Storia di una colonia di Messor capitatus

Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 26/04/2011, 15:19

Raccolgo brevemente (sigh!) la cronistoria della mia colonia di Messor capitatus, perché sia d'incoraggiamento, e faccia capire quanta pazienza ci vuole, per ritrovarsi al giorno d'oggi con una fiorente colonia popolosa...

Settembre 2005, isola d’Elba: durante una vacanza piovosa, raccolgo una regina fecondata di Messor capitatus che passeggiava intontita sul bordo della strada. Appena messa in un vasetto con terra argillosa del posto in cui l’ho raccolta, ha iniziato a scavare freneticamente, arrivando al vetro della base in meno di due ore.
Non sono ancora organizzato con provette, e nessuno mi dà consigli in questa prima fase, perché non ho ancora scoperto internet e il mondo che c’è dietro. Come tanti anni fa, credo ancora d’essere solo con la mia passione, ma ho voglia di sperimentare, dopo tanti anni d’inattività.

Le regine catturate quel settembre saranno due, ma la seconda non sopravviverà all’inverno. Questa invece, posizionata sulla libreria, a temperature fra i 15 e i 22 gradi, sverna senza problemi; attraverso il fondo di vetro a fine gennaio 2006 posso vedere le prime uova che si trasformano in larve, e il 14 marzo scorgo anche la prima pupa. Ma è solo il 24 maggio che la prima operaia minuscola esce timidamente a bottinare in superficie.
Da qualche tempo avevo notato nella camera sotterranea, che le zampette non erano solo quelle della regina. La prima operaia raccoglie solertemente semi di tarassaco, ma non disdegna un frammento di prosciutto cotto.

Il 16 luglio avvisto la prima operaia di taglia decisamente più robusta. Sono restio a trasmigrare la colonia in un nido artificiale: ho paura di far danni; ma nel frattempo progetto il mio primo nido della nuova era, e sarà rigorosamente in gesso, ad andamento verticale.

Il 25 luglio è evidente un aumento delle larve e pupe. Aumentano anche le bottinatrici, anche se non riesco a verificarne l’entità. Per affrontare il periodo estivo, preparo un territorio esterno removibile con tutto il nido: un terrario aperto con al centro infossato il vasetto-nido. Posso estrarre il vasetto dal terreno e verificare periodicamente e relativamente come va la covata, ma almeno le operaie sono libere di muoversi all’aria aperta. Metto il tutto sul davanzale della finestra dove tengo i gerani, un posto al sicuro dalle Lasius Emarginatus che nel frattempo mi hanno aggredito altre colonie sperimentali, distruggendole, dato che lì sembra non vogliano andare.

Agosto e settembre trascorrono così senza problemi, con le operaie che raccolgono normalmente nel territorio esterno, senza andare oltre il bordo del piccolo terrario.
Le foraggio anche d’insetti morti, sempre semi di tarassaco o altri piccoli semi che riesco a raccogliere nei prati (faccio diversi esperimenti!); non sembrano raccogliere altri semi, come quelli di miglio, perché forse sono ancora troppo piccole per masticare quelli più grossi.
Finalmente, spinto dalla necessità di poter VEDERE quello che succede nella mia piccola colonia, il 1 ottobre ho terminato il nido di gesso e passo a travasare direttamente il vasetto di terra nell’arena esterna al quale l’ho collegato: il panico è generale, ma già la mattina dopo il ribaltamento (eseguito la sera tardi), la regina, parte delle operaie e tutte le uova e larve, sono al sicuro nelle stanze di gesso!

Le operaie, che adesso posso valutare in 100-150 unità, lavorano freneticamente per ribaltare, setacciare, smuovere ogni frammento di terra originale, alla ricerca di tutti i semi raccolti nella stagione estiva.
La famiglia si è adattata bene al nuovo nido; faccio solo un po’ di fatica a trovare il giusto tasso di umidità del gesso, ma l’orientamento verticale del nido è favorevole: hanno diviso le camere ad hoc, con depositi di semi in alto, e regina e larve sul fondo; le esploratrici escono regolarmente.
Ho scoperto che sono nate almeno 3-4 operaie medie dalla testa grossa, segno che stanno bene, dato il numero limitato d’operaie relativo.

Spoiler: mostra
Messor nido artif.JPG
Il primo, rozzo nido di gesso


Novembre-dicembre 2006
Ho deciso di non ibernare la colonia, e la tengo nei pressi del termosifone della cucina. Questa scelta porta risultati sconvolgenti per la piccola popolazione. Non avevo calcolato che casa mia, abbastanza fresca anche d’estate, non aveva favorito la crescita della popolazione, mentre l’improvviso alzarsi delle temperature sortisce un effetto inaspettato per la stagione: le Messor esplodono numericamente e la regina ha deposto decine di uova che si sono rapidamente sviluppate.

Spoiler: mostra
Messor pupe.JPG
La famiglia cresce...

Regina messor capitatus.JPG
La regina si è trasferita nel nuovo modulo, più asciutto e spazioso.


