Camponotus vagus - diario di una colonia
Inviato: 24/02/2011, 21:26
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Ecco la storia della mia colonia di Camponotus vagus.
Queste due regine di Camponotus vagus sono state catturate, ancora alate, agli inizi di aprile 2010:
Sono state subito poste in provette appositamente preparate con camera d'acqua, cotone e tappo bucato molto finemente, e lasciate indisturbate in un posto buio per tre settimane. Durante questo periodo, le regine si sono strappate le ali e hanno iniziato a deporre.
Raggiunto un certo numero di uova, i loro addomi mi sono sembrati un po' troppo diminuiti; così ho inserito nella provetta un mini-batuffolo di cotone impregnato di acqua e miele, da cui si sono immediatamente alimentate riportando l'addome a dimensioni più rassicuranti.
La nascita delle prime operaie è molto suggestiva da osservare, perchè include la partecipazione della regina. La regina aiuta l'insetto ad emergere dal sacco pupale usando le possenti mandibole con accortezza chirurgica. Da quello che ho potuto osservare, una volta raggiunto un certo numero di operaie la regina inizia a disinteressarsi delle larve e delle pupe, dedicandosi solo a deporre e mangiare (soprattutto per trofallassi, quasi mai in maniera indipendente). Il lavoro nella "nursery" viene totalmente demandato alle operaie. Diventerà sempre più raro vedere una regina che sposta un uovo o che mangia da sola.
Riguardo al cibo, ho offerto loro mosche, drosofile, camole, batuffoli con acqua e miele... in breve tempo l'acqua delle provette è diventata gialla e il cotone da bianco è diventato nero di muffa, a causa della loro abitudine di ammassare i residui dei pasti sul cotone. Per fortuna trasferire la colonia in una provetta pulita è semplicissimo: basta preparare una provetta identica alla prima e unirla all'altra con dello scotch. Se lasciate tranquille, entro qualche ora le formiche si trasferiscono da sole nella provetta pulita, portandosi dietro tutte le uova, larve e pupe.
Per cercare di diminuire il problema muffe, ho iniziato ad alimentarle con le gelatine proteiche per coleotteri che sembrano gradire molto:
(sono quei grumi bianchi a sinistra)
Le gelatine per coleotteri sono abbastanza gradite, ma mai quanto una mezza camola:
Le foto degli allevamenti commerciali di formiche ritraggono provette totalmente nere di formiche, con fino a 100 esemplari all'interno; è anche possibile far svernare una colonia in provetta. A me invece non piace vedere le formiche costrette in così poco spazio, anche se probabilmente è un problema più mio che loro!
L'obiettivo per il futuro è riuscire ad avere una colonia di più di mille individui, in cui tutte le caste siano rappresentate, ospitata in un grande nido il più possibile naturale (legno e/o terriccio); ma per adesso, viste le esigue dimensioni della colonia, credo che sia più appropriato utilizzare un nido provvisorio di accrescimento.
Una cosa che ho imparato dalle varie storie di allevamenti pubblicate sui forum tedeschi e olandesi è questa: piccola colonia in grande nido = nicht gut, niet goed... non bene. E' molto meno rischioso procedere per gradi, e anno dopo anno fornire alla colonia nidi proporzionati alle sue effettive esigenze.
Primo tentativo di intaglio del gasbeton, effettuato con un cacciavite:
Il materiale è molto friabile (fin troppo) e per riuscire a lavorarlo senza romperlo bisogna stare molto attenti; per fortuna costa davvero poco, quindi in caso di errori si può sempre buttare via il mattone e ricominciare l'intaglio su di un altro (cosa che credo farò)
L'ytong (detto anche gasbeton) è il materiale più usato nei nidi artificiali: nell'impasto di questo tipo di mattone la presenza di numerosissimi alveoli consente all'umidità di filtrare ed espandersi. A differenza del gesso, un tasso di umidità costante non lo degrada, inoltre è anche meno soggetto a muffe.
In Luglio 2010 una delle mie due colonie è stata regalata ad un appassionato mirmecofilo di provata fiducia, quindi mi è rimasta una sola colonia di Camponotus vagus.
Nel frattempo la mia colonia era ancora in provetta, Settembre si avvicinava e la costruzione del nido in y-tong andava a rilento. Volevo riuscire a trasferire le formiche in un nuovo e più spazioso nido prima che entrassero nel riposo invernale, quindi ho messo mano al portafogli e ho comprato un nido in pietra ricostituita dal sito francese fourmis.fr, modello "Biorama".
Ecco come si presenta normalmente il loro nido:
i fogli di carta copiativa impediscono alla luce di penetrare nel nido, facendo sentire le formiche più al sicuro. Quando rimuovo il foglio per osservarle, immediatamente si innervosiscono...
