenesi e lo sono di più quanto più precoce è lo stadio embrionale.

Per il momento la terapia genica è quella che sembra più a portata di mano, almeno per quanto riguarda le malattie genetiche organo specifiche (es: le forme geneticamente determinate di diabete mellito). In questo caso infatti basterebbe fornire il gene utile solo alla specie cellulare che produce la proteina difettosa. Nel caso di queste forme di diabete per esempio basterebbe infettare solo le cellule beta del pancreas endocrino e fornire solo a loro l'apparato genico funzionante per permettergli di secernere adeguatamente insulina.

Nel caso di malattie genetiche sistemiche o dei cloni è indispensabile “curare” tutte le cellule dell’organismo ed è proprio questo che costituisce il nostro limite attuale.
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 16/02/2017, 0:32

Questi metodi non virali per modificare il DNA non sono applicabili ai nostri casi. Non lo sono o perché si applicano su colture cellulari e non in vivo (perché troppo traumatici per le cellule di un tessuto in vivo), o perché sono applicabili in vivo ma non servono ad introdurre nuovo materiale genetico funzionante (che è proprio quello che serve a noi nei casi di sopra), ma ad alterare geni già esistenti. E questa alterazione consiste in un danneggiamento (quindi si tratta di modifiche non mirate) dei geni che promuovono la malattia. Insomma è il contrario dei nostri casi: voglio silenziare un gene, non attivarlo. Per il caso della senescenza replicativa nei cloni non vedo, almeno al momento, altre possibili strade se non l'utilizzo di vettori virali. Dico "possibili" strade perché per quanto mi riguarda, seguire queste strade (immortalità e clonazione umana) è qualcosa di probabilmente poco auspicabile nell'interesse dell'umanità.

Sì, posso modificare i gameti, ma questo che c'entra? Questo serve a creare individui sani, non a curare individui malati. Con la terapia genica io devo curare individui malati... E i gameti non riguardano il problema della clonazione. Nella clonazione si usa solo un gamete (l'ovocita) che tra l'altro è denucleato del pronucleo, quindi non è neanche "geneticamente" un gamete.
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 16/02/2017, 1:26

Dato che siamo in argomento una cosa da dire la avrei...

Per quanto riguarda la clonazione io un'idea di percorso ce l'avrei. Non sarebbe neanche il caso di sponsorizzarla, ma sicuramente non è un'idea che è venuta in mente solo a me. Applicarla avrà sicuramente le sue difficoltà. Il problema nasce dal fatto che devo inserire in un ovocita un nucleo già diploide proveniente da una cellula di un individuo (quello da clonare) e che i cromosomi in tale nucleo avranno già un notevole accorciamento dei telomeri rispetto al nucleo di uno zigote nato dall'unione di due gameti. Di solito si utilizzano, se non sbaglio, nuclei di fibroblasti. Facendo una riflessione, la cosa che vedo "plausibile in teoria" sarebbe utilizzare il nucleo di una cellula della linea germinale ancora diploide. Le cellule della linea germinale che sono precedenti alle divisioni meiotiche sono ancora diploidi. Utilizzando il loro nucleo potrei clonare l'individuo da cui proviene la cellula avendo dei telomeri ancora intatti (perché presi dalla linea germinale che esprime telomerasi e che è una linea immortale). Ricreando cioè la stessa situazione, per quanto riguarda i telomeri, che si presenta in una normale fecondazione per anfigonia.

Poi ovviamente nel mettere in pratica un'idea come questa saltano fuori decine/centinaia di ostacoli pratici/tecnici, per cui partorire l'idea primaria, anche qualora questa fosse un'idea buona, è sempre solo il primo passo di una maratona.

Infine però ripeto ancora una volta: provate solo ad immaginare e a riflettere sulle conseguenze devastanti che avrebbero sul benessere dell'umanità le azioni di renderci immortali e di clonarci. La perifrasi che utilizzerei io per chiamare queste azioni è "abomini criminali contro l'umanità"!
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 16/02/2017, 5:13

Eh, prova ad immaginare...

Innanzitutto la lotta che si genererebbe per accaparrarsi questi diritti di persona e che alla fine vincerebbero solo le persone più "potenti", poi l'esistenza di persone potenzialmente immortali, che vivrebbero secoli, l'aumento spropositato della vita media che si tradurrebbe in un aumento demografico inarrestabile se non attraverso il genocidio o la guerra, il caos che ne deriverebbe, l'impossibilità per i nuovi nati di inserirsi nelle società umane che diventerebbero praticamente prive di turn-over, unita al fatto che i nuovi nati sarebbero almeno in parte cloni di individui ancora in vita.

Tutte cose che sarebbero un importante passo verso un futuro apocalittico/postapocalittico; se non è un abominio e un crimine contro l'umanità questo... !?

E come ho già detto altrove, non sono un grande fan del postapocalittico, preferisco il fantasy medievale.