2 gennaio 2007: la popolazione è sicuramente intorno ai 200 individui, e 40-60 larve e ninfe sono sempre presenti, in grado di svilupparsi in pupe e “maturare” in operaie in circa un mese. Le operaie spostano spesso larve e uova nel tubo esterno che passa vicino al calorifero, esponendole senza problemi alla luce naturale esterna. Nel frattempo la regina continua a deporre uova, che sono sempre almeno una trentina.
L’attività delle nutrici è notevole. Non sono ancora riuscito ad assistere alla deposizione delle uova, ma è sempre abbastanza facile vedere il risveglio di una ninfa, attraverso la maturazione da bianco lattiginoso a marroncino biscottato, con i primi movimenti incerti dell’operaia, spesso lasciata a sé stessa.
Sembra che per ora le operaie non gradiscano miele, anche misto a latte (apprezzato da rufa e fusca), questo è sistematicamente rifiutato, e ricoperto subito di scorie e sassolini, come fanno le formiche di solito con le sostanze appiccicose. Nel loro caso, le uniche sostanze zuccherine apprezzate, sono i granelli di puro zucchero.
Come tutte le altre colonie che allevo invece, apprezzano il prosciutto cotto.

Nei mesi estivi successi la popolazione incrementa ancora, tanto che sono costretto ad aggiungere una nuova sezione nido, anche questa volta orizzontale; pian piano la colonia lo popola, mentre le stanze dove si accumulano larve e pupe si moltiplicano, tanto che per ottobre dovrò aggiungere una terza sezione di gesso.

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Messor Nido da 3.JPG
Meno visibilità e difficoltà nei vari spostamenti dei moduli. Certo si può gestire ogni sezione indipendentemente, ma rende i collegamenti più delicati.


Durante l’estate ho lasciato libera circolazione alla colonia: le esploratrici passeggiano tranquillamente sul davanzale della finestra, e non sembrano minimamente interessate ad introdursi in casa; in compenso ci sono stati alcuni scontri armati con la popolazione di Lasius emarginatus, che un pomeriggio hanno attaccato direttamente il tubo di accesso, cosa che ha costretto le Messor a barricarsi, dopo aver riportato alcune perdite. L’incapacità militare delle mietitrici di fronte alle minuscole e rapide Lasius è disarmante: solo il fatto che la popolazione abbia ormai superato le 500 unità mi ha lasciato tranquillo sul fatto che il nido non potesse essere veramente in pericolo.

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Schema nido messor.JPG
Il doppio nido modulare con arena aperta, che permette alle formiche di uscire e foraggiare sul davanzale.


Nel 2008, anche a causa di una moria di pupe avvenuta in primavera penso dovuta a qualche infestazione di muffe, mi sono convinto che forse l’ermeticità e l’umidità del gesso non erano più salutari per la popolazione. Così ho deciso di rimettere la colonia in terrario, come alle origini.
Ad aprile ho deposto le strutture di gesso in un più ampio terrario e ho lasciato che fosse la colonia stessa a decidere quando e se trasferirsi; in realtà l’ha fatto senza nessuna fretta, e ha continuato ad abitare anche alcune sezioni di gesso, ma i grandi scavi che si sono susseguiti per i mesi successivi sembrano aver alzato il morale della truppa.

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Formicaio Ambiguo.png
Il nido "ambiguo” lascia una certa libertà alle formiche, ma poi limiterà la visione dell'interno...

Mietitura3.jpg
Mietitura fuori dall'arena del formicaio.


Durante tutta l’estate, dal terrario le formiche hanno bottinato uscendo attraverso i loro camminamenti sul davanzale e nei vasi fioriti, anche se gli scontri con le Lasius sono continuati, solo che quando la colonia usciva in massa era evidente che le Lasius non mostravano più tanta spavalderia, e si accontentavano di predare operaie isolate nei momenti di scarsa attività.

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Messor lotta terr.JPG
Scontro armato con Lasius emarginatus provenienti dal vaso di fiori.


Nel frattempo ho preparato il mio ultimo nido di gesso, verticale e a doppia facciata, perché l’impossibilità di vedere quello che fa la colonia sotto terra è troppo frustrante, sia che si ammali, sia che stia bene.
A ottobre, ai primi freddi, metto in opera quello che sarà il trasloco più faticoso della mia carriera di allevatore: svuotare il terrario di tutte le sue abitanti e riversarle, dopo averle raccolte con tutte le tecniche che sono riuscito ad immaginare, nella nuova arena che stavolta deve accontentare, col nuovo nido, le esigenze della colonia per almeno un paio d’anni…

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Messor-Aprile 09.jpg
Il nuovo nido a doppia facciata, di pesantissimo gesso,con evidenti errori di progettazione: stanze più alte che profonde rendono difficile la gestione di covata e provviste...