Veduta laterale con le altre camere del nido bloccate da batuffoli di cotone:
Altra veduta laterale, oltre alle camere abitate si osserva l'altra camera bloccata e il tubo per le future espansioni; si osserva anche il serbatoio inferiore di acqua che fornisce un ottimo gradiente di umidità al nido:
Ed ecco l'ultima foto in cui si possono osservare le C. vagus riposare nelle loro camere:
A metà Luglio 2010, sono già nate due operaie submajor, cosa abbastanza inconsueta già al primo anno. Ecco una foto che mostra una di loro, nell'atto della trofallassi con una operaia minore.
E' indicata dalla freccia rossa; si nota bene l'addome esteso e fisogastrico, indice di sazietà estrema ^_^
In basso a sinistra, la regina.
Mi piace pensare che se la colonia è in salute ciò è dovuto alle particolari attenzioni che sto loro dedicando, alimentandole assiduamente e con grande varietà.
Oltre a miele, camole, drosofile, grilli, falene, frutta matura e gelatine per coleotteri, sto sperimentando con successo la "dieta bhatkar" la cui ricetta potete trovare qui.
A Settembre 2010 le formiche hanno iniziato a entrare in ibernazione.
Visto che nelle camere inferiori iniziava a formarsi un po' di "melma", ho messo a loro disposizione una manciatina di ghiaietto per acquari (sottoposto a bollitura) per dare loro modo di coprire le zone più sporche. Come al solito, le formiche mi hanno sorpreso, e pur nello stato di semi-letargo in cui si trovavano, hanno raccolto tutto il ghiaietto che potevano per... chiudersi dentro!
Il ghiaietto è stato sparso sulla superficie del terrarietto la notte del 6 settembre. Ecco com'era la situazione neanche 12 ore dopo:
foto grande
ed ecco la situazione dopo altre 12 ore:
vista laterale: (7 settembre)
foto grande
La superficie del terrarietto: (sempre 7 settembre. in basso a sinistra, tampone di acqua e miele; in alto a sinistra, sul foglio di carta, pezzo di gelatina bhatkar; a destra, le camole spezzettate e totalmente ignorate, visto che con l'inizio del letargo hanno quasi del tutto smesso di mangiare)
Ed eccole ora, a Febbraio 2011, uscite con successo dal letargo
(clicca per ingrandire)
(clicca per ingrandire)
Per visualizzare tutte le foto in sequenza, visitare la galleria:
http://www.flickr.com/photos/59961181@N03/sets/72157626768888280/
Ecco la storia della mia colonia di Camponotus vagus.
Spoiler: mostra
Queste due regine di Camponotus vagus sono state catturate, ancora alate, agli inizi di aprile 2010:
Sono state subito poste in provette appositamente preparate con camera d'acqua, cotone e tappo bucato molto finemente, e lasciate indisturbate in un posto buio per tre settimane. Durante questo periodo, le regine si sono strappate le ali e hanno iniziato a deporre.
Raggiunto un certo numero di uova, i loro addomi mi sono sembrati un po' troppo diminuiti; così ho inserito nella provetta un mini-batuffolo di cotone impregnato di acqua e miele, da cui si sono immediatamente alimentate riportando l'addome a dimensioni più rassicuranti.
La nascita delle prime operaie è molto suggestiva da osservare, perchè include la partecipazione della regina. La regina aiuta l'insetto ad emergere dal sacco pupale usando le possenti mandibole con accortezza chirurgica. Da quello che ho potuto osservare, una volta raggiunto un certo numero di operaie la regina inizia a disinteressarsi delle larve e delle pupe, dedicandosi solo a deporre e mangiare (soprattutto per trofallassi, quasi mai in maniera indipendente). Il lavoro nella "nursery" viene totalmente demandato alle operaie. Diventerà sempre più raro vedere una regina che sposta un uovo o che mangia da sola.
Riguardo al cibo, ho offerto loro mosche, drosofile, camole, batuffoli con acqua e miele... in breve tempo l'acqua delle provette è diventata gialla e il cotone da bianco è diventato nero di muffa, a causa della loro abitudine di ammassare i residui dei pasti sul cotone. Per fortuna trasferire la colonia in una provetta pulita è semplicissimo: basta preparare una provetta identica alla prima e unirla all'altra con dello scotch. Se lasciate tranquille, entro qualche ora le formiche si trasferiscono da sole nella provetta pulita, portandosi dietro tutte le uova, larve e pupe.
Per cercare di diminuire il problema muffe, ho iniziato ad alimentarle con le gelatine proteiche per coleotteri che sembrano gradire molto:
(sono quei grumi bianchi a sinistra)
Le gelatine per coleotteri sono abbastanza gradite, ma mai quanto una mezza camola:
Le foto degli allevamenti commerciali di formiche ritraggono provette totalmente nere di formiche, con fino a 100 esemplari all'interno; è anche possibile far svernare una colonia in provetta. A me invece non piace vedere le formiche costrette in così poco spazio, anche se probabilmente è un problema più mio che loro!