PS: se c'è qualcuno che non ha mai visto Ken il Guerriero... meglio che non lo veda mai! :-D
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 17/02/2017, 1:46

Eh, già... purtroppo il pessimismo riguardo le capacità dell'umanità di "scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile" sa sempre tanto di realismo!

E comunque sì, e non sono neanche un semplice uomo oscuro...

Severus Piton ha scritto:L'Oscuro Signore NON si riposa!
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 17/02/2017, 8:21

Sì, però la frase a cui mi riferivo io è di un personaggio molto più illustre, autorevole, carismatico ed influente.

Albus P. Silente ha scritto:E' arrivato il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile!
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 17/02/2017, 20:15

Era semplicemente un "sì" interiettivo.

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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 17/02/2017, 21:10

E' una risposta abbastanza facile da dare secondo me. Soccombere è sicuramente più facile che giusto. Arrendersi è un atto di comodità, vigliaccheria e pigrizia. Continuare a combattere è un atto di coraggio e volontà perché è più difficile ed è quindi sicuramente la scelta più giusta.

Comunque, ripeto:

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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 17/02/2017, 22:34

Elena Regina ha scritto:Non vedo dunque come si possa non essere favorevoli alla immortalizzazione umana, intesa come prolungamento / miglioramento illimitato dell'esistenza individuale


Perché prolungare ad oltranza la vita del singolo individuo significa condannare la specie. Rendere i singoli uomini potenzialmente immortali significa muoversi verso l'estinzione dell'umanità. Far vivere alcuni uomini il doppio (poi comunque muoiono) e far estinguere poi la specie è un'opera che porta alla morte, non alla vita.

Elena Regina ha scritto:Il "fantasy medievale" pullula di esseri immortali o estremamenti longevi. Basti pensare ad Elfi e Valar.


Eh, sì, però non si sta estinguendo nessuno. Anzi, nel fantasy medievale è tipico che succeda il contrario: specie che si credevano estinte, con dei favolosi colpi di scena, si scoprono ancora vegete e fiorenti.

Ken il Guerriero è un manga/anime degli anni '90 ambientato in un futuro postapocalittico in cui l'umanità si è quasi estinta da sola con le guerre nucleari e tra i pochi superstiti, che vivono in condizioni bestiali, vige la legge del più forte. Si tratta molto probabilmente del manga/anime più violento di sempre ed è una violenza disgustosa e rivoltante, che si unisce all'angoscia del tipo di ambientazione. Perciò... meglio non guardarlo mai!
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda Robybar » 18/02/2017, 16:23

Si prendano ad esempio le formiche: una regina di Lasius niger è in grado di vivere non il doppio, bensì quasi 30 volte più a lungo di una sua operaia (come un essere umano che arrivasse a vivere 3000 anni) eppure la specie Lasius niger non accenna minimamente ad estinguersi, men che meno per tale motivo!
:


e se anche le operaie vivessero quanto la regina? Facile ipotizzare che in uno sceario simile, per avere sufficienti risorse, si dovrebbe contrarre l'intera popolazione, i cicli vitali e i processi di selezione si svolgerebbero su scale temporali maggiori e sarebbe intaccata la capacità di adattamento tipica degli organismi a ciclo vitale rapido. Adattamenti meno rapidi sono sinonimo di minore flessibilità ai cambiamenti ambientali e maggiore rischio di estinzione.

Se tutta l'umanità o anche una discreta parte di essa fosse in grado di vivere per millenni, il ristagno generazionale costringerebbe la popolazione ad arrestare la propria crescita diradando le nascite e rendendo mooooooolto più lenta l'adattabilità della nostra specie. A questo punto basterebbe una semplice glaciazione a decimare la nostra specie fino all'inverosimile.
Spoiler: mostra
Camponotus aethiops (fondazione)
Camponotus nylanderi (fondazione)
Crematogaster scutellaris (fondazione)
Pheidole pallidula
Messor wasmanni x2
Lasius cfr emarginatus (fondazione)
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Re: Gene network and negligible senescence (2015)

Messaggioda winny88 » 19/02/2017, 3:47

Io però non intendevo questo ragionando sull'uomo. Parlavo più semplicisticamente dei devastanti risvolti sociali che avrebbe il rendere (anzi, anche solo l'avere la possibilità di rendere, senza neanche attuarlo effettivamente) alcune persone così longeve. Sono questi risvolti sociali che condurrebbero probabilmente ad una situazione di collasso dell'umanità, dato che si può immaginare che la nostra estinzione possa avvenire molto più facilmente per nostra stessa mano che per cause esterne, dato che, ahimé, siamo arrivati al punto che le nostre "cause interne" possono essere molto più devastanti di parecchi eventi naturali cataclismatici.

Una descrizione molto sommaria del quadro sociale proapocalittico che si può immaginare l'ho già fatta sopra. Il mio pessimismo (secondo voi, "realismo" secondo me) non riguarda le nostre capacità di sopravvivere (adattandoci o, nel nostro caso particolare, adattando l'ambiente a noi), ma le nostre capacità di scegliere ciò che è bene per la collettività.
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