Ci ho messo quasi due giorni a trasferire tutta la popolazione nella nuova sede, per stressare e ferire meno operaie possibile. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho trovato la regina in ottime condizioni. Appena messa nel terreno libero, è stata trascinata al sicuro nel nido di gesso, seguita poi da larve e provviste (qualche centinaio le larvette al primo stadio).
Popolazione salvata stimata fra le 4 e le 5000 unità; l’ultimo anno la popolazione si è moltiplicata enormemente.
Anche nell’inverno 2008/2009, verso febbraio la colonia sembra colpita da una moria di circa 100-150 operaie di varie misure.
La situazione si ristabilisce appena riporto il nido al caldo. Fabrizio Rigato suppone che la relativa inattività a temperatura incerta (né troppo fredda, né abbastanza calda) impedisce alle operaie di sviluppare le sostanze che producono normalmente per distruggere le muffe e altri batteri, mentre favorisce la crescita delle stesse.
Avrei dovuto tenerle più al freddo, visto che la mia intenzione era far “riposare” la colonia e la regina.

2009 - A fine febbraio, dopo 15-20 giorni di caldo, le larve latenti sono evolute in pupe, e al 15 marzo ho visto i primi pacchetti d’uova appena deposte, segno che anche la regina sta bene. Alcune pupe invernali stanno già pigmentando. Quasi tutte sono risultate operaie di taglia piccola. Restano una parte di larve ancora in crescita, o forse sono nate e cresciute in un secondo momento, non valutabile dalle mie osservazioni.

Venerdì 17 Aprile 2009: l’esplosione demografica della colonia è al culmine: ci sono varie stanze con 2/3 strati di ninfe pronte a maturare. Credo siano centinaia, sono incalcolabili. In maggioranza sono pupe di operaie minor.
In quest’estate ho provato a variare la dieta della colonia: così ho raccolto sui bordi del naviglio una certa quantità di piante e semi da sottoporre alle Messor, che in serata hanno approfittato in massa del raccolto confermando che la loro scelta di semi diversi ha raggiunto la maturità (ormai da tempo non sono più selettive nelle dimensioni di semi e prede); tutto sta a capire quali effettivamente sono i semi da raccogliere, visto che non ho tirato a caso, ma nemmeno sono in grado di riconoscere le singole piante usate. Il cibo animale è sempre molto gradito, e sono passato dai tafani alle cavallette, a tutta una serie di piatti prelibati, non ultimi ossi di pollo spolpati e tuorlo d’uovo con zucchero e miele.
Finalmente sono riuscito a vederle gradire anche il miele: si trattava di sottoporglielo nelle giuste condizioni. Infatti lo gradiscono soprattutto se viene assorbito da altre superfici, come la terra o il legno (stecchi da ghiacciolo come supporto!).
La sera metto spesso una montagnetta di sementi varie dal lato opposto del davanzale, e dopo circa un’ora si forma una mini colonna con centinaia di operaie attive che trasportano provviste di ogni genere, visto che integro il mucchietto con libellule, mosche e farfalle.
E’ in questo periodo che posso fotografare e riprendere gli ultimi disperati scontri armati con la colonia di Lasius emarginatus del vaso di rose: in presenza della colonna al lavoro le Lasius sembrano impazzire e scendono sempre in forze a presidiare il loro territorio, ma benché più agguerrite ed efficienti, non cercano più lo scontro diretto e non si avventurano più sul davanzale, anche se le scaramucce non mancano.

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Battaglia sul ponte2.jpg


Un giorno semplicemente non ne vedrò più, mentre una lunga colonna di Tetramorium caespitum, liberata da me tempo fa in un altro vaso, trasloca e si va ad installare nel loro. Che abbiano migrato o ci sia stato uno scontro finale tra le due piccole città di formiche non lo saprò mai…
Le ostilità fra Messor e Tetramorium non sono sullo stesso livello di quelle con le Lasius, anche se le piccole Tetra non scherzano quando si tratta di difendere del bottino (arrivano anche a formare piccole trincee intorno al cibo trovato), ma vengono regolarmente rapinate dalle Messor.
Riporto qui brevemente alcuni scatti di una battaglia che ha visto vittoriose le Tetramorium accorse in forze a difendere le proprie conquiste.

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IMG_1176.JPG
Tante contro una.... Tetramorium è molto battagliera, anche se alla lunga non ce la farà, ma non teme il combattimento!

IMG_1171.JPG
Una breve sconfitta per le Messor, prima che arrivi il grosso dell'esercito e faccia piazza pulita...


Il 1° novembre metto la colonia in ibernazione, cioè la porto in garage al freddo, schermando le vetrate con lastre di polistirolo. Il 10 dicembre la temperatura scende a +3°, bloccando ogni attività della colonia, che fino a quel momento aveva comunque continuato a muoversi. Il 20 la temperatura esterna scende a -7°, -4° dentro il garage! Sono preoccupato, ma cerco di mantenere la situazione su un buon livello ponendo una borsa per l’acqua calda presso il nido e foderando il tutto con teli da giardinaggio che mantengono a lungo un’area temperata che non dovrebbe scendere troppo a lungo sotto lo 0°. Le formiche sembrano solo rallentate e immobili; la cosa dura alcuni giorni.
Nel frattempo collego il nuovo nido in gasbeton al vecchio di gesso; è un blocco 25 x 30 cm a due facce, e spero che le formiche lo scoprano e adottino da sole.