L'obiettivo per il futuro è riuscire ad avere una colonia di più di mille individui, in cui tutte le caste siano rappresentate, ospitata in un grande nido il più possibile naturale (legno e/o terriccio); ma per adesso, viste le esigue dimensioni della colonia, credo che sia più appropriato utilizzare un nido provvisorio di accrescimento.
Una cosa che ho imparato dalle varie storie di allevamenti pubblicate sui forum tedeschi e olandesi è questa: piccola colonia in grande nido = nicht gut, niet goed... non bene. E' molto meno rischioso procedere per gradi, e anno dopo anno fornire alla colonia nidi proporzionati alle sue effettive esigenze.
Primo tentativo di intaglio del gasbeton, effettuato con un cacciavite:
Il materiale è molto friabile (fin troppo) e per riuscire a lavorarlo senza romperlo bisogna stare molto attenti; per fortuna costa davvero poco, quindi in caso di errori si può sempre buttare via il mattone e ricominciare l'intaglio su di un altro (cosa che credo farò)
L'ytong (detto anche gasbeton) è il materiale più usato nei nidi artificiali: nell'impasto di questo tipo di mattone la presenza di numerosissimi alveoli consente all'umidità di filtrare ed espandersi. A differenza del gesso, un tasso di umidità costante non lo degrada, inoltre è anche meno soggetto a muffe.
In Luglio 2010 una delle mie due colonie è stata regalata ad un appassionato mirmecofilo di provata fiducia, quindi mi è rimasta una sola colonia di Camponotus vagus.
Nel frattempo la mia colonia era ancora in provetta, Settembre si avvicinava e la costruzione del nido in y-tong andava a rilento. Volevo riuscire a trasferire le formiche in un nuovo e più spazioso nido prima che entrassero nel riposo invernale, quindi ho messo mano al portafogli e ho comprato un nido in pietra ricostituita dal sito francese fourmis.fr, modello "Biorama".
Ecco come si presenta normalmente il loro nido:
i fogli di carta copiativa impediscono alla luce di penetrare nel nido, facendo sentire le formiche più al sicuro. Quando rimuovo il foglio per osservarle, immediatamente si innervosiscono...
Veduta laterale con le altre camere del nido bloccate da batuffoli di cotone:
Altra veduta laterale, oltre alle camere abitate si osserva l'altra camera bloccata e il tubo per le future espansioni; si osserva anche il serbatoio inferiore di acqua che fornisce un ottimo gradiente di umidità al nido:
Ed ecco l'ultima foto in cui si possono osservare le C. vagus riposare nelle loro camere:
A metà Luglio 2010, sono già nate due operaie submajor, cosa abbastanza inconsueta già al primo anno. Ecco una foto che mostra una di loro, nell'atto della trofallassi con una operaia minore.
E' indicata dalla freccia rossa; si nota bene l'addome esteso e fisogastrico, indice di sazietà estrema ^_^
In basso a sinistra, la regina.
Mi piace pensare che se la colonia è in salute ciò è dovuto alle particolari attenzioni che sto loro dedicando, alimentandole assiduamente e con grande varietà.
Oltre a miele, camole, drosofile, grilli, falene, frutta matura e gelatine per coleotteri, sto sperimentando con successo la "dieta bhatkar" la cui ricetta potete trovare qui.
A Settembre 2010 le formiche hanno iniziato a entrare in ibernazione.
Visto che nelle camere inferiori iniziava a formarsi un po' di "melma", ho messo a loro disposizione una manciatina di ghiaietto per acquari (sottoposto a bollitura) per dare loro modo di coprire le zone più sporche. Come al solito, le formiche mi hanno sorpreso, e pur nello stato di semi-letargo in cui si trovavano, hanno raccolto tutto il ghiaietto che potevano per... chiudersi dentro!
Il ghiaietto è stato sparso sulla superficie del terrarietto la notte del 6 settembre. Ecco com'era la situazione neanche 12 ore dopo:
foto grande
ed ecco la situazione dopo altre 12 ore:
vista laterale: (7 settembre)
foto grande
La superficie del terrarietto: (sempre 7 settembre. in basso a sinistra, tampone di acqua e miele; in alto a sinistra, sul foglio di carta, pezzo di gelatina bhatkar; a destra, le camole spezzettate e totalmente ignorate, visto che con l'inizio del letargo hanno quasi del tutto smesso di mangiare)
Ed eccole ora, a Febbraio 2011, uscite con successo dal letargo
(clicca per ingrandire)
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Per visualizzare tutte le foto in sequenza, visitare la galleria:
http://www.flickr.com/photos/59961181@N03/sets/72157626768888280/