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Collegamento del nido nuovo.jpg
Il nido in gasbeton (Ytong) ad andamento verticale e doppia facciata...


18 gennaio 2010: Allarmato dalle notizie che mi giungono da Ruben, al quale è morta una regina di Pheidole acquistata a caro prezzo, decido di togliere dall’ibernazione le mie Messor e vedere come se la cavano col nuovo nido in ytong.
Collocato laboriosamente in casa il complesso di nidi collegati, vedo che ci sono parecchie operaie sparse nell’ytong, morte. Il dubbio che queste morti dipendano dal materiale usato come l’estate scorsa con le Myrmica, mi coglie il secondo giorno, quando posso contare almeno un centinaio di cadaveri sparsi nel terreno esterno e altri ne vedo trasportare in giro per il nido. Molte operaie sembrano acciasciarsi sul posto, e morire nel giro di poche ore. Questo sembra avvenire essenzialmente nel nido di ytong e non ho modo di scoprirne la causa. Panico!
Dopo aver lanciato un allarme informatico in cerca di pareri, una lunga chiacchierata telefonica con Ruben ci fa pensare che una probabile causa sia da ricercare nel superamento della fase di letargo: che le operaie ibernate in un ambiente asciutto (come l’ytong, che non tenevo regolarmente bagnato), siano passate dal sonno alla disidratazione o alla morte per freddo senza accorgersene. Quelle appena svegliate possono essersi trovate in deficit alimentare e lontane dalle compagne della colonia effettiva, oppure ammalate a causa del repentino cambio di temperature.
I prossimi giorni saranno un banco di prova: se la mortalità continuerà per la prossima settimana, sono pronto a isolare il nuovo nido e sostituirlo con un nuovo modello di vecchio, buon gesso.

20 Gennaio ‘10: Ho sentito anche Fabrizio Rigato, ma sembra che la possibile causa della moria sia la stessa da noi supposta: su una popolazione di 3-4000 operaie, una certa mortalità invernale è ben possibile.
Intanto altre 100-150 morte sono state portate all’esterno, ma sembra che molte più operaie attive si stiano aggirando nel nuovo nido senza conseguenze nefaste, attirate anche dal calore che viene dal termosifone vicino. Ho visto la regina nel vecchio nido, e non sembra messa male.

22 Gennaio ’10: Oggi solo 4-5 cadaveri. Molte stanze sono state occupate da attive operaie, e anche la covata invernale è già stata portata al caldo! Sembra che l’allarme sia rientrato.
Nel lato Nord del nido nuovo, per effetto della diversa temperatura (non dimentichiamo che a casa mia d’inverno ci sono circa 15 gradi!) rispetto al contatto col termosifone, si è formata molta condensa. Nelle gallerie più basse, vicino all’acqua esterna, sono stati portati numerosi semi germogliati. Che siano germogliati sul posto, o siano stati portati qui proprio perché hanno fatto, non è dato di sapere.

23 Gennaio ’10: La regina delle Messor si è trasferita nel nuovo nido! Sembra attiva e in forma! Non voglio disturbarla e lascio il tutto in ombra. Circa il 40% della colonia si è già trasferita, ma gran parte delle provviste invernali sembra siano lasciate indietro, nel vecchio nido, che essendo anche ben asciutto ormai, è ideale a mantenere le scorte.

30 Gennaio: La colonia si è stabilizzata nel nuovo nido, ma la regina, come da manuale, si è riportata a distanza dalle fonti di calore, tornando nel vecchio nido. A fasi alterne grosse truppe di operaie portano avanti e indietro la covata rendendo impossibile staccare il vecchio nido.

4 Febbraio. Oggi è venuta Fabiana Polese, della RCS, per visualizzare la colonia in previsione di una ripresa documentaristica da proporre alla TV. Spero di poter staccare presto il vecchio catafalco, che mi rende difficile sia l’osservazione che la gestione.

7 Febbraio: Ho visto oggi le prime pupe primaverili. La covata invernale è cresciuta di volume grazie al caldo dei termosifoni: 15 giorni circa di stasi dal risveglio forzato. Le pupe sono poche e molto piccole, mentre si riscontra la crescita volumetrica di alcune larve.

17 Febbraio: Grande quantità di pupe e molte larve che hanno assunto una forma lucida e grassa come non avevo ancora osservato; che siano larve di sessuati? Oggi ho visto anche i primi pacchetti di uova fresche. La regina era da qualche giorno abbastanza gonfia da far pensare che siano sue e non delle operaie. C’è sempre molto movimento, grazie anche al calore intenso dei termosifoni, che rendono attiva gran parte della popolazione. Peccato che la facciata nord sia ancora sporca dei rifiuti della germinazione dei primi semi spostati!

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21 Febbraio: Le pupe cominciano a pigmentarsi.
Gallerie covata marzo 4.jpg


1 Marzo: Ho potuto constatare che alcune delle prime uova deposte questa primavera (quindi da pochissimo), si sono già trasformate in minuscole larve. Ad una osservazione accurata, ma cercando di non disturbare la colonia, le uova visibili sono più di un centinaio, ma dato l’affollamento e la presenza di una covata sviluppata già abbondante, non escludo che ce ne possano essere molte altre nascoste dietro gli ammassi di pupe e larve.

9 Marzo: La covata ha superato ogni più rosea aspettativa: ci sono decine e decine di pupe in maturazione, e molte avanzate hanno già pigmentato o si sono schiuse. I primi pacchetti di covata primaverile hanno già schiuso e ci sono molte piccole larve, mentre nuovi pacchetti si sono aggiunti grazie alle temperature favorevoli.

20 Luglio 10
Dopo aver tentato vanamente esperimenti di adozione con operaie e regine di Manica rubida catturate in val Darengo, le operaie intrattabili sono finite in un’epica battaglia in campo aperto con le Messor, le uniche che potevano fornire un valido avversario senza causare danni permanenti a una colonia già avviata: la battaglia c’è stata, ovviamente senza speranza, ma ho potuto vedere per la prima volta le Messor mettere in campo tutte le operaie maggiori che nemmeno avevo mai notato nel nido. Per ore giganteschi soldati hanno pattugliato la superficie dell’area esterna, in cerca di nemici, facendo a pezzi ogni Manica che incontravano, ma non senza subire perdite, visto che il pungiglione delle Manica è molto superiore a quello di qualsiasi Myrmica, e le dimensioni delle M. rubida eguagliavano quello delle operaie medie di Messor.

29 Agosto: Al mio rientro dalle vacanze, la situazione è questa: grande aumento di popolazione. Credo che dovrò approntare un nuovo nido più grande per il futuro. L’umidità del terreo esterno che avevo coperto con cellophane e sigillato ha limitato le morti che si erano verificate in altre occasioni.

5 Settembre 2010: ieri ho trapanato più di 2 ore per ottenere un nuovo modello di nido di gasbeton per le Messor. Spero ne sia valsa la pena... Ho optato per una sola facciata con stanze più profonde, visto che tanto, due non le sfruttavo mai visivamente, e le formiche si nascondevano troppo. 42 cm x 25, x 8 di spessore. Appena possibile conto di trasferirle.

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Nido Ytong.jpg
Il nuovo modello di nido verticale, sviluppato in larghezza. E' il secondo “dell'era Ytong”.


Collegherò i due nidi il 6 ottobre e in pochi giorni, riscaldando quello nuovo, le operaie cominciano a spostare la covata e ad utilizzare i nuovi appartamenti, ma la regina sembra inamovibile.

12 ottobre: finalmente la regina si è trasferita nel nuovo nido! Attenderò ancora un poco a staccare il vecchio. Le temperature che si sono abbassate dovrebbero scacciare ancora delle truppe da quello disposto presso la finestra...

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Nuovo nido.JPG
Trasloco terminato! Ottima visibilità, e ampi spazi (per ora!). Sono proprio soddisfatto. A ogni nuovo modello si perfeziona la tecnica e si eliminano gli inconvenienti.


Due operaie intente a masticare l'impasto di granaglie comunemente detto "pande delle formiche”
Pane delle formiche1.JPG


15 ottobre: Oggi ho preso la decisione, avendo un po’ di tempo libero, e ho forzato il trasferimento delle Messor dal vecchio nido al nuovo di 42 x 25 cm. Disturbando le recalcitranti con ripetute vibrazioni, sono riuscito ad indurre una fuga in massa attraverso il tubo di collegamento. Solo quando ho visto che la cosa andava per le lunghe, e comunque avevo ottenuto il massimo risultato, ho tagliato i ponti e aperto il vecchio blocco di ytong, allagando le gallerie per fare pulizia.
Mi spiace aver sterminato almeno 500 operaie, ma ho preso l’occasione per sfoltire un po’ le truppe, cosa che altrimenti non avrei mai deciso di fare spontaneamente. A breve porterò la colonia in garage, come l’anno precedente, per il riposo invernale.

7 gennaio 2011: Le prime osservazioni dell’anno riguardano il letargo della grande colonia di Messor: ho scoperto le protezioni per fotografare l’interno del nido, dove le operaie sono ammassate a centinaia in alcune camere che sembrano aver scelto arbitrariamente. Alcune sono molto umide, altre sono nella parte alta e asciutta del nido; credo che sia dipeso esclusivamente dal primo punto di aggregazione delle masse più numerose. Le stanze dei semi sono sgombre, alcune operaie sembrano aggirarsi qua e là senza motivo apparente, qualcuna è anche nell’arena come se si fosse persa e non sapesse cosa fare.
Sono abbastanza curioso di vedere se anche questa primavera il risveglio sarà accompagnato da una moria di qualche centinaio di vecchie operaie, o se la sistemazione attuale, che ritengo migliore di quella dell’anno passato, proteggerà la popolazione meglio dei risvegli precedenti.

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1-28 risveglio 02.JPG
La popolazione ammassata sul fondo comincia a risvegliarsi...


Riattivato il 29 gennaio 2011 il nido delle Messor capitatus.
E’ stata come al solito un’impresa fare il cambio di nido (in questo caso si è trattato dell’arena), anche approfittando delle formiche intorpidite dal freddo. Ho contato circa 180 cadaveri invernali, ma non temo che ce ne saranno altri appena il metabolismo salirà.
Per ora si alimentano poco, e le scorte di semi sono ancora presenti, ma credo che a breve ricominceranno anche su quel fronte. La nuova arena è venuta benissimo: lastre in plexiglas, alte e lunghe quasi come tutto il nido, strato in argilla espansa di base, e terriccio misto sopra. Qualche sassolino e un bel ramo completano il “di sopra”. Ora stanno scavando in questo materiale, e hanno cominciato a prendere cibo animale; vediamo se ne hanno bisogno come le altre specie o se è solo occasionale.

Messor capitatus regina 1.JPG
Sua Maestà al risveglio, a spasso per le stanze reali...


4 febbraio 2011: le Messor hanno le prime uova, segno che la regina quest’anno non scherza; la mortalità è nettamente inferiore a quella del risveglio 2010, e i morti aggiunti sono poco più di una decina a quelli contati nel trasloco.

Tutt'ora (24 aprile 2011) la colonia si sta comportando con onore. Ho già usato in una decina di classi, in diverse scuole il mio nido didattico, e i ragazzini di qualsiasi età impazziscono quando lo vedono e sono interessatissimi.
Spero con le mie "lezioni” di poter contribuire a far conoscere le meraviglie delle formiche, e rendere tutti più sensibili all'osservazione e al rispetto di ogni più piccola creatura del nostro mondo...

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Scuola 120 a Massaua.jpg
E' dura tenere a bada 120 bambini scatenati...
Allegati
Schema nido messor.JPG
L'arena aperta permette alle formiche di uscire e vagare sul davanzale...
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda dada » 26/04/2011, 16:32

Bellissimo post Gianni, grazie, appassionante come un bel libro :happy:

La storia di questa colonia è davvero unica! A quante colonie di formiche in cattività viene offerta la libertà di cui hanno goduto queste Messor? Libertà di cui hanno anche pagato il prezzo, con morti e feriti nelle battaglie.

Ovviamente simili cose si possono fare solo con Messor... se offrissi alle mie Camponotus la possibilità di uscire dal formicaio, sparirebbero alla velocità della luce non facendosi mai più rivedere :)
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda Luca.B » 26/04/2011, 19:07

dada ha scritto:Ovviamente simili cose si possono fare solo con Messor... se offrissi alle mie Camponotus la possibilità di uscire dal formicaio, sparirebbero alla velocità della luce non facendosi mai più rivedere :)


Considerando poi casa tua e i punti attrattivi per una Camponotus vagus...come minimo ti smantellerebbero il piano!!!! :yellow:

Gianni, questa colonia fa sempre la sua figura...bellissima storia. :smile:
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 30/04/2011, 10:25

Aggiungo un filmato...
Il traffico delle operaie nelle ore serali, quando sono al massimo dell'operosità, visto che sono essenzialmente attive la sera e le prime ore del mattino. Non rende l'idea di tutte le stanze in movimento, ma si può immaginare!

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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda tortadimucca » 01/05/2011, 12:45

è DAVVERO avvincente come un buon libro! complimenti davvero!
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 02/05/2011, 19:42

Sapere come si comporterebbe ogni singola colonia è una domanda senza risposta.
Non sapremo mai cosa farà senza metterla alla prova.

Nel caso delle mie Messor, me lo sono potuto permettere, e la colonia non si è spostata.
Io non so com'è la casa, o il balcone, o la finestra di ognuno di voi, quindi non posso escludere che delle esploratrici, trovando un ambiente favorevole in un vicino vaso, non decidano di trasferirsi.

So solo che una colonia di Messor con qualche centinaio di operaie non trasloca così facilmente: è più portata ad allargarsi creando avamposti vicino al nido (le mie si erano spostate con qualche decina di operaie e alcune larve sotto il nido di gesso perché in quei giorni, lì, c'erano temperatura e umidità ideali), ma poi sono rientrate quando hanno avuto sentore della minaccia delle Lasius emarginatus.

Quando era forte di 500-1500 operaie, uscivano dal terrario e rientravano esattamente come in natura. Quello era il loro nido.
E non andavano neanche molto lontano. Se volete ho i filmati. Forse alcune si perdevano cadevano dalla finestra? Ma non gli avevo messo le targhette, quindi non so quante possano essersi perdute.

Io direi: non fatelo con una colonia incipiente. Non ci provate.
Ma quando fosse abbastanza sviluppata e ben piazzata in un comodo nido, l'esperimento di lasciare loro via libera potete tentarlo, se avete un ambiente libero adatto.

Ma non provateci con altre specie! Non garantisco che possiate ritrovarle 10 minuti dopo!!! :lol:
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 30/05/2011, 17:42

Tornando "a bomba” sull'argomento...
Da 3 giorni (27 maggio) ho permesso alla mia colonia di accedere al davanzale esterno: una lunga passerella composta da una striscia di rete plastificata (per rendere più agevole superare i tratti ripidi) scavalca lo sbarramento di antifuga dell'arena e porta oltre.

Avevo sparso granaglie sul davanzale, anche perché meno di 10 minuti dopo aver operato questo accesso, già alcune operaie circolavano all'esterno.
La cronaca: circa 50-100 Messor hanno perlustrato in lungo e in largo il nuovo territorio, raggiungendo anche i vasi vicini tramite altre passerelle; hanno spazzolato ogni seme e insetto che ho messo alla loro portata, poi sono rientrate quando non trovavano altro.
Oggi all'esterno c'erano solo un paio di esploratrici.

Una parte di queste si perderanno?
Verranno mangiate da ragni predoni?
Non so. Intanto non hanno provato neanche stavolta a valicare il cordolo della finestra, o ad andare su altri davanzali tramite un camminamento che esiste. Forse lo faranno in seguito.
Lo ritengo un sistema di selezione naturale, per tenere sotto controllo periodicamente una popolazione sempre in aumento...
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda Phoenix94 » 30/05/2011, 20:30

certo altrimenti potrebbero essere facilmente sopraffatte da possibili vicine aggrassive....
Secondo alcuni testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.
[Cit. Igor Sikorski]
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 30/05/2011, 20:51

Se rileggete bene il resoconto, vedete che è successo proprio questo: le L. emarginatus selvatiche mi hanno più volte distrutto piccole colonie in nidi artificiali.
Sono attratte dallo zucchero, e da altri alimenti dolci, e trattano come una intrusione la presenza di nidi avversari sul loro territorio di caccia, com'è naturale.

Solo una colonia con qualche centinaio di Messor garantisce una certa garanzia di sicurezza, perché non sono formiche particolarmente combattive.
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 07/07/2011, 19:56

Come tutte le estati, lascio libere le mie Messor capitatus (c'ho le prove!) di circolare sul davanzale della finestra.

Questa volta per permettere loro di superare le barriere antifuga, ho attrezzato un ponte volante con una striscia di zanzariera in plastica. Le operaie hanno trovato facilmente la via d'uscita dall'arena, ma come ogni anno mi stupiscono per le loro modeste esigenze: dal nido fuoriescono pochissime esploratrici, e la colonia sembra disinteressata al nuovo spazio disponibile, finché non metto a disposizione, rintracciabile, un bel mucchietto di semi.
Possono passare anche un paio d'ore prima che il bottino sia avvistato, ma allora le bottinatrici si riversano numerose all'esterno e perlustrano l'area fino a quando non siano sparite tutte le tracce di cibo disponibile. Poi rientrano.

Non tentano mai di superare il davanzale ed entrare in casa.
Non ho nemmeno idea se si spingano in basso, o in alto sulle pareti della casa, in cerca di altro cibo; questa sarebbe comunque un'occasione di selezione naturale, utile per sfoltire il numero sempre sovrabbondante di operaie, e mi evita di occuparmi personalmente, con dispiacere di limitare questa sovrappopolazione.
Ogni tanto qualche operaia finisce preda di ragni cacciatori, qualcuna cade di sotto, e dubito che possa ritrovare la via di casa... ma quest'anno almeno non ci sono scontri armati con le Tetramorium (su un'altra finestra) o le Lasius.

Se prestate attenzione, noterete qua e là il tipico atteggiamento di mettersi quasi in posizione pupale delle operaie, prima di raccogliere un seme. E' stato ipotizzato che questo movimento fosse associato al fatto che le formiche cospargono il seme di una sostanza atta ad ammorbidirlo e facilitare il trasporto.
Direi che questo è ancora tutto da provare. Ho osservato a lungo il traffico, ed alcune volte le operaie mantengono questa posizione anche durante il viaggio, se il seme lo permette con le sue dimensioni...

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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 08/07/2011, 10:38

La ripresa di qualche anno fa, quando la colonia si è scontrata con le Lasius emarginatus del vaso di fiori.
Noterete che la tecnica difensiva di Lasius nei confronti di Messor è ben organizzata, ma le formiche non osano scendere oltre il ponte e contendere il terreno alla gigantesca colonia di mietitrici, accontentandosi di catturare le sprovvedute operaie isolate, che sono molto inefficienti in combattimento, mentre queste si accontentano di curiosare, e sottrarre i semi, unico loro interesse.
La tecnica a scatti e saltini di Lasius si ritrova anche in Camponotus nei confronti di una minaccia localizzata. Se le Lasius avessero afferrato allo stesso modo le antenne (nella scena finale) di una rufa o una sanguinea, non avrebbero avuto la stessa reazione...

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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 17/10/2011, 11:54

Domenica 16 ottobre 2011
Stavo progettando di mettere a riposo alcune delle mie colonie e facendo un po' di pulizia fra quelle che per ora resteranno in casa, quando ieri, a sorpresa, ho scoperto la prima generazione di sessuati della mia colonia di Messor capitatus!
Il 16 ottobre, a 6 anni dalla sciamatura in cui catturato la regina, e con una popolazione approssimativa di alcune migliaia di operaie, la colonia ha prodotto le prime, inconfondibili, pupe di regine. Non ho ancora riscontrato la presenza di maschi (che vengano "prodotti” più avanti? Magari durante l'estate prossima?) ma la generazione estiva sta sfornando un numero elevato di supermajor davvero potenti, quando, ecco, appaiono queste!

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Messor regine 10-17a.JPG
Sorpresa nel formicaio...

Messor regine 10-17c.JPG


Non ho un numero preciso per ora: il nido ha stanze abbastanza profonde che me le avevano nascoste finora ed è stato aver dato un colpo di riscaldamento alla vetrata che le ha fatte venire alla luce. Ci sono anche molte larve appena schiuse, mentre da alcuni giorni avevo notato l'abbandono all'esterno di una certa quantità di pupe a vari stadi. Questo fatto si verifica in occasioni di cambio di stagione, e io lo attribuisco ai primi freddi o a qualche sbalzo di umidità che possa aver ucciso le pupe. Meno male che ho provato a scaldare il nido e sono saltate fuori, oppure me le ritrovavo mature e non sapevo da dove fossero arrivate!!!
Il resto della covata è come sempre abbondante, ma non spaventoso come altre volte.

Non ho dati per sapere esattamente da quanto tempo le larve si sono sviluppate in regine, perché le larve delle ultime generazioni sono sempre molto grandi (quelle che generano major) e nel nido sfuggono a una non attenta osservazione, che in questo periodo andava ad altre specie, ma l'avvio deve per forza essere avvenuto già da metà settembre.
Regine generate in ritardo per quest'anno, frutto del caldo protratto anormalmente, o normalmente prodotte in anticipo di un anno sulla prossima sciamatura?
Indebolimento dei feromoni della regina madre, o decisione consapevole della colonia di riprodursi?

Vi tengo aggiornati.
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda Robybar » 20/10/2011, 18:46

E' interssantissimo!
Ho letto tutto il diario, che ho trovato interessante anche perchè sono anch'io alle prese con le Messor capitatus ed il tuo diario mi è stato molto d'aiuto!
Dovrebbero lnkarlo, se non lo hanno già fatto, nella scheda di allevamento di questa specie :clap: :clap: :clap: :clap:
Lieti auguri per le nuove nascite, comunque dovrebbero uscire prima i maschi.... sicuro di aver fatto caso a tutta la covata?
tienici informati sullo sviluppo della vicenda, mi raccomando :-D
Comunque credo che la loro compara sia dovuta ad una scelta volontaria della regina, probabilmente perchè sente che è giunto il momento propizio, semplicemente perchè le regine non anscono per caso, per un abbassamento di ferormone dominante da parte della regina, altrimenti le operaie cesserebbero di allevare la prole della loro regina, ed in alcune specie arriverebbero all'ovideposizione.
Forse i machi vengono prodotti in un secondo momento per evitare incesti durante il folo nuziale, ipotesi
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda GianniBert » 20/10/2011, 18:56

Questa cosa che dovrebbero uscire prima i maschi è discutibile... Se avviene è solo perché hanno uno sviluppo più rapido, o possono essere stati generati da uova trofiche.
Ci sono però ancora molte larve nella covata e tutto può succedere.
Intanto, a quasi una settimana di distanza, le pupe continuano a pigmentare, sono spuntate le ali, ma a tutt'oggi non si sono ancora "risvegliate”!

Intanto, parlandone con Rigato, abbiamo convenuto che tutta la situazione quest'anno è molto anomala, sciamature in ritardo, di specie che non dovrebbero... anche questa produzione di regine forse fuori stagione...
Maschi non ne ho visti, e quando ho visto le regine puoi immaginare che ho passato con la lente tutte le gallerie!
Credo che la cosa resti per il momento isolata, non so se avrà un seguito!
Quanto a linkare la cronaca nelle schede... può essere un'idea! Lo farò appena possibile.
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Re: Storia di una colonia di Messor capitatus

Messaggioda Robybar » 20/10/2011, 19:04

GianniBert ha scritto:Questa cosa che dovrebbero uscire prima i maschi è discutibile... Se avviene è solo perché hanno uno sviluppo più rapido, o possono essere stati generati da uova trofiche.
Ci sono però ancora molte larve nella covata e tutto può succedere.
Intanto, a quasi una settimana di distanza, le pupe continuano a pigmentare, sono spuntate le ali, ma a tutt'oggi non si sono ancora "risvegliate”!

Intanto, parlandone con Rigato, abbiamo convenuto che tutta la situazione quest'anno è molto anomala, sciamature in ritardo, di specie che non dovrebbero... anche questa produzione di regine forse fuori stagione...
Maschi non ne ho visti, e quando ho visto le regine puoi immaginare che ho passato con la lente tutte le gallerie!
Credo che la cosa resti per il momento isolata, non so se avrà un seguito!
Quanto a linkare la cronaca nelle schede... può essere un'idea! Lo farò appena possibile.


Da me in Calabria solo le Messor hanno sciamato, ancora sono in ritardo le Lasius e le Crematogaster che sembrano già in letargo senza aver prodotto niente che possa vagamente somigliare ad una sciamatura... eppure un mese fa assistetti ad un trasferimento in massa di larve e pupe di sessuati in Crematogaster...